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Alla fine Frank ci aveva messo quaranta minuti per trovare le palle di entrare. Quaranta minuti al gelo e coi vestiti bagnati. Gerard lo aveva interiormente maledetto almeno trecento volte, mentre rabbrividiva guardandolo esitare con le chiavi in mano.

Gli aveva proposto di risolvere tutto con Jamia al telefono ma Frank era una persona decente quindi si era rifiutato. Aveva blaterato cose su quanto tenesse a lei e minchiate varie che Gerard rifiutava di ricordare. E poi voleva vedere i bambini.

Gerard aveva già conosciuto i figli di Frank e Frangia di Satana e aveva riservato loro lo stesso trattamento che riservava a tutti gli altri bambini tranne Bandit: li aveva osservati con celato disgusto cercando di stare il più lontano possibile da loro. Per fortuna nessuno di loro somigliava tanto a Jamia o aveva la frangia, quindi erano perlomeno passabili. Si rese conto però solo allora che facendo l'upgrade da "amico di papà che vive sull'altra costa" a "fidanzato di papà che vive con papà" probabilmente avrebbe dovuto averci a che fare di più e si rammaricò di non essere stato più carino con loro, ma a malapena era carino con Bandit, figurarsi con dei cosi che avevano metà di DNA in condivisione con Jamia e quasi tutti i mitocondri. Lo avrebbero sicuramente odiato e distrutto.

Entrò trascinandosi dietro Frank che camminava lentissimo, probabilmente per rimandare di qualche secondo l'inevitabile discorso. Non fecero tempo a chiudere che un esercito di cani li aggredì per salutare il loro padrone e mangiare vivo l'intruso.

C'era quella cosa, in Gerard, che gli impediva di stare simpatico ai cani. Quella cosa che sicuramente aveva a che fare con il suo odio per tutta la razza canina. Quindi, mentre Frank si faceva inondare di bava e leccate, Gerard si mise in un angolo del corridoio fingendo di essere parte della tapezzeria color topo. Che era orrenda tra l'altro. Probabilmente l'aveva scelta Jamia per abbinarla alla sua maglietta e al ratto domestico di Bert.

Un'orrenda cosa più simile a una ciabatta usata che a un cane però lo individuò e iniziò a fissarlo. La cosa era preoccupante.

«Frank, il tuo ... coso mi minaccia.» disse avvicinandosi ancora di più al muro coperto dalla tappezzeria color topo di Bert.

«Sweet Pea non farebbe male a una mosca, ti sta salutando. Accarezzala.»

Ah, quindi quella cosa oscena era una femmina.

Gerard avrebbe preferito tagliarsi una mano piuttosto che accarezzare quella cosa, o accarezzare il ratto domestico di Bert che aveva la simpatica abitudine di aggredire a morsi qualunque cosa fosse nel suo raggio d'azione e probabilmente era pieno di malattie vivendo con Bert, ma in fondo Frank stava per lasciare Jamia per lui quindi glielo doveva. Toccò una volta la testa dell'orrido animale e ritrasse velocemente la mano.

Probabilmente il cane aveva l'ebola. Probabilmente Gerard aveva appena preso l'ebola. Probabilmente sarebbe morto. Gerard si osservò la mano, chiedendosi se amputarla avrebbe evitato al morbo di diffondersi nel resto del corpo.

«Frank?»

La voce femminile che aveva chiamato il suo fidanzato era particolarmente irritante. E troppo adulta per essere di una delle bambine. E Gerard sapeva benissimo di chi fosse, ma in qualche modo si ritrovò a pregare che non fosse lei, senza sapere nemmeno perché.

«Jam!»

Una donna apparve indossando un orrendo pigiama di pile. Gerard la guardò con odio.

Jamia Qualcosa Ma Iero Staminchia era una donna non particolarmente graziosa ma sicuramente un cane più bello di Sweet Pea. Aveva la solita frangia orrenda che era il suo marchio di fabbrica e gli occhi acquosi, probabilmente perché era un'ameba. Gerard la guardò male ancora, giusto perché poteva. E perché forse Jamia in realtà era carina - il pigiama no, restava orrendo - e aveva fatto un grande sorriso a rivedere Frank e gli era corsa incontro con le guance rosse come una bambina. E Gerard era geloso marcio.

seconds | frerard [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora