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Erano passati tre giorni e Gerard aveva iniziato a stare sempre meglio. Il che naturalmente voleva dire che aveva tentato in molteplici occasioni di convincere Frank a fare sesso e aveva sempre ricevuto un due di picche.

Certo, un paio di volte i suoi tentativi di seduzione erano stati interrotti da attacchi di tosse o dall'impellente bisogno di soffiarsi il naso, ma alcuni erano stati a dir poco perfetti.

Tipo quella volta in cui Frank aveva portato in stanza la cena e Gerard - che normalmente si sarebbe fatto trovare nudo nel letto e non con il pigiama addosso e una coperta a mo di scialle sulle spalle, ma era malato e non voleva prendere la polmonite - gli aveva detto con voce suadente e roca (per il mal di gola) "che ne diresti di mangiare me stasera?". In qualunque porno avrebbe funzionato ma Frank aveva riso così tanto che quasi aveva rovesciato il brodino che gli aveva portato. Gerard non capiva seriamente cosa ci fosse da ridere. Nei porno nessuno rideva.

Oppure quella volta in cui aveva deciso di tentare un approccio diretto e, approfittando del fatto che Frank fosse sotto la doccia, aveva nascosto tutti i suoi vestiti. Quando lui aveva provato a cercarli Gerard, che ancora una volta non aveva potuto farsi trovare nudo come voleva per motivi di salute, gli aveva detto con voce seducente e roca (sempre per il mal di gola): «Te lo avevo detto avrei fatto una festa nei miei pantaloni, e i tuoi vestiti non erano invitati.»

Frank lo aveva guardato come avrebbe guardato un grosso maiale in tutù ballare con uno sfondo psichedelico sulle note di una canzone neomelodica e, quando aveva ritrovato la voce, lo aveva liquidato con un:«Allora sto in accapatoio» e si era messo a guardare la tv.

Le volte erano state molte e la maggior parte erano finite o con Frank che alzava gli occhi al cielo o che rideva. La cosa aveva irritato Gerard tantissimo ed era stato quasi felice che a un certo punto a Frank avesse iniziato a colare il naso. Se la meritava l'influenza, stupido monaco di clausura.

«Gee?» gli aveva domandato Frank ad un tratto mentre stavano leggendo abbracciati un fumetto.

Era una delle cose migliori dello stare con Frank, la loro posizione abbracciata: Frank che teneva il telefono e scorreva le pagine, Gerard che lo stringeva da dietro e seguiva con la testa appoggiata sulla sua spalla. Era praticamente sicuro che non avrebbe mai voluto leggere in un modo diverso. Anche perché così non doveva affaticarsi le mani a tenere il telefono.

«Eh?»

«Devi lavarti, non riesco a starti vicino, puzzi.»

Gerard era effettivamente consapevole che sudare ogni notte - per la febbre, perché Frank il massimo che gli faceva erano le carezze sulla schiena - senza cambiare il pigiama non era una gran cosa ma non aveva decisamente voglia di lavarsi.

Non era mai stato particolarmente fan delle docce, o di fare il bagno. Una volta non si era lavato per così tanto che Lindsey gli aveva rovesciato una bacinella di acqua addosso, ormai schifata. Gerard lo aveva contato come doccia e non si era lavato per il resto della settimana e lei aveva quasi avuto una crisi isterica. Ma insomma, non era praticamente uscito di casa, non era mica sporco.

Frank, al contrario, passava praticamente più tempo dentro la doccia che fuori. Stava ore ad asciugarsi - male - i capelli che alla fine sembravano un nido, ma che in qualche modo il secondo giorno dopo che li aveva lavati diventavano pure belli e luminosi. E si vedeva che ne era orgoglioso, ogni tanto scuoteva la sua chioma Pantene neanche fosse Chiara Ferragni.

Gerard non aveva mai neanche osato immaginare di comprare un balsamo in vita sua, ma se anziché la biondina italiana a fare la pubblicità ci fosse stato Frank probabilmente ne avrebbe preso un magazzino intero e lo avrebbe usato anche per lavare i piatti - non che lui avesse mai lavato i piatti -. Avrebbe dovuto suggerirlo alla Pantene.

seconds | frerard [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora