Mio fratello è da diverse ore che non si fa vedere, mamma è preoccupata e Alex non smette di fissare il vuoto senza dire nulla, sono sicura che avrebbe voluto rincorrerlo, ma non l'ha fatto per rimanere con me, però adesso penso che gli avrebbe fatto bene, insomma adesso sto meglio e se avessi potuto lo avrei fatto io stessa.
Mi fa male sapere che mio fratello non sostiene le mie scelte, ma è giusto così, ha bisogno di tempo e forse un giorno riuscirà a guardarmi ancora negli occhi,
- Vai da lui- dico voltandomi verso Alex, io sto bene qui, c'è mia madre e tanti dottori, deve pensare a mio fratello adesso, lo deve fare per entrambi, sono legati da un'amicizia di cui pochi comprendono la forza,
- Vicky, tu stai male, non ti lascio sola, ho già avuto paura di perderti una volta, adesso non ti lascio- confessa e si sforza di sorridere,
- Ascolta, lui è il tuo migliore amico e mio fratello, siamo cresciuti insieme e posso capire quanto siate legati, so che stai male per la sua reazione perché io percepisco lo stesso, ma non puoi lasciare che questo cambi i vostri rapporti, io starò qui, vai, so che vuoi farlo- cerco di convincerlo e gli stringo la mano,
- Torno presto- annuncia ed esce dalla camera, lo saluto con la mano e faccio cenno a mia madre di entrare attraverso la vetrata, lei obbedisce e me la ritrovo davanti,
- Ciao tesoro, tuo fratello mi ha raccontato che cosa gli avete detto- confessa con tono preoccupato,
- Lo so, non ha reagito bene, Alex è andato a parlargli- la informo e in quel momento sentiamo bussare qualcuno, rivolgo il mio sguardo alla porta e scorgo due poliziotti in divisa, sono un uomo e una donna,
- Prego, entrate- li fa accomodare mia madre,
- Salve, io sono l'agente Bens, siamo venuti qui per fare qualche domanda alla signorina Thomson- annuncia e la donna accanto a lui estrae un taccuino dalla borsa,
- Oh si, tesoro, ti avevo avvertito, questi sono i poliziotti a cui devi raccontare della tua aggressione- spiega e mi metto seduta sul lettino,
- Si, va bene- acconsento e sorrido per rassicurare mia madre, sinceramente non ci sto capendo nulla, nell'ultimo periodo sono successe troppe cose e potrei risultare fin troppo fredda e distaccata, ma in realtà non so cosa fare, ne come reagire a tutto questo, sono quasi morta, oltre tutto, è mi sembra tutto surreale, solo il dolore mi appare vero,
- Molto bene, signorina Thomson...- comincia,
- Mi chiamo Vicky, so bene che è in veste ufficiale, ma mi mette in soggezione tutta questa formalità- spiego e guardo l'ufficiale sorridermi timidamente,
- Va bene Vicky, dunque... ci può raccontare che cosa ricorda dell'aggressione?- domanda subito ansioso della mia risposta,
- Sentivo dei rumori dal piano inferiore, sono scesa, sicura che fosse mia madre o che so io e ho sentito qualcuno spingermi a terra battendo la testa, dopo di che ho sentito qualcuno ridere e ho capito che chi mi aveva aggredito era mio padre, ma non capisco perché lo avrebbe dovuto fare- racconto con lo stomaco in subbuglio, ricordare tutto questo non è molto piacevole,
- Non ha visto il suo aggressore in faccia?- mi chiede mentre la sua collega scarabocchia qualcosa,
- No, purtroppo mi ha colpita alle spalle e non ho visto chi fosse, comunque sia, non vedo mio padre da sei anni, non so come possa essere diventato- spiego guardando mia madre che cerca di evitare il mio sguardo,
- Hai avuto altri episodi spiacevoli o comunque degni di nota?- chiede rimanendo impassibile, la mia mente viaggia tra i ricordi e si sofferma su uno in particolare,
- Un giorno... sono uscita da casa e mi sono appostata vicino al vialetto per parlare al telefono e in lontananza ho intravisto una figura che mi fissava, ma non ho riconosciuto chi fosse, appena lui o lei si è accorta che avevo capito che mi stava spiando è scappato via- racconto ripensando a quello strano avvenimento,
- E come mai non ha dichiarato prima tutto questo?- chiede sospettoso,
- Perché pensavo fosse un ragazzino che mi spiava solo perché era incuriosito o che so io, comunque signore, non sopporto chi non crede a ciò che dico- dico aspra e lo fisso,
- Vicky, sii educata!- mi canzona mia madre, ma non le do retta,
- Sono educata, mi dà fastidio che un poliziotto non mi creda, non sono una criminale e mi sono anche beccata un trauma cranico- ruggisco e l'uomo rimane sbigottito,
- Va bene, per oggi va bene così, vi farò sapere se ci sono novità sulla denuncia- ci informa e seguito dalla sua partner esce dalla camera,
- Mamma, dimmi che cosa sta succedendo!- le intimo mentre si appresta ad uscire,
- Vic... mi odierai...- cerca di dissuadermi,
- Ti odierò di più se adesso non mi dici la verità! Sono stufa di dover subire interrogatori, aggressioni e di essere esclusa dalle faccende di famiglia, sono abbastanza grande! Ho sedici anni!- infurio muovendo le braccia nervosamente,
- E va bene...- comincia e la sento inghiottire un groppone di saliva, - ... in questi anni, tuo padre non si trovava da qualche parte con la sua fidanzata, ma in prigione, per truffa e associazione delinquere... io e la madre di Alex abbiamo testimoniato contro di lui per farlo imprigionare, ma dopo la fine della sua condanna, sei anni, è tornato per vendicarsi... non sta guardando in faccia nessuno... nemmeno te che sei sua figlia...- racconta e un magone soffocante mi colpisce il petto, cosa? Io non ho saputo nulla di lui per sei anni e adesso scopro che era in prigione... merda! Mia madre mi ha mentito per tutto questo tempo!
- Tu non mi hai detto nulla! Perché?!- tuono rimanendo immobile,
- Perché prima che tuo padre scoprisse dove ci eravamo trasferiti... tuo fratello è andato a cercarlo per capire come stavano davvero le cose e si è fidato di lui! Lui non voleva che lo odiassi per questo!- alza il tono di voce e per un attimo un impulso istintivo mi spinge a scappare, ma le mie gambe sono molto deboli,
- Non posso crederci! Esci da qui!- le ordino e il macchinario che ho attaccato comincia a emettere dei suoni strani,
- Calmati!- mi intima mia madre avvicinandosi, lei non può essere la donna che mi ha cresciuto mi ha mentito, anche mio fratello,
- No! Fuori! Pensavo che il traditore della famiglia fosse papà, ma tu non sei diversa!- la schernisco e due infermieri entrano in fretta nella stanza,
- Signorina si calmi! Non può mettere sotto sforzo il suo cuore! Ha già lavorato troppo in questi giorni!- esclama una donna con la divisa rosa chiaro, l'altro infermiere si avvicina alla macchina attaccata al mio polso,
- Esci mamma! Vattene!- le ordino e lei rimane a fissarmi, sono disgustata, non so neanche più di chi fidarmi, mia madre dovrebbe tenermi al sicuro e darmi fiducia, non mentirmi per sei anni!
- Esca signora! Sta facendo del male a sua figlia!- urla l'infermiera e mia madre si allontana imbarazzata e mortificata,
- Dalle qualcosa per calmarla! Di questo passo avrà un arresto cardiaco!- ordina l'uomo preoccupato e in un minuto i miei occhi si chiudono.
Spazio d'autrice:
Nuovo capitolo per tutti voi!
Grazie ai miei lettori abituali che mi sostengono sempre!
Lasciare un voto e un commento se vi fa piacere e continuate a seguire la storia!
Alla prossima! Vi lovvo❤️
STAI LEGGENDO
Un bellissimo errore.
Romance{IN REVISIONE} Vicky ha 16 anni, è una ragazza solare e divertente, ma soprattutto disagiata. Un giorno Ricky, suo fratello, la informa dell'arrivo del suo migliore amico,Alex, che dopo 1 anno a Madrid, finalmente è di ritorno a casa. I due si rinco...