-Svegliati!- esclama Gwen mentre mi scuote, apro soltanto un occhio,
- Mia madre è andata a lavorare, vai a farti una doccia e cambiati!- mi intima scoprendomi, devo di nuovo essermi addormentata,
- Non ho voglia!- ricatto in modo brusco e mi copro la testa con il cuscino,
- Smettila! Non devi farti rovinare la vita da quel coglione senza palle!- mi motiva tirandomi per i piedi, io prendo il cuscino e glielo lancio dritto in faccia, non ho voglia di scherzare, sto malissimo e l'ultimo dei miei pensieri è alzarmi, a quale scopo dovrei farlo?
- Gwen, no- farfuglio e torno a chiudere gli occhi,
- Senti, lo so che stai male e non hai voglia di vedere nessuno, so anche che ti sembra che il mondo ti stia cadendo addosso, ma devi andare avanti, perché domani sarà meglio di oggi, finché un giorno sarà passato tutto! Perciò alzati e facciamo qualcosa che non sia piangere o dormire!- mi incoraggia mentre apre le tende della finestra,
-Vorrei andare dalla mia famiglia- sussurro quasi come se parlassi a me stessa,
- Va bene, ma dopo una doccia- acconsente Gwen in tono sorpreso, mi manca mio fratello e mia madre anche se hanno fatto questa immensa cavolata con la festa, ma in questo momento ho bisogno di abbracciare mi madre e raccontarle tutto, annuisco e mi sollevo, entro in bagno, mi spoglio e per qualche deviano mi fermo a guardarmi allo specchio, ho il poco trucco che avevo in viso sbavato intorno agli occhi, ho le occhiaie violacee e la faccia pallida, sono davvero orribile.
L'acqua scorre sulla mia schiena e entra in ogni solco del mio corpo, lenisce tutti i mali fisici, ma un pesante macigno di angoscia e dolore ricade sul mio petto impedendomi quasi di respirare, quella scena di Alex con quella ragazza rimane impressa nella mia mente e niente può cancellarla, in un attimo mi trovo seduta sul pavimento della doccia e riprendo a piangere, il dolore non vuole svanire e in quel momento entra Gwen con alcuni panni puliti,
- No Vicky! Non lasciare che abbia questo potere su di te!- mi canzona con sguardo preoccupato e mi aiuta a sollevarmi,
- G-Grazie di tutto- balbetto e ancora tremante continuo a lavare il mio corpo,
- Non devi farlo, questo è quello che faresti per me- dice e esce dalla stanza per rientrare qualche secondo dopo con un grande asciugamano rosa, così esco dalla doccia e me lo avvolgo addosso,
- Io... io non so cosa mi prende, io sto così male, non ho la forza nemmeno di mangiare o di uscire a fare una passeggiata, tutto ormai mi sembra cupo e angusto, perché fa così male Gwen?!- la interrogo e scuoto la testa per impedire alle lacrime di scendere di nuovo dai miei occhi,
- Non lo so, ma sappi che sono qui, a condividere il tuo dolore- mi rassicura e mi porge i vestiti puliti.
In qualche minuto sono pronta, Gwen mi ha offerto qualche biscotto per colazione, ma l'ho rifiutato, ho lo stomaco in subbuglio,
- Sei sicura di voler tornare così presto da tua madre e tuo fratello?- chiede dolcemente mentre aspettiamo il pullman alla fermata,
- Non lo so, ma è ciò che mi suggerisce il mio cuore, anche se fino ad adesso mi ha indirizzato da persone sbagliate- rispondo e abbasso lo sguardo, Gwen mi afferra la mano e saliamo sull'autobus.
Casa mia sembra più tranquilla del solito, vedo mia madre che gesticola nervosamente mentre parla al telefono,
- Vuoi che ti accompagni?- domanda Gwen dandomi una pacca sulla spalla,
- No, potresti finire nei guai per avermi nascosto- rispondo pensandoci e attraverso il vialetto fino a giungere alla porta d'ingresso, schiaccio sul campanello e qualcuno mi apre,
- Vicky!- esclama mio fratello e mi abbraccia forte, mia madre arriva qualche secondo dopo e si inginocchia davanti a me,
- Pensavamo ti fosse successo qualcosa, scusaci tanto!- comincia a piangere mia madre, io rimango impassibile, vorrei sorridere, ma ho il cuore a pezzi e ho finito le lacrime, mio fratello mi scruta il volto,
- Che hai? Sembri sconvolta- osserva preoccupato mentre mi fissa negli occhi, io scuoto la testa ,
-Sto bene, state tranquilli, per la festa non importa, è tutto passato- dico e scappo in camera mia di corsa, non ho voglia di parlare con loro, anche se so che questo gli farà male, non ho la forza di farlo, mi sdraio nella mia amata camera e mi perdo in un sonno leggero e costellato di incubi.
Sento dei passi avvicinarsi a me, mi trovo in dormiveglia,
- Vicky, so che probabilmente stai molto male, ma noi dobbiamo uscire e tu non devi rimanere qui da sola- mi spiega mio fratello a bassa voce, mi volto nella sua direzione e aggrotto le sopracciglia,
- La madre di Alex sta malissimo, è stata avvelenata- annuncia e scatto in piedi,
- Che cosa?!- grido e corro al piano inferiore, dove mia madre sta chiudendo casa, saliamo tutti in macchina. È stata avvelenata? Da chi?
Spazio d'autrice:
Vi lascio con queste cruciali domande!
Lasciate un commento e un voto se vi va! Grazie a tutti per i traguardi raggiunti!
Ricordatevi che ci sono se avete voglia di parlare❤️
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Un bellissimo errore.
Romance{IN REVISIONE} Vicky ha 16 anni, è una ragazza solare e divertente, ma soprattutto disagiata. Un giorno Ricky, suo fratello, la informa dell'arrivo del suo migliore amico,Alex, che dopo 1 anno a Madrid, finalmente è di ritorno a casa. I due si rinco...