Capitolo 1

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Ogni stupida giornata inizia allo stesso modo.
Il fottuto suono della sveglia continua a ripetersi nelle mie orecchie costringendomi a farmi aprire gli occhi e a farmi notare che oggi, 12 Settembre, è l'ennesimo primo giorno di scuola.
Mi alzo svogliatamente dal letto e, costatando di avere ancora tanto tempo, decido di andare a fare una doccia rilassante per calmare la mia voglia di uccidere qualcuno.
Dopo innumerevoli minuti trascorsi facendo scivolare l'acqua calda lungo il mio corpo decido di uscire dalla doccia per asciugare i ribelli capelli ricci che mi ritrovo e per vestirmi nel modo più colorato che conosco: vans nere ai piedi, dei Cargo neri con e per finire una felpa nera della Levis con una rosa stilizzata stampata sulla parte alta del petto.
Afferrando lo zaino nero che è appoggiato sulla scrivania e le cuffie insieme al cellulare e alle sigarette mi precipito giù per le scale per salutare mia madre con un bacio e per prendere le chiavi della moto che ho posteggiato davanti alla porta di casa.
Montando sull'amore della mia vita, una Yamaha MT nera con cui riesco ad arrivare alla velocità massima di 130, noto di essere in perfetto orario per andare a scuola così, senza pensarci due volte, inserisco le chiavi nell'apposito buco e parto consapevole che sta per iniziare nuovamente l'inferno.
Arrivo a scuola 10 minuti prima del suono della campanella e con uno sguardo indagatore cerco i miei 3 migliori amici che trovo, in poco tempo, appoggiati al muro della palestra intenti a parlare. Decido di scendere dalla moto, per poi fare due passi e raggiungerli.
Li conosco fin dalle medie e a parer mio, in fin dei conti, sono dei ragazzi apposto: il più grande, dopo di me, si chiama Lucas ed ha 17 anni e si troverà in classe con me e gli altri quest'anno, perché, così come me, è stato bocciato ben 3 volte: la prima volta in prima media siamo stati bocciati per aver fatto una rissa, la seconda e la terza per essere delle teste di cazzo ed esserci ritirati per ben due volte in prima superiore, in due scuole diverse, prima di finire l'anno.
La seconda è Lena, ha 15 anni e lo scorso anno è stato il suo primo e unico anno di bocciatura a causa delle troppe assenze dovute a problemi interpersonali che ha fortunatamente risolto. Una pazza di prima categoria nonché mia compagna di banco e anche proprietaria dei capelli più stravaganti della città. In meno di 3 anni, infatti, ha cambiato circa 10 volte colore e taglio di capelli fin quando non ha trovato il suo attutale look: capelli lunghi fino alle spalle color platino, sfumatura che fa risaltare gli occhi azzurri che ha la fortuna di possedere.
Ultimo, ma non per importanza, è Giuseppe che oltre ad essere il più piccolo del gruppo con 14 anni appena compiti, è anche il più normale del gruppo; inoltre nonostante l'anno di differenza con la ragazza dai capelli platino è il suo ragazzo da ormai qualche mese.
Io credo di essere la più problematica del gruppo: mi chiamo Andrea, ho 17 anni e mi piacciono le donne.
Tutti mi conoscono per il mio carattere di merda, per la mia reputazione e per le innumerevoli risse che ho fatto insieme a Lucas negli ultimi tre anni. Ho innumerevoli piercing, a partire da quelli che ho nelle orecchie fino ad arrivare a quello sul sopracciglio destro e quello che ho fatto al naso poche settimane fa e che personalmente adoro.
Ho anche un paio di tatuaggi tra cui un piccolo cuore ripieno dei colori dell'arcobaleno che è posizionato dietro l'orecchio sinistro e che mi ha dato il coraggio di essere me stessa anche con gli altri.
Ho fatto coming out grazie a quel tatuaggio e non ringrazierò mai abbastanza i miei genitori per avermelo concesso.
Arrivo dai miei amici e con un urlo poco consono, che li fa saltare in aria, li saluto. Iniziamo a parlare sul nostro primo anno scolastico insieme in questo nuovo istituto e si può notare come Giuseppe sia il più preoccupato di tutti, ha sempre avuto una media altissima ed ha paura che con il liceo questa cali drasticamente.
Io e Lucas siamo tranquillissimi, come si è potuto notare, non ci importa più di tanto della scuola e anche quest'anno, ovviamente punteremo al non essere bocciati.
La campanella suona e così ci incamminiamo verso quella che sarà la nostra aula, ci facciamo aiutare dagli innumerevoli cartelli che ci danno indicazioni su dove andare e dopo aver salito velocemente le scale ci imbattiamo in quella stanza che ci farà compagnia per tanto tempo, arriviamo nella nostra classe: la prima CL.
L'aula è ancora vuota, così io e Lena ci impossessiamo dell'ultimo banco lato finestra mentre Lucas e Giuseppe si posizionano davanti a noi.
Dei discorsi non molti sensati si instaurano tra me ed i miei amici che hanno già deciso di pianificare i casini che combineremo quest'anno; la classe nel frattempo si inizia lentamente a riempire; ad interromperci è un improvviso silenzio che ci fa girare verso la porta d'ingresso: all'entrata della stanza c'è una figura imponente che si sta accingendo ad entrare in classe, dai sussurri che si sentono riesco a percepire e capire che questa donna deve essere la preside che ci "allieterà" con il suo discorso di inizio anno.

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