Capitolo 13 ~ Questa volta non tornerá

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                             Jackson

Avete presente un terremoto? Uno di quelli potenti, capace di radere al suolo un intera città e tutte le sue abitazioni?
Immaginate, mentre la furia della terra è in azione, di trovarvi intrappolati in un grattacielo in cui tutte le vie di fuga sono serrate e non c'è alcun modo per salvarvi la vita. Rassegnati al vostro destino chiudete gli occhi e attendete che giunga la vostra fine, intanto che le pareti circostanti si trasformano in massi letali che colpiscono il vostro corpo fino a schiacciarne ogni singola parte e ridurvi in brandelli confusi tra le ceneri.

È così che mi sono sentito io la mattina dopo Natale. Ho riaperto gli occhi e gli avvenimenti riguardanti la sera precedente mi sono arrivati addosso, insieme al dolore che ne consegue, come il crollo delle fondamenta di un palazzo durante un terremoto.

Sarah non era più al mio fianco come lo era stata per l'intera notte e in un nano secondo i ricordi riguardanti noi due e la tragedia accaduta a Kristen sono riaffiorati nella mia mente, distruggendomi dall'interno, come se un masso venuto giù dal muro avesse trafitto le mie carni.

Ero devastato, mi sentivo soffocare e nulla di ciò che stavo lentamente realizzando aveva un senso logico.

Le mie emozioni erano e sono tutt'ora paragonabili a una matassa di fili aggrovigliati su se stessi impossibile da districare, perché troppo fitta e ingarbugliata per riuscire a distinguerne l'inizio e la fine.

"Perché Sarah è andata via?" continuavo a ripetermi. Credevo che l'intimità condivisa durante la notte avesse un significato importante per lei tanto quanto per me, ma forse avevo frainteso i suoi comportamenti, appigliandomi a una speranza di riconciliazione inesistente. Eppure, mentre i suoi gemiti riecheggiavano contro le mie orecchie e i battiti del suo cuore si adeguavano alla velocità dei miei, mi è sembrato di avere tra le braccia la stessa ragazza che mi ha giurato amore eterno ed è stata disposta a prendersi cura di me quando nessun altro ha voluto farlo. Mi è sembrato di fare l'amore con la mia coniglietta e non con la mia ex ragazza.

"E adesso come faccio ad affrontare tutto da solo?" mi sono detto subito dopo, intanto che l'immagine di mia sorella distesa su quella barella, a un passo dalla morte, tormentava i miei pensieri.

Tutta la forza che credevo di avere quando ho lasciato Sarah, tutti i buoni propositi che mi ero prefissato di raggiungere, tutta la determinazione che ho impiegato durante il percorso interiore che ho intrapreso, sembravano essere spariti nel nulla.

Mi sono arreso e ho realizzato che non posso farcela con le mie sole forze, non posso sopportare tanto dolore o ne verrò schiacciato come una formica sotto il peso della suola di una scarpa.

Una leccata affettuosa sulla guancia mi distoglie per un attimo dai miei pensieri, portando inevitabilmente la mia attenzione verso il mio amico a quattro zampe che se ne sta accovacciato sulle mie gambe dalla mattina alla sera, sperando forse in qualche modo di tirarmi sù il morale.

«Ehi bello, sto bene, non preoccuparti!» borbotto, accarezzandogli la testa, ma a quanto pare questa piccola palla di pelo è più intelligente di quanto possa immaginare e non crede alle mie parole.

Probabilmente percepisce il mio stato d'animo cupo e triste ed è per questo che guaisce, si distende al mio fianco, sul freddo pavimento di casa, e punta lo sguardo su di me, osservando con occhi languidi le mie pessime condizioni.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora