15. Mare & Poesie

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Sospiro contenta, sempre con il sorriso sulle labbra, quando mi metto seduta sul letto stiracchiando le mie ossa. Abbasso la maglietta del pigiama, avvicinandomi alla cucina e rilassandomi nel silenzio della cucina con una bella tazza calda di caffè.

I gemelli ancora dormono e, essendo domenica, non si alzeranno prima delle dodici. Butto uno sguardo sull'orologio, notando che sono appena le nove e mezzo.

Un'idea mi balena in testa velocemente, così mi sbrigo a cercare il mio cellulare nella confusione del mio salotto.

A Harry x: Buongiorno Haz. Dormi? X

Mentre aspetto una sua risposta, sorrido per il piccolo soprannome. Come è venuto fuori? Beh, mentre eravamo con i ragazzi e mentre prendevano in giro Harry per aver trovato una "ragazzuola", relazione scoperta per colpa di Niall che non sta mai zitto, Louis si era messo a fare la civetta chiamandolo "Hazza". E da quel giorno, è rimasto quel soprannome.

Mi spoglio, entrando in doccia e lavando il mio corpo, facendo sempre attenzione a non bagnare i capelli già puliti. Una volta fuori e asciutta, indosso l'intimo e afferro dall'armadio un jeans nero leggermente scolorito e un maglione di lana grigio. Mi vesto velocemente per via del freddo e subito indosso un paio di stivaletti sportivi ai piedi. Lego i capelli in una treccia che poggio poi oltre le mie spalle e, dopo aver messo il cappotto, afferro la borsa e le chiavi.

Nel giro di dieci minuti arrivo al bar, ordinando un cornetto al pistacchio e un caffè amaro da portare via. Sorrido, lasciando i dollari in mano alla ragazza e mi affretto ad uscire. Purtroppo, a piedi, impiego altri venti minuti per arrivare a destinazione, mentre canticchio. Una volta arrivata però, non posso far altro che sorridere amorevolmente a trentadue denti. Afferro la chiave da sotto il vaso dei fiori, aprendo e facendo attenzione a non gettare a terra quello che ho tra le mani. Una volta dentro, arrivo velocemente davanti la porta che apre sulla stanza che conosco già. Ed eccolo lì.

Mi mordo il labbro, osservandolo.
I suoi ricci sono sparsi sul cuscino bianco, le labbra leggermente socchiuse e sento il suo respiro debole uscire da lì. Le sue spalle nude e ricoperte di arte, poiché secondo me è arte, sono lasciate scoperte e il piumone bianco lo copre dal bacino in giù.

Come fa a dormire a petto nudo con questo dannato freddo?

«Mi sciupi, se osservi ancora»

Balzo sul mio stesso posto, portando la mano libera sul mio petto e riprendo a respirare regolarmente. Lo guardo, mentre si alza leggermente e ride. La sua voce roca e la sua risata, mi mandano il cervello in pappa.

«Sei un deficiente» lo apostrofo sbuffando, cosa che lo fa ridere.

Mi avvicino, sedendomi ai piedi del letto. «Ho pensato di portarti la colazione» sorrido.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora