13. Lunedì & Stelle cadenti

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Il lunedì è l'unico giorno che abolirei letteralmente dalla settimana.
Spengo la sveglia, lanciandola letteralmente giù dal comodino e mi tiro le coperte sulla testa, sospirando felice. La mia felicità dura ben poco però, perché sento delle grida e i gemelli entrare nella mia stanza, lanciandosi su di me.

Mi lamento, sospirando e togliendo le coperte dalla testa. «Cosa fate?» sussurro con voce roca.

«Colazione a letto, confessione tra fratelli. Ne abbiamo bisogno» dice Jack, mentre Alex annuisce con enfasi.

Sospiro, afferrando un cornetto vuoto dal vassoio, facendo segno ai due di parlare. Si guardano, facendosi strani segni con gli occhi e smorfie con il viso che non riesco a capire.

«Vi sbrigate? Il turno inizia alle nove, Niall sarà qui alle otto e mezzo e voi avete giusto venti minuti» li guardo, bevendo anche un sorso di caffè.

«Okay, bene, parlo io» annuncia Alex, spingendo leggermente Jack che adesso sta mangiando il resto del mio cornetto. «Volevamo parlarti di Harry...» annuncia, aspettando probabilmente una mia reazione, che non arriva. «Sappiamo che gli abbiamo dato noi l'indirizzo del tuo posto di lavoro e siamo stati noi a spingerlo a venire da te. Non sappiamo cosa sia successo dopo, ma ti assicuro che semmai tu dovessi star male, sono pronto per spezzargli le gambe»

«E l'uccello» aggiunge minaccioso Jack.

«Di cosa state parlando? Io non sto con Harry» aggiungo subito, alzandomi e iniziando a prendere qualcosa dall'armadio.

«Non abbiamo detto questo!» esclama Jack sbuffando. «Ma abbiamo notato che a cena non ci sei quasi mai e nemmeno lui viene più alle riunioni con i ragazzi. Quando manchi tu, manca anche lui.» continua. «Noi abbiamo fatto solo due più due» conclude Alex.

Li guardo, rimanendo meravigliata dalla loro astuzia e intelligenza. Noto una leggera preoccupazione nei loro occhi, così mi avvicino sospirando.

«È vero, sono stata con Harry in queste settimane, ma non c'è nulla. Ve lo assicuro! Abbiamo... beh... capito che ci piacciamo, ma né io né lui siamo bravi in queste cose...quindi aspetteremo» li guardo, notando adesso un po' di tranquillità nei tratti dei loro visi.

Sorridono, creando un abbraccio di gruppo quando stringono, letteralmente, le loro braccia intorno al mio corpo.
Rido, sussurrando un "vi voglio bene", pieno di gioia e amore.

***

Sospiro, camminando per l'ennesima volta tra gli scaffali della sezione adulti e guardando se tutti i libri sono in ordine alfabetico. Quando arrivo alla V, rido con me stessa arrossendo quando vi sono alcuni libri di Verlaine. Continuo a camminare, girando l'angolo, ma scontrandomi con qualcuno.

Alzo lo sguardo appena riconosco gli stivaletti marroni rovinati, sorridendo a trentadue denti. I suoi ricci sono spettinati per via del leggero vento, mentre il suo cappotto è stato aperto.

«Buongiorno» annuncia sorridendo, stringendo il mio fianco quando le sue labbra toccano la mia guancia.

«Buongiorno a te» sussurro. «Cosa ti porta qui?»

Alla mia domanda sorride, uscendo un piccolo contenitore di carta di una pasticceria qua accanto. Passo lo sguardo dalla scatola a lui e viceversa, in modo veloce, cosa che lo fa ridere.
Apre il piccolo coperchio, facendo illuminare i miei occhi.

Apre il piccolo coperchio, facendo illuminare i miei occhi

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