» quarter past midnight - 0.2

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Dopo un po' di coccole dai bambini, Gerard era stato interrotto da Lindsey che entrava in stanza per svegliarli, ancora con addosso i pantaloncini a righe e la maglia di Harry che usava come pigiama.

«Bambini! Colazione?» stava dicendo entrando ma quando li vide tutti impilati su Gerard fece un sorriso e si girò verso la porta, «Harry, guardali un po', chi l'avrebbe mai detto. Ciao Gerard.»

Harry, anche lui in maglietta e pantaloni del pigiama fece sporgere la testa oltre la porta e fece un sorriso.

«Ciao Gerard, ciao bambini.» disse agitando la mano per salutare.

«Ciao Harry!» esclamò Bandit facendo ciao anche lei con la mano ma restando abbracciata a Gerard, che nonostante avesse una parte matura che era contenta che Bandit e Harry andassero d'accordo, ne aveva un'altra molto più immatura che avrebbe fatto un sacco di storie a Bandit se avesse iniziato a chiamarlo papà. Insomma, con Frank sarebbe stata una cosa diversa. Frank poteva essere il padre di Bandit, in fondo Gerard voleva esattamente quello e lo considerava un po' come il terzo genitore di Bandit ma Harry assolutamente no. Poteva semmai fare il fratello maggiore. Non aveva diritti su sua figlia.

«Ciao Harry, ciao Lindsey. Ve li mando subito, dico solo ciao a Jamia e torno da Frank.» disse e poi si rivolse ai bambini, «su, a vestirsi. Ci facciamo le coccole dopo quando andiamo da papà tutti e sei insieme.»

Tutti, persino Lily, ubbidirono senza protestare e Gerard ebbe un leggero moto di orgoglio per le sue doti di genitore.

«Lindsey, hai svegliato tu i bambini?» sentì dire alla voce di Jamia e infatti un secondo dopo la vide affacciarsi, avvolta come al solito in un orrendo pigiama di pile, alla stanza.

«Sono già a lavarsi e vestirsi. E Jamia, ti prego, abbiamo già parlato del pile. No. Come i leggings sotto i vestiti. Ogni volta che ti vesti, pensa: cosa penserebbe Chiara Ferragni di me?» le disse Gerard a mo' di saluto.

«Ma Antony ...» provò a dire lei.

«No, Jamia. Questo è il reminder quotidiano che ti faccio di lasciarlo. Non ci interessa l'opinione di Antony perché per avere un'opinione è richiesto un cervello e lui non lo ha. » le ricordo Gerard.

Antony, il ragazzo di Jamia, era la definizione esatta di "caso umano". Non parlava inglese, quindi non capiva niente di cosa tutti dicessero, ma solo italiano, che nessuno, nemmeno Jamia capiva. Eppure stavano insieme. E già lì Gerard aveva avuto qualche perplessità. Poi aveva visto il canale youtube di Antony e sentito le sue "canzoni" e, con Frank vicino che stava letteralmente rotolando dal ridere, aveva chiamato Jamia per chiederle se era matta a stare con un coso del genere. Jamia aveva risposto che Antony aveva tante belle qualità ma quando Gerard aveva chiesto quali era sembrata un po' persa. In tutto quello Frank aveva continuato a ridere, dicendo ogni tanto, "ha tatuata Puffetta ragazzi, Puffetta» come se lui non avesse tatuate addosso le peggio cose. Ma - Gerard non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce in realtà - meglio un cuore con Jamia scritto dentro che insomma, un puffo.

«Jamia, effettivamente il Grande Puf... cioè Antony, ecco, non è molto alla tua altezza.» aggiunse Lindsey tentativamente, che naturalmente condivideva l'opinione di Gerard e Frank sul fatto che Antony fosse un caso umano.

«Se posso permettermi, a me fa paura.» disse Harry, dato che Antony, che non si sapeva dove fosse stato educato ma probabilmente da un branco di maiali, ogni volta che lo vedeva cercava di fare stories con lui per "i followers". E ovviamente si rivolgeva a Harry in italiano e Harry, dopo un po', si era rotto le palle ed era passato alle maniere forti. E poteva anche essere il tipo che andava in giro predicando "choose kindness" e "treat people with kindness" ma quando qualcuno gli rompeva le palle sapeva come farlo pentire per il resto dei suoi giorni.

seconds | frerard [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora