41. Rivelazioni & "Mi sento più leggera"

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Il viaggio in macchina è stato dannatamente silenzioso, potevo quasi vedere i macchinari del cervello di Harry muoversi per dare un senso a quello straccio di conversazione che avevo sentito e, ovviamente, anche io cercavo di darmi una spiegazione.
Adesso, mentre lo guardo in piedi fare avanti e indietro davanti al divano che si tortura i capelli, non ho la più pallida idea di cosa fare: voglio pensare che aveva l'intenzione di dirmi tutto, lo spero davvero, ma sicuramente non mi sarei aspettata di sapere tutto così.
Penso che sua madre abbia il vizio di non sapersi tenere nulla per sé, spifferando tutto quello che le passi per la mente, mettendo anche altre persone nei "guai" o in posizioni sgradevoli.

Sospiro quando Harry lo fa anche, per poi passare una mano tra i capelli e sedersi accanto a me. Non parlo ancora, mentre lui piega le maniche della camicia bianca sugli avambracci e apre i primi bottoni.



«Potrò parlare, senza essere interrotto e giudicato? Per favore..» mormora guardandomi. L'unica cosa che faccio è annuire, senza nemmeno girare il viso verso di lui e la cosa mi fa dannatamente male lo stesso. «Io e Kate ci siamo lasciati per motivi ben precisi, anche se non lo sai perché non te l'ho mai raccontato..» mormora per sospirare e guardarmi, anche se io non lo faccio ancora. «La nostra relazione è durata qualche mese, quasi un anno, e così abbiamo deciso di fare un viaggio insieme. Insomma, ero più piccolo e con la voglia di viaggiare, esplorare...non sapevo cosa mi aspettasse» sospira afferrando la mia mano tra le sue più grandi, e finalmente sposto lo sguardo, incrociando il suo. «Siamo andati in un posto con l'intenzione di divertirci...ma non sapevo che il divertimento alla quale pensavo mi avrebbe quasi ucciso» passa le mani sul suo viso, abbandonando le mie, e sospira guardando attraverso la vetrata. «Non so come sia potuto succedere, ma dopo quasi un mese, mi arriva un messaggio con scritto "dobbiamo parlare". Sapevo che comunque mi avrebbe lasciato, lo immaginavo già da un po', ma non mi aspettavo di sentirmi dire che sarei diventato papà» mormora a bassa voce l'ultima frase. Mi irrigidisco, mentre afferro la gonna del mio vestito e la stringo tra le dita tremanti. «Inizialmente ero spaventato dall'idea di diventarlo, anche perché avevo appena diciannove anni. Insomma, che padre sarei potuto essere? A malapena sapevo distinguere una cosa buona da una cosa di merda» ridacchia senza davvero un'emozione a caratterizzare la sua voce. Per poi mordere le sue labbra e sospirare ancora. «Con il passare di qualche settimana avevo imparato a convivere con il pensiero di diventare papà, fin quando Kate mi disse che questo bambino non lo voleva, che non era pronta e che, soprattutto, non voleva un bambino con un ragazzo più piccolo di lei. Dio mio, era pur sempre un bambino! Che cosa importava se era stato "voluto" o meno?».


Fisso il mio sguardo sulla vetrata, chiudendo gli occhi per Harry che ha alzato il tono della voce e cercando di memorizzare tutto quello che ho scoperto, anche se difficile.
Lui voleva questo bambino. La cosa non mi stupisce: immagino Harry molto più giovane, ma pronto a prendersi le proprio responsabilità, cosa che ha sempre fatto comunque.
Dannazione, posso capire l'ansia nello scoprire di essere incinta poiché è una cosa che ti stravolge tutti i piani futuri, ma pagherei per avere una famiglia con Harry, e questa stronza se ne è uscita dicendo di non volere un bambino con lui solo perché era più piccolo. Adesso però, vedi come ritorna indietro a baciarlo e a cercare di rimettere le cose al proprio posto.



Sospiro quando una goccia tocca il mio petto scollato, notando solamente adesso di star piangendo. Asciugo velocemente le guance, mentre Harry cammina avanti e indietro con le braccia incrociate al petto muscoloso.
Osservando le mie mani, noto di tremare e molte emozioni mi attraversano. Mi sento arrabbiata, triste per questo ragazzo al quale è stato tolto qualcosa di così grande, senza nemmeno il suo consenso.
Apro gli occhi quando le sue mani si poggiano sulle mie ginocchia: i suoi occhi sono lucidi, il suo labbro è rosso per averlo morso così tanto. Nonostante vorrei abbracciarlo e confortarlo per il dolore che ha provato, rimango ferma con le mani poggiate sul mio grembo.


Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora