18. Luna Park & Noi

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Quando apro i miei occhi, mi sento stranamente carica, ma un po' intorpidita per aver dormito sul divano con Soph.

Sospiro, alzandomi mentre mi stropiccio gli occhi. Mi metto a preparare il caffè, pensando alla sera precedente.
Con Sophia mi è sempre stato facile parlare, di tutto, così quando ha messo in mezzo il discorso "ragazzi", ho ridacchiato come una stupida sapendo già dove voleva andare a parare. Ha iniziato a parlare di Harry, che stiamo insieme da qualche mese, che stiamo bene l'uno con l'altro, che ci completiamo, che ci vede come la coppia perfetta e cazzate del genere. Ma, quando ha toccato l'argomento "sesso", ho cercato di sviare l'argomento su altro immediatamente, ma invano.
Dire che è rimasta in uno stato di shock per qualche secondo quando le ho detto che non avevo ancora fatto sesso con Harry, mi ha fatto ridere in un modo mai successo prima.

Così, adesso, mi ritrovo a pensare alla sua stupida proposto di fare qualcosa per Harry. Ma cosa? Non dico di non avere avuto esperienza, ho avuto le mie scappatelle, alcune anche piacevoli altre un po' meno, ma ero più piccola. Quando, all'età di diciassette anni avevo deciso di non fare più nulla con nessuno, Niall mi aveva riso in faccia ma ero molto più che seria. Infatti, adesso, con i vent'anni sulle spalle, mi sento solamente ridicola per star pensando ancora. Quando capiterà, capiterà. So che Harry tiene a me e più volte ha fatto battute indecenti e volgari, ma so che lo fa per vedermi arrossire o sbottare contro di lui, solo per poi ridere. Non mi costringerebbe a fare qualcosa e né mi metterebbe alle strette e, questa, è una cosa che mi ha fatto capire molto del tipo di ragazzo meraviglioso che ho trovato.

Sbuffo, stropicciando gli occhi e prendendo una tazza quando il caffè è pronto. Poco dopo Alex entra in cucina, con solo i pantaloni di una tuta grigia, dandomi un bacio in guancia e prendendo una tazza con il latte e i cereali. Sorrido, quando inizia a mangiare in piedi, vizio di famiglia, poggiato solamente all'isola della cucina con i pettorali in mostra.

«Dio sembri la mamma» borbotta con la bocca piena, quando rimango a fissarlo. «Bevi qualcosa di diverso dal caffè?»

Scuoto la testa, ridendo. «Smettila, sai quanto mi piace il caffè la mattina» scimmiotto imitando la mamma.

Ride sonoramente evitando di strozzarsi. «Ti piace sempre veramente, mamma»

Sorrido, notando come poi il suo sguardo si posa su una figura davanti la porta della cucina, così mi volto velocemente. Soph è poggiata allo stipite con addosso una mia maglietta grigia e le mutandine nere. Alex continua a stare con il cucchiaio a mezz'aria, guardando la mia amica che si sposta da un punto della cucina ad un altro per prendere le cose per poter fare colazione mentre si stropiccia gli occhi e toglie i capelli attaccati alla fronte.

«Ma buongiorno!» dico ridacchiando.

«Ma sai smettere di urlare?» borbotta Sophia. «Anzi smetti anche di parlare o respirare, ti prego»

«Mi rincuora il fatto di non essere l'unico ad odiare il suo tono di voce la mattina» sussurra Alex, facendo ghignare la stronza.

Li mando a quel paese quando i due intraprendono una conversazione tutta loro, così mi sbrigo a prendere il mio telefono e sbloccarlo. Una foto di Harry mi spunta subito, facendomi ridere da sola e riempire il cuore di gioia.
È un piccolo Harry, in bianco e nero, con gli occhi sgranati e un sorriso sdentato che parte da una guancia e finisce in quella opposta mettendo in risalto quelle fossette che, crescendo, sono diventate più belle ancora.

È un piccolo Harry, in bianco e nero, con gli occhi sgranati e un sorriso sdentato che parte da una guancia e finisce in quella opposta mettendo in risalto quelle fossette che, crescendo, sono diventate più belle ancora

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