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Il secondogenito della famiglia Way, Michael James Way, per gli amici Mikey e per un Frank Iero ubriaco e ventenne una "biondina da paura", era una persona decisamente particolare. E non solo perché aveva quasi perso la verginità con uno dei suoi migliori amici così marcio che credeva lui fosse una femmina.

Gerard ricordava benissimo il primo momento in cui era venuto a conoscenza della sua esistenza, più di trent'anni prima. La loro madre, all'epoca madre solo di un Gerard di tre anni e mezzo, un giorno aveva annunciato al figlio, che stava disegnando al tavolo della cucina, che avrebbe avuto un fratellino o una sorellina.

Il piccolo Gerard aveva risposto con un: «che schifo, mamma, potrei avere dei pastelli nuovi invece?».

Suo padre si era intromesso nella conversazione dicendogli che avrebbe adorato essere un fratello maggiore e aggiungendo un: «pensa, poi, Gee, se sarà una bambina potremmo chiamarla Trota.»

Suo padre aveva una fissazione preoccupante per le trote.

«Se provi anche solo a immaginare che ti lascerò chiamare mia figlia Trota giuro che brucio tutta la tua collezione di ami da pesca e le foto delle trote che nascondi nel cassetto delle calze.» aveva risposto sua madre, molto decisa.

Gli ami e le foto delle trote erano però rimasti al sicuro, anche perché qualche mese dopo avevano scoperto, con enorme sollievo di sua madre, che il nuovo bambino sarebbe stato un maschio.

Gerard ricordava bene anche il giorno della nascita di Mikey, quando suo padre e sua nonna lo avevano portato dalla mamma in ospedale per conoscere il suo fratellino. Mikey era un'orrenda e rugosa creaturina con gli occhi chiusi che se ne stava fra le braccia della mamma. Gerard ci aveva dato un'occhiata e aveva detto candidamente: «È brutto, possiamo portarlo indietro?»

Tuttavia, con l'andare del tempo, quando Mikey aveva imparato a fare altro che non fosse piangere e mangiare, Gerard si era ricreduto. Avere un fratello non era così male.

Erano stati amici sin da quando Mikey aveva imparato a gattonare, avevano creato una band insieme e vissuto mille avventure e esperienze.

Ma Mikey, appunto, era una persona particolare.

Tutti sapevano che adorava suonare il basso, che aveva avuto un periodo trash in cui adorava gli unicorni e aveva gusti discutibili in fatto di occhiali, ma solo le persone più vicine a lui conoscevano il suo più intimo e oscuro segreto.

Mikey Way era ossessionato dai trinciapolli.

Era tutto iniziato quando aveva circa sei mesi e stava giocando sul pavimento della cucina. Gerard era arrivato correndo e per sbaglio era finito contro la gamba del tavolo, su cui era appoggiato un trinciapollo che era caduto proprio sulla testa del piccolo Mikey, per fortuna dalla parte del manico, lasciando il bambino illeso a parte la botta.

Gerard era scoppiato a piangere perché aveva sbattuto la testa e la mamma era accorsa e per poco non era morta vedendo non solo il suo primogenito piangere disperato urlando, ma anche il suo secondogenito che aveva afferrato il trinciapollo che gli era caduto addosso e lo stava abbracciando come fosse un peluche.

Da quel giorno era diventato impossibile separare Mikey dal trinciapollo, e sua madre aveva dovuto cercarne uno giocattolo per sostituirglielo di nascosto. Il trinciapollo era diventato per Mikey una sorta di orsetto Teddy, e per quanto la cosa fosse eccentrica, nessuno ci aveva fatto troppo caso, pensando fosse una fase.

La fase, però, non era ancora finita.

Mikey teneva il suo grande amore per quegli utensili da cucina segretissimo. Nessuno, se non famiglia e amici stretti, lo sapeva. Lo aveva tenuto nascosto alla sua prima moglie fino a dopo il matrimonio e lei era rimasta traumatizzata così tanto che era dovuta andare da uno psicologo.

seconds | frerard [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora