35. Falò & Auto

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L O U I S E

Sorrido seduta sul prato del parco, mentre lo guardo prendere il sole accanto a me, e non posso far altro che osservarlo per tutto il pomeriggio: il sole caldo sbatte sulla sua pelle rendendola lucida, i suoi capelli sono morbidi e leggeri al venticello, i suoi occhi verdi sono leggermente socchiusi ma riesco a vedere il loro verde intenso, il suo naso è leggermente rosso e le sue labbra, che vorrei baciare sempre, sono piegate costantemente in un sorriso. La canottiera bianca che indossa lascia in mostra il suo petto e le braccia toniche, il tutto coperto da quei tatuaggi che mi fanno impazzire, per non parlare dell'effetto che mi creano quei dannati bermuda a jeans.

«Harry!»


Mi giro dal lato opposto, notando come l'ultima persona che avrei mai voluto vedere fa il suo ingresso.
Katie, nel suo abito bianco scollato e sui tacchi vertiginosi, continua a chiamarlo con la voce stridula attirando anche l'attenzione di altre persone. Alcune di quelle che dovrebbero essere sue amiche, che non conosco e non voglio conoscere, sono ferme poco distanti da noi che guardano la scena e sorridono.
Harry mormora qualcosa che non capisco, mentre si mette seduto e io lo copio. Mi afferro la mano e mi tira verso di sé, abbracciandomi.


«Ricordi cosa ti ho detto?» mi dice sottovoce, mentre lui mi guarda e annuisco. «Allora fai fare a me».



Sorrido forzatamente quando Katie è davanti a noi.

«Ciao, Harry» cinguetta. «Stavamo andando a prendere un caffè, ti va di venire con noi?»


Harry si schiarisce la voce, dando un'occhiata in giro senza sapere cosa cercare.
Da quando sono diventata invisibile? Dannazione, so di essere piccolina ma addirittura invisibile! sbotta la mia coscienza.
Spero che Harry dica di no: due settimane si è presentato a casa mia, chiedendo scusa, e non vorrei ricredermi proprio adesso che stava andando così bene. Mi ha dedicato tutto il suo tempo libero, alternando anche il lavoro da svolgere a casa.
Non abbiamo fatto niente di particolare, abbiamo passato semplicemente del magnifico tempo insieme. Sorrido al pensiero di quando, qualche sera prima presa dalla sua bellezza, avevo provato a spogliare Harry che mi aveva fermato dicendo -cito testualmente- «tranquilla piccolina, avremo tutto il tempo, ma non adesso». Mi aveva riscaldato in cuore, facendomi innamorare sempre di più.

Lo osservo mentre passa una mano tra i capelli corti, sfoggiando uno dei sorrisi più belli.

«Mi dispiace, ma da come puoi vedere sono già impegnato» afferma indicandomi e, solo adesso, lo sguardo dela vipera si posa su di me.

«Dai Harry, non darà fastidio alla tua amica se prendi un caffè con noi» ridacchia sventolando una mano nella mia direzione.

Come, prego?

Harry ridacchia, sfregando leggermente le dita sugli occhi. Poi si alza, aiuta me a riprendere equilibrio per poi raccattare tutte le nostre cose da terra. Afferra la sua felpa grigia da terra poggiandola su una sola spalla, per poi passarmi il mio zainetto nero.

«Vedi Katie, lei è Louise e non è solo un'amica» mormora Harry, continuando a sorridere. Poggia una mano sulle mie spalle, stringendomi. «Lei è la mia ragazza, e non avrei potuto trovare di meglio» dopo, le diamo le spalle e andiamo via mentre cerchiamo di trattenere una risata.






H A R R Y


I giorni passano in fretta, così come le settimane, e finalmente ci ritroviamo a Giugno. L'estate non è ancora arrivata ma il caldo inizia a sentirsi e la cosa mi piace, soprattutto perché Louise indossa sempre pantaloncini e canottierine sexy, facendomi impazzire. Le avrei dovuto dare il via libera quando un paio di sere fa aveva provato a sbottonare i jeans mentre le sue labbra si muovevano sul mio petto. Adesso, mentre la osservo camminare per le vie di Manhattan nella sua spensieratezza, non vorrei far altro che portarla a casa e chiuderci nella mia camera da letto per tutta la giornata.
La situazione sembra riprendersi lentamente, ma è ancora restia nei miei confronti e non è ancora la Louise spensierata che amo; nel suo sguardo ancora vi è un po' di dolore, ma riesco a capirla. Non voglio forzare le cose, voglio che con me si sente bene e al sicuro, perché è così che deve essere. È così che mi sento io.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora