Capitolo 5 ~ Un cenno del passato

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                                Jackson

Per la prima volta dopo più di un mese ho dormito bene, serenamente, senza ansie inutili o incubi sul passato che mi tormentassero. Ho dormito profondamente e mi sono svegliato rilassato e visibilmente felice, cosa che non accadeva da settimane ormai.

Mi è bastato spalancare le palpebre e mettere a fuoco l'immagine di lei, ancora stretta sul mio corpo, con il viso disteso, le braccia avvolte attorno ai miei fianchi e il suono dei suoi respiri regolari a solleticarmi le orecchie, per sentirmi appagato e tranquillo. 

"Forse dovrei parlare di questa mia reazione con il dottor Reed e sentire cos'ha da dire al riguardo"

Per un attimo ho creduto che si trattasse di un sogno, esattamente come quelli che mi capitava di fare ultimamente poco prima del mio risveglio, ma quando poi ho passato le dita tra i suoi capelli rossi e con l'indice ho sfiorato il suo profilo, mi sono reso conto che lei era realmente lì, vicino a me.

Mi sono preso qualche minuto per osservarla e accarezzarla come non avrei più potuto fare una volta che la luce del giorno si sarebbe abbattuta su di noi, ricordandoci i casini in cui siamo ingarbugliati.

Avrei voluto fermare il tempo in quell'istante e fingere che tra di noi fosse tutto perfetto, ma i sensi di colpa per il male che le ho causato premevano troppo forte dentro di me e la consapevolezza che tutto questo era nato a causa di una mia decisione mi ha spinto ad allontanarmi da lei e affrontare la giornata come se nulla fosse accaduto. Come se durante la notte quel pezzo di cuore mancante non si fosse ricongiunto con il suo e ora non si sentisse spezzato una seconda volta!

Sforzandomi di fare meno rumore possibile sono sgattaiolato via dal letto, mi sono preparato alla svelta e sono corso in ospedale prima che lei potesse svegliarsi. Non avevo nessuna intenzione di parlare di ciò che era successo la notte precedente, anche se in pratica avevamo soltanto dormito abbracciati senza spingerci oltre. So che non sarei riuscito a reggere il confronto con lei nè ad ammettere ad alta voce che la volevo ancora al mio fianco. Non sono pronto per compiere questo passo, non sono diventato l'uomo che merita e il mio percorso con lo psicologo è appena cominciato, ho troppa strada da fare prima di arrivare al traguardo.

Una volta raggiunta la mia postazione di lavoro, proprio come una cascata di pioggia acida, mi è arrivata addosso la realtà dei fatti, ovvero che il Reverendo ieri sera a cena aveva mentito e, quello che lui voleva far passare per un banale intervento di ernia al disco, in verità sarebbe stato l'asportazione di una sospetta massa tumorale in un osso.

Purtroppo ero a conoscenza di questo problema prima ancora che Sarah venisse messa al corrente della situazione. Meno di una settimana fa ho ricevuto una chiamata da parte di suo padre in cui mi spiegava la gravità della situazione e chiedeva disperatamente il mio aiuto, supplicandomi di non fargli rivivere lo stesso calvario passato con il figlio.

Sapevo che non avrei mai potuto negargli il mio supporto e nel giro di pochissimo tempo mi sono attivato in suo favore. Insieme al dottor Martin, il primario del mio reparto, abbiamo valutato tutti gli esami da lui inviatoci e abbiamo concordato un piano operatorio che comprendesse la rimozione totale del tumore.

Ieri, quando il Reverendo è atterrato a New York, ha effettuato ulteriori visite di controllo con i migliori chirurghi dell'ospedale e questa mattina si sta preparando per subire l'operazione da noi precedentemente fissata e delineata, che verrà svolta tra meno di mezz'ora.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora