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Gerard e Frank, alla fine, erano tornati a casa lasciando i bambini con le madri. Stranamente, dato che solitamente se non prendeva almeno tre uber al giorno si sentiva male, Gerard aveva voglia di camminare e quindi avevano deciso di farsi qualche isolato a piedi, nella notte di primavera che ormai anche in New Jersey era tiepida.

Gerard camminava con le mani in tasca qualche passo avanti a Frank, parlando della recente riappacificazione e girandosi, ogni tanto per guardare l'altro che lo ascoltava e raramente interveniva.

«Questa cosa che siamo amici sia io e lei che tu e lei è veramente strana ... pensi che dovremmo uscire in tre? Per me può anche portare Antony, però credo che non accettino prenotazioni per quattro al ristorante se il quarto è immaginario ...» stava dicendo, camminando all'indietro.

Frank però accelerò il passo per venirgli vicino e fece un giro su se stesso.

«Lo sai che non mi interessa niente di Jamia e di chiunque altro non sia tu ora, vero?» gli domandò inaspettatamente, appoggiandogli le mani sui fianchi.

«Uhm ... c'è qualche cosa che mi sono perso?» domandò Gerard, senza capire come mai Frank lo guardasse con quegli occhi così pieni di amore e felicità.

«È che ... siamo a posto. Abbiamo sistemato tutto il casino. Tu e Lindsey, io e Jamia, le cose con Mikey, Ray ... è tutto a posto. Stiamo bene. Stiamo insieme. E sono tanto felice.»

Gerard in realtà non avvertiva il cambiamento in modo così drastico. Era stata una cosa graduale, a dire il vero. Le cose erano maturate col tempo, ed erano cambiate. Avrebbero continuato a cambiare, forse Frank e Jamia sarebbero diventati davvero ottimi amici com'erano prima, forse no, forse sarebbero rimasti in New Jersey un po' di più, forse sarebbero andati a Los Angeles. Non aveva la minima idea di che cosa sarebbe successo il giorno dopo, il che non era certo una novità nella sua vita, e gli andava bene così. Anche perché aveva un'unica certezza, ed era lì di fronte a lui, che lo teneva stretto nella strada ormai deserta.

«Mi piace vederti felice, Frankie» gli disse e lo baciò sulla punta del naso.

«Non mi abituerò mai a quanto possa essere bella la vita con te. A quanto tu sia un enorme disagiato ma a quanto anche tu sappia capirmi e prenderti cura di me. Sei la scelta migliore che io abbia mai fatto» gli disse Frank.

Ed era reciproco.

Ed era esattamente quello che Gerard aveva sempre voluto sentire, più di un "ti amo", più di un "hai le patatine gratis da KFC". Frank felice di aver scelto lui. Aveva sempre immaginato la loro ipotetica relazione, negli anni in cui era stato innamorato di lui, come una catastrofe. Probabilmente lo sarebbe stata se si fossero messi insieme in qualunque altro momento delle loro vite, quando Gerard era totalmente incasinato e incapace di relazionarsi, aveva ragione Ray. Ma in qualche modo le cose si erano incastrate nel modo giusto, e ora camminavano insieme verso la loro casa - e i loro cani - e le cose andavano bene. Frank scriveva canzoni felici, Gerard stava perdendo peso e iniziava a comportarsi sempre di più da essere umano. Per qualche miracolo divino le loro ex mogli non li odiavano, le cose in famiglia andavano bene e, in realtà, ogni cosa era come doveva essere.

«Sai, la prima volta che ti ho visto ho avuto una sensazione orribile. Pensavo fossero farfalle nello stomaco, ma era più qualcosa del tipo "qualcosa qui non va". E ho sempre pensato che fosse perché tu avevi un sacco di problemi ed eri incasinato e guarda un po' di che casino mi ero innamorato.» disse Frank all'improvviso, tirandoselo ancora più vicino, forse troppo per essere in un luogo pubblico.

seconds | frerard [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora