-Vado-urlo per poi aprire la porta della villa dei Johnson.
Esco e subito i raggi del sole entrano in contatto con la mie pelle, facendomi venire caldo. È strano questo tempo, però è sicuramente ben apprezzato da tutti, tranne che da me che preferisco l'inverno. Appena finisco di percorrere il viale raggiungo la macchina nera che appartiene a mia sorella: Morgana Harrison, la più grande. Chiudo la portiera e mi affretto a mettere la cintura. -Ciao-la saluto, mentre la macchina parte. -Ciao-ripete per poi accendere la musica a un volume basso-Come va? -Va tutto bene-rispondo, ma subito mi affretto a continuare-Sono fidanzata, sono stata promossa solo con una materia da recuperare a settembre, ho degli amici e sono felice. Di solito non parlerai di cosa mi succede, ma lei è mia sorella e ci ho sempre avuto un bel rapporto, almeno fin quando ha trovato lavoro e una casa tutta sua. -Sono felice per te-dice e per un breve secondo la sua mano si posa sulla mia gamba coperta da dei jeans scuri-Un giorno mi farai conoscere il tuo fidanzato? -E tu mi farai conoscere il tuo?-ribatto puntando la mia attenzione sui suoi occhi, che subito distoglie per concentrarsi sulla strada.
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Le sorelle Harrison hanno sempre avuto in comune il colore dei capelli: arancioni, lisci e mossi.
Morgana Harrison, la primogenita, la più grande, ha ventisei anni: ha gli occhi verdi, naso dritto, labbra sottili, corporatura robusta e ha gusto nel vestire. È autoritaria, ma dolce al punto giusto. Lei, alla mia età, è stata la più popolare della scuola, un po' come Allison. Ha sempre avuto molti ragazzi che la corteggiavano, ma mai niente di serio; non si è mai innamorata fino a quando non ha incominciato a lavorare, lì ha conosciuto Andrea e se n'è innamorata: stanno insieme da ben cinque anni. Mi chiedo quando si sposeranno.
-Prima o poi-risponde tutta felice. Il secondo dopo ci mettiamo a parlare delle nostre situazioni sentimentali, mi rivela com'è stata la sua prima volta e io le rivelo a mia volta che non siamo ancora arrivati a quel punto anche se stiamo insieme da, più o meno, tre mesi. -Ti sta aspettando, che tenero-commenta. Già, è vero, Liam è sorprendentemente buono nei miei confronti: fa tutte le cose dolci, mi capisce, mi abbraccia quando ne ho bisogno. In qualche modo capisce sempre quando è il momento per abbracciarmi e quando, invece, è il momento di starmi alla larga. È un ragazzo fantastico. E, per essere il mio primo ragazzo, mi sta rispettando tantissimo, mi sta facendo vivere un sogno. Migliora le mie giornate, mi rende felice. Mi fa sorridere. Giuro, non ho mai sorriso così tanto in tutta la mia vita. Questo è il periodo della mia vita, più bello in assoluto. Non credevo che mi potesse servire così tanto, ma mi sono sbagliata. -Vi siete detti ti amo?-mi domanda quando finisce di raccontarmi una su vecchia storia "d'amore". Stringo le labbra:-No. -Cosa?!-sbotta, mentre ci fermiamo a un semaforo-Mh, okay-sospira guardandomi-Tu lo ami? -Durante la nostra relazione non ci ho mai pensato-le rivelo, mentre mi stringo nelle spalle.
Ho caldo e sinceramente mi sarei vestita più leggera se solo non stessimo andando a trovare nostra sorella di mezzo, che si trova in carcere. Non potevo certamente vestirmi leggera. -Se ci pensi non è una cosa positiva-commenta, mentre la macchina riparte. -Non sono ancora pronta... -Dopo tre mesi? -Sì, anche dopo tre mesi, non tutti riescono a dire quelle due parole così facilmente-sbotto, incrociando le braccia al petto e guardando fuori dal finestrino, a dir poco infastidita. Sento sospirare la guidatrice:-Scusa Ginevra, non avrei dovuto, infondo io ho detto quelle parole solo a un ragazzo. Subito tutta la rabbia si dissolve e torno a guardare la mia stessa sorella:-Ad Andrea? Annuisce con un sorriso smagliante in viso:-Solo a lui. -Anche io voglio esserne sicura-le confesso, mentre incomincio a intravedere l'edificio grigio a dir poco gigantesco. -Ed è giusto così-mi rassicura, entrando nei parcheggi.