28. A casa di mamma, 1.

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Quando metto piede fuori dalla macchina, che abbiamo affittato all'aeroporto per fare una sorpresa a mamma ed evitare di dirle l'orario d'arrivo, la prima cosa che faccio è prendere uno di quei respiri che ti ridanno la vita.
La prossima volta, appunterò mentalmente di partire da sola per fare visita alla mia famiglia e lasciare le due bestie di Satana che ho per fratelli minori lontano da me.

Sorrido, quando vedo mia mamma correre fuori dalla nostra casa d'infanzia, così lascio la piccola valigia a terra e le corro incontro, abbracciandola forte. La sento ridere quando Jack e Alex ci abbracciano di conseguenza schiacciandoci, capendo anche quanto mi siano mancati questi momenti.

«Dio mio, siete fatti così grandi!» esclama mia mamma ridendo. «Allora? Com'è andato il viaggio?»

I ragazzi iniziano a parlare accavallando le loro voci, mentre sbuffo buttando gli occhi al cielo. Afferro la mia valigia, la mano di mia mamma e la trascino dentro mentre lasciamo i miei fratelli fuori a punzecchiarsi mentre scendono i loro borsoni.

«Sarebbe andato bene, se non fosse stato per quelle due bestie che hai messo al mondo, rovinando la vita di parecchie altre persone, che non hanno fatto altro che litigare sia in aereo che in macchina» affermo, lasciando la valigia in corridoio, mentre ci dirigiamo in cucina.

Mia mamma ride, scuotendo la testa. «Quelle due bestie, nonostante lo siano davvero, sono la tua famiglia Louise»

«Lo so» sorrido dolcemente, mentre li guardo dalla finestra giocare a football.

Mentre prepariamo la cena, io e mia mamma ci aggiorniamo di quello che è successo in città durante la mia assenza. I nostri vicini di casa si sono trasferiti, dopo dodici anni, ed è venuto ad abitare uno scapolo che, secondo mia mamma, è un vero figo. Tappo le orecchie urlando mentre lei, ridendo, mi dice che sarebbe carino invitarlo a cena per conoscerci meglio. Pensando alla vita amorosa di mia mamma, arrivo alla conclusione che magari potrebbe essere una buona cosa conoscere nuove persone e avere nuova compagnia, che sia come compagni o semplicemente amici.

«Magari domani lo invito a cena» sorride mentre gira le fettine di carne nella padella. «Dopo due settimane, non ho avuto tempo per parlargli: ho dovuto preparare le cose per il vostro arrivo»

«Che significa?» la guardo velocemente mentre taglio la verdura. «Non dirmi che hai davvero riunito tutti per questi tre giorni, mamma»

Quando fa spallucce e sorride innocente, sbuffo.

«È appena arrivata la primavera, quale scusa migliore del vostro arrivo per un bel barbecue con i nostri amici?»

Sorrido, scuotendo la testa. «Va bene, ma qualcosa di piccolo per favore»

Sta per rispondere quando il mio telefono squilla, così asciugo le mani e mi affretto a prenderlo, notando il nome di Harry. Sorrido mentre mi allontano, prendendo la chiamata.

«Ehi straniera» ride Harry, dall'altro lato. «Spero tu sia arrivata sana e salva, insieme ai tuoi fratelli»

«Tutto bene tesoro, tranquillo» ridacchio, sedendomi sul mio letto d'infanzia. «Tu? Come vanno le cose lì?»

«Oh ti prego, non dirmi niente! Ti ho proprio chiamata per supplicarti a tornare il più presto possibile! I ragazzi hanno invaso la mia casa» racconta con tono tragico. Sentendo come sia esasperato, non posso far altro che ridere sonoramente.

«Invaso? Beh dovresti esserne contento» sorrido mordendomi il labbro.

«No, Louise, non sono per niente contento!» esclama esasperato, mentre lo immagino passarsi una mano tra il ciuffo per tirarlo leggermente. «Louis mi ha distrutto la televisione da cinquantadue pollici con il cazzo di telecomando della Wii, mentre Zayn e Niall hanno messo in disordine tutti i film e i vinili d'epoca che erano sistemati alfabeticamente»

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora