21. Rabbia & Silenzio

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A L E X

Sbuffo per l'ennesima volta quando la sveglia del mio cellulare vibra, staccandola nuovamente. Mi ero promesso di svegliarmi presto per chiamare la mamma e parlarle un po', dato che non lo faccio mai, ma quando la sveglia ha suonato la prima volta erano appena le sette e non ho potuto far altro che staccarla. Quella volta così come le prossime cinque. Alla fine, ho lasciato perdere decidendo di chiamarla prima di cena. Anche perché, ricordando le mie condizioni al ritorno della festa di Mitch, lascio solamente che la mia mente crei degli scenari per farmi rabbrividire.

Adesso sono le otto e venti, così sospiro, alzandomi dal letto e lamentandomi quando vedo che Jackson è coricato dall'altra parte del mio letto invece che essere nel suo, nella camera accanto alla mia.
Sbuffo, spingendolo e sussurrando delle brutte parole. Si sposta solo per darmi le spalle e gettarsi a dormire. Cazzone. Costringo le mie gambe a collaborare e mi ritrovo nel bagno mentre finalmente svuoto la mia vescica. Il mal di testa mi sta letteralmente mangiando viva, non ricordo più niente oltre il terzo bicchiere pieno tra le mie mani. Una volta libero, lavo le mie mani con il sapone per poi passare al viso, ai denti e bagnare leggermente i miei capelli e il mio collo. Avrò ancora dell'alcol nel corpo perché il caldo mi sta facendo sudare in una maniera pazzesca.

Esco dalla mia stanza, scendendo in cucina e preparando una spremuta d'arancia che ingurgito letteralmente dopo aver preso due pillole di Advil e aver gettato la confezione vuota nella spazzatura. Mi guardo intorno, cosa che mi capita spesso, anche senza motivo, quando noto qualcosa che non mi convince: cosa ci fa il giubbotto del minchione qui a casa mia?
Subito la realtà sembra colpirmi così lascio il bicchiere sporco sul tavolo e salgo al piano di sopra così velocemente che rischio più volte di spezzarmi il collo. Quando apro di colpo, non posso far altro che rilasciare un «cazzo» mentalmente e guardare i due.

Harry, il minchione, è coricato tra le cosce di Louise, la cogliona di mia sorella, a petto nudo. Rimango fermo, incrociando le braccia sul mio petto nudo e aspetto, aspetto che i deficienti si accorgano di me. Sento Harry ridacchiare, mentre Louise ansima e lì mi costringo a tossire per non ascoltare altro. Harry scatta con la testa verso la porta, sgranando gli occhi.

«Cosa cazzo fai?» mi urla contro.

Così ruoto gli occhi. «Tu cosa cazzo fai!» gli urlo, di rimando, allargando le braccia e facendole ricadere con un tonfo sordo. «Ti avevo solo dato il permesso di uscire con lei, non di farle aprire le cosce!»

Louise, in tutto questo ha indossato nuovamente una maglietta a maniche lunghe e sistemato i capelli dopo che Harry si era seduto accanto a lei, sotto le coperte.

«Smettila Alex» mi dice lei, guardandomi. «Sono matura da sap

«Ti prego, evita di dire che sei matura da sapere cosa fare. Sei solo una stupida» urlo incazzato nero. «Potete anche stare insieme ma non puoi andarci a letto dopo nemmeno due mesi»

«Basta adesso, stai esagerando!» urla Harry. «Non ho fatto nulla, sta bene, non vedi? Non dovresti decidere tu con chi debba andare a letto» ride guardandomi.

«Mi vedi ridere? Coglione, esci da quel cazzo di letto immediatamente!» urlo.

Quando mi sento toccare la spalla, mi giro e vedo Jackson con uno sguardo preoccupato sul viso. Mi scrollo la sua mano di dosso, «Tu lo sapevi vero? Che lui era qui tra le lenzuola di Louise»

«Certo che lo sapevo Alex, stanno insieme!» sbuffa ruotando gli occhi. «Dove vuoi che siano?»

«Oh ma ti prego!» urlo. «Non ti dà nemmeno un po' di fastidio vedere tua sorella nuda in un cazzo di letto con un tuo amico? A casa tua soprattutto»

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora