Prendimi.

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12 febbraio.

Ho provato a parlare con mamma di ciò che ho sognato, ma lei ogni singola volta cambiava discorso o semplicemente scappava. Ho chiamato papà per chiedere spiegazione e lui mi ha detto che quando sarò a casa sua, faccia a faccia, ne parleremo. Un po' mi ha confermato che ciò che ho sognato è vero. Io e Felix abbiamo una sorella maggiore, di cui non conoscevamo l'esistenza. Adesso lei sta bene? Ha una famiglia che le vuole bene? Sa' che ha dei fratelli?
Vorrei tanto conoscerla e sapere se sta bene.
Bea, appena ha saputo che mi sono ripreso, è venuta a trovarmi, mi è stata accanto e mi ha rimproverato: affermando che la prossima volta farà lei la mia valigia. Sono arrivati i miei amici che mi hanno tormentato e preso in giro, non ho parlato con loro di ciò che mi tormenta, lo farò solo quando ne sarò sicuro. La stessa cosa farò con Felix che adesso ha i suoi problemi con la sua fidanzata e con la madre di sua figlia. Di questo me la dovrò cavare da solo, per un po'.

Suona il citofono e vado ad aprire: non mi aspettavo visite, pensavo di poter passare un intero pomeriggio a studiare, a quanto pare mi sbagliavo. Apro il portone e poco dopo vedo arrivare sul mio piano una chioma castana, subito penso a Chiara, ma quando alza lo sguardo mi devo ricredere: quella che ho davanti a me è Allison.
Wow. Si è fatta castana.
-Che c'è?-mi chiede, mentre mi raggiunge e mi osserva preoccupata-Non sto bene?
Nego leggermente con la testa e sorrido:-Per la verità stai benissimo.
Le sue guance diventano leggermente rosse e per un breve secondo distoglie lo sguardo dai miei occhi, ma ritrova subito il coraggio.
-Mi fai entrare o mi fai restare sulla soglia di casa tua?-mi domanda, alzando un sopracciglio. Mi faccio da parte per farla entrare.
Ci dirigiamo verso la cucina e intanto la osservo, giuro non mi aspettavo questo suo cambiamento, ma devo ammettere che mi piace molto. Devo ammettere che sta davvero molto bene anche mora, anzi la preferisco di più. È davvero carina.
-Allora-incomincio a parlare quando entriamo in cucina e lei si siede sul divano-Perché sei qui?
Mi guarda attentamente e un po' mi mette in soggezione:-Ti ho visto un po' assente quando eravamo con gli altri e mi chiedevo cosa ti tormentasse.
È incredibile come Allison riesca a conoscermi perfino meglio della mia fidanzata o della mia migliore amica, mi chiedo come faccia. Sarà che noi due abbiamo sempre avuto un legame diverso da tutti gli altri?
Annuisco e deciso di essere onesto almeno con lei, voglio che lei lo sappia e vorrei un suo consiglio più che onesto. So' che lei mi potrebbe aiutare. In guerra, la prima persona che vorrei dalla mia parte è proprio lei: Allison è una nemica molto difficile da battere. È tenace, forte e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Non è fragile, o almeno non lo dimostra quanto dovrebbe.
Prendo una sedia e mi posiziono proprio davanti a lei, a poca distanza. Le incomincio a raccontare, per filo e per segno, ciò che ho sognato: i ricordi che avevo rimosso su mia madre che mi rivelava l'esistenza di mia sorella maggiore.
Lei mi ascolta attenta, senza mai interrompermi.
-E tua madre te lo ha confermato?
-Più o meno-sospiro appoggiandomi allo schienale-Mio padre ha detto che me ne parlerà appena andrò a casa sua.
-Bene-annuisce e si alza, guardandomi dall'alto-Andiamo?-mi chiede e io rimango a corto di parole-Non vuoi sapere la verità?
In effetti sì, lo voglio sapere e con lei sono più invogliato.
Mi alzo a mia volta:-Vado a cambiarmi, aspettami qua.
Annuisce e si risiede, prendendo in mano il suo cellulare.

Esco dalla stanza per dirigermi verso la mia. Mi incomincio a cambiare e intanto mi rendo conto che sono felice che Allison sia venuta a trovarmi e che mi stia accanto in questa maniera, in qualche modo so' che mi posso fidare ciecamente di lei. Potrei parlarle di tutto e so' che comunque lei starebbe dalla mia parte.
C'è qualcosa, qualcosa che mi attira nella sua direzione e non mi farà mai dubitare della sua lealtà nei miei confronti. Allison mi sprona a essere più forte.



...



A quanto pare papà a casa non c'era e siamo dovuti presentarci nel suo ufficio, dove ho fatto la conoscenza di molte persone che mi conoscevano, ma che non era altrettanto per me, questo mi ha confermato che papà parla molto di me e Felix.
Entriamo nel suo ufficio estremamente grande e dalla vetrata spettacolare che da' sulla città, ci andiamo a sedere in una parte della stanza in cui si trovano divani e poltrone. Dennis ci viene incontro: abbraccia me e si presenta a Allison.
-Thord?-ripete il suo cognome e lei annuisce-Conosco bene la tua famiglia-svela e sorride leggermente-Sono dei miei vecchi amici.
La mora annuisce titubante:-E adesso sono diventati dei suoi avversari, ma questo poco importa, io voglio bene a Peter e sono qui come sua amica.
-Certo, lo immaginavo-dice papà e ci fa segno di sederci sul divano posto davanti a lui.
Non sapevo che i genitori di Allison fossero dei nostri avversari, ma come al solito lei ha saputo parlare in modo giusto a mio padre. È stata spettacolare, io non avrei potuto far di meglio.

Quando si siede, prende un grande respiro e poco dopo mi incomincia a parlare di come la storia tra lui e mamma è nata, davvero in tenera età. Si conoscevano dalla prima superiore, si parlarono solo in seconda grazie ad amici in comune, incominciarono ad uscire insieme e poco dopo si fidanzarono. Sui sedici anni Hannah rimase incinta, tutti e due erano immaturi, così chiesero aiuto ai loro genitori che presero loro quella responsabilità. Mio padre restò accanto a mia madre per tutto il tempo di gravidanza, quando nacque portarono subito via la bambina e poco dopo dissero ai due neo genitori che la bambina era morta a causa di complicazioni.
-Solo in un secondo momento, quando fummo sposati e mio padre era in procinto di morire, ci confessarono la verità: la bambina non era morta-dichiarò Dennis, con faccia scura, conoscendolo avrebbe tanto voluto allevare la bambina, anche se sarebbe stato difficile-Era stata data in adozione-continua-La cercai e la trovai, era felice con un'altra famiglia e perché avrei dovuto rovinarle quel sogno? Che pretese potevo aver io?
-Ne avevi eccome-risponde Allison-Eri e sei suo padre-parla per me-Ogni bambino vorrebbe conoscere i suoi veri genitori, ne hanno il diritto.
Dennis scuote la testa, con occhi lucidi:-Io non c'è l'ho fatta, non ho avuto abbastanza coraggio.
La ragazza al mio fianco storce la bocca e sta per parlare nuovamente, ma io metto la mia mano sul suo ginocchio, fermandola. Io conosco mio padre e so' che non avrebbe mai fatto del male a sua figlia, sono sicuro che avrà fatto di tutto per riaverla al suo fianco. So' quanto ci tiene a me e a Felix. Adesso so' che nel suo cuore c'è un altro spazio tutto occupato da questa ragazza.
-Mia sorella si chiama Scarlett?-domando, adesso mi è tornato in mente il suo nome.

Papà annuisce, per poi incominciare a frugare nelle tasche della sua giacca ed estrarne il portafoglio:-Ho una sua vecchia foto

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Papà annuisce, per poi incominciare a frugare nelle tasche della sua giacca ed estrarne il portafoglio:-Ho una sua vecchia foto.
-Peter-mi richiama Allison, mettendo la sua mano sul mio braccio-Ti sei reso conto della coincidenza?
-Coincidenza?-ripeto non capendo.
-Eccola-parla l'uomo e mi porge la fotografia che porta sempre con se. La prendo in mano e quando la vedo capisco a cosa si riferisce Allison.
-Non sono coincidenze-sospira e a me batte forte il cuore.
Non riesco a crederci.
Non può essere.

Una vita per essere amati // cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora