-Svegliati tesoro- sussurra mia madre al mio orecchio, ma perché deve svegliarmi??
- Che c'è?- le chiedo sbuffando,
- Sai, dopodomani è il tuo compleanno, pensavo che...- comincia,
- No- dico secca, che brutto risveglio, odio il mio compleanno, perché non vuole capirlo?
- Lo so che non vuoi, ma compi 16 anni, non è da tutti i giorni- mi prova a convincere, mi metto seduta accanto a lei e noto che indosso ancora i vestiti di sta notte, speriamo che non chieda nulla,
- Mamma... no- continuo decisa, ma lei scuote la testa e continua a parlare,
- Facciamo una piccola festa, anche solo una pizza con gli amici più stretti potresti invitare Gwen e...- mi propone, ma mi alzo in piedi e lei si ferma,
- No! Cosa dovremmo festeggiare? Il fatto che sono esattamente 6 anni che papà non si fa sentire? Non voglio nulla, non voglio che nessuno di voi mi faccia gli auguri, dimentica il mio compleanno, io lo odio!- grido con voce tremante e mi chiudo in bagno, rimango a guardarmi allo specchio per diversi minuti, scruto con attenzione la mia faccia e fatico a trattenere le lacrime, ogni anno è la stessa storia.
Dopo una veloce doccia, essermi lavata i denti e vestita con una semplice maglietta e degli shorts, saluto con freddezza mia madre ed esco di casa, ho il terrore che possano organizzarmi una di quelle imbarazzanti feste di compleanno e dove mi cantano tanto auguri, non voglio ricordare quel giorno di 6 anni fa, quando stavo aspettando che mio padre tornasse da lavoro per mangiare la torta insieme e invece non è tornato per i sei anni successivi, mi fa male anche solo pensarci.
- Hey Thomson!- mi saluta qualcuno alle mie spalle, mi suona familiare la sua voce,
- Peter?- chiedo piano, guardando che è in compagnia di una dozzina di ragazzi tutt'altro che rassicuranti,
- Ciao, come stai?- mi chiede come nulla fosse con tono superiore, non so perché ma il mio istinto mi dice di andarmene,
- B-bene te?- balbetto con il batticuore, una delle ragazze ha in mano un coltellino,
- Anche io, dove vai di bello?- domanda con un sorrisetto diabolico, mentre scambia uno sguardo complice a un tipo robusto con degli strani anelli di acciaio nelle mani,
- Sto solo facendo una passeggiata, i miei amici mi aspettano nel parco- mento, meglio farli credere che io non sia sola,
- Ah si? Possiamo accompagnarti?- chiede un ragazzo dai capelli tinti di grigio, stringendomi molto forte un braccio per impedirmi di andarmene,
- Nono, tranquilli, ce la faccio da sola, voi continuate a fare quello che stavate facendo, a dopo- concludo cercando di liberare il mio braccio dalla prese del ragazzo, che emette una risatina diabolica e mi lascia andare,
- Ciao!- esclama Peter scoppiando a ridere e mentre sto voltando un angolo lo sento parlare in lontananza,
- Ve l'avevo detto- sussurra in modo malizioso, non mi pare sia lo stesso che è uscito con me qualche tempo fa, ho lo stomaco in subbuglio e le ginocchia mi tremano dalla paura, non so perché ma ho avuto un bruttissimo presentimento, digito il numero velocemente,
———> chiamata da Vicky ad Alex
- Pronto?- quando risponde il mio cuore perde un battito, rimango in silenzio respirando affannosamente, non mi sento bene,
- Vicky, che hai?!- mi interroga con tono preoccupato,
- V-vienimi a prendere, ti prego- balbetto con fatica mentre un senso di angoscia mi opprime,
- C-cos... dove sei?- chiede in ansia,
- All'angolo vicino al parco- sussurro e metto giù, mi siedo sui gradini della piccola scalinata per entrare nel parco e circondo le mie ginocchia con le braccia.
Qualche minuto dopo sento il motore di una macchina avvicinarsi e mi alzo in piedi per farmi notare, per un secondo mi passa nella mente un pensiero insano, ma vedendo il volto preoccupato di Alex mi rassicuro, salgo in macchina accanto al posto del guidatore, lui mi squadra e mette in moto l'auto,
- Che è successo??- mi chiede subito, ma rimango a fissare il vuoto davanti a me,
- Non portarmi a casa mia- mi limito a dire e una lacrima mi attraversa il viso, non so il motivo, ma mi sono sentita impotente, se mi avessero voluto fare qualcosa io non avrei potuto fare nulla per difendermi,
- Cazzo Vicky! Dimmi qualcosa! Ti hanno fatto del male??- chiede guidando nervosamente, rimango in silenzio e Alex posteggia davanti a casa sua,
- Merda, merda!- impreca a bassa voce mentre apre il portone di casa , entro nella sua abitazione e mi siedo sul divano, continuo a toccarmi il polso perché mi fa ancora male,
- Fammi vedere- dice Alex prendendomi il polso con delicatezza, si vedono chiaramente le impronte delle dita di una persona, mi è rimasto un livido violaceo,
- Chi è stato?- domanda in tono basso e profondo,
- Non lo so, un ragazzo insieme a Peter- confesso con tono pensieroso e tremante,
- Ti avevo detto di non frequentare quella gente!!- mi canzona Alex con tono angosciato,
- Io non li frequento, stavo camminando da sola- racconto,
- Scusami, non volevo aggredirti, ma devi stare alla larga da loro- si raccomanda prendendomi il viso,
-Si- farfuglio,
- Promettilo, non voglio che ti succeda niente di male- dice aggrottando dolcemente le sopracciglia, annuisco e mi bacia piano, mi accuccio accanto a lui sul divano con la testa sul suo petto,
- Vicky?- chiede ad un tratto, alzo lo sguardo in direzione dei suoi magnifici occhi,
- Sei mia?- domanda serio, io gli accarezzo la guancia e gli bacio un angolino della bocca,
- Si- sussurro al suo orecchio.
Spazio d'autrice:
Nuovo capitolo per voii❤️
Grazie mille per tutte le letture, le stelline e i commenti, continuate cosi che mi fa tantissimo piacere❤️
RICORDATEVI CHE SE VI VA DI PARLARE, DI QUALSIASI COSA, IO CI SONO💋💋
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Un bellissimo errore.
Romance{IN REVISIONE} Vicky ha 16 anni, è una ragazza solare e divertente, ma soprattutto disagiata. Un giorno Ricky, suo fratello, la informa dell'arrivo del suo migliore amico,Alex, che dopo 1 anno a Madrid, finalmente è di ritorno a casa. I due si rinco...