Capitolo 38 ~ Non sento nulla

3.1K 150 221
                                    

Sarah

Mi sento imprigionata dentro queste quattro mura e l'odore di antisettico ormai mi ha dato alla testa. Sono ricoverata in ospedale da quasi un mese e i miei occhi non vedono il cielo e il Sole aldilà di questo posto da troppo tempo.

Ogni tanto Miles mi concede di fare qualche breve passeggiata in giardino, accompagnata da Jackson o da un'infermiera di turno, ma quelle poche volte in cui l'ho fatto mi sono sentita così stanca e debole subito dopo che presto vi ho rinunciato.

I mal di testa sono sempre più potenti e devastanti, seguiti da fastidi come nausee e vomito. Il mio corpo sta perdendo lentamente tutte le forze rimastogli e anche le normali attività quotidiane come lavarsi o andare in bagno sono diventate difficoltose da svolgere per me.  

Ecco perché adesso mi ritrovo in piedi sotto il getto d'acqua della doccia dell'ospedale sorretta da Jackson, che mi aiuta a insaponarmi e si assicura che non scivoli sul freddo marmo sotto i nostri piedi.

Per un po' tengo gli occhi chiusi e lascio che le sue dita mi massaggino abilmente la schiena, sciogliendo i nervi accumulati durante tutte quelle ore distesa sul letto. Mi godo fino in fondo il suo tocco, approfittando di occasioni come questa per sentire le sue mani addosso e rievocare le emozioni provate quando stavo bene e potevamo fare regolarmente l'amore.

«Sei bellissima» mi ripete, baciando piano l'incavo del mio collo intanto che lascia scivolare i polpastrelli sul mio seno più grande di qualche taglia e sulla mia pancia rotonda, sempre più grossa e sporgente. «Sei bellissima anche se sei stanca e affaticata e quel pancione riempie tutto il tuo corpo. Anzi sei bellissima proprio per questo, perché porti dentro di te nostro figlio e nonostante tutto quello che stai passando sei rimasta forte e stupenda come sei sempre stata» aggiunge sottovoce, provocandomi un brivido lungo la schiena al suono di quelle parole.

Non potrei chiedere di avere accanto un uomo migliore di lui. Mi riempie di attenzioni, si prende cura di me al meglio che può e continua a dirmi frasi dolci e lodi d'apprezzamento che mi tirano sù il morale e mi infondono coraggio. È solo che oggi non mi sento particolarmente forte come mi ha appena definito lui e non mi sento nemmeno bella, non per via della gravidanza ma per l'aspetto cadaverico che mi dona la malattia.

Vorrei accennare un sorriso e dirgli che apprezzo tutto quello che fa ogni giorno per me, ma oggi proprio non ce la faccio. Oggi nemmeno le capriole del mio coniglietto riescono a tirarmi sù il morale.

«Sarah...» mormora Jackson preoccupato, percependo il mio stato d'animo angosciato attraverso il lungo silenzio che lascio seguire alle sue parole. «Cosa c'è che non va, piccola? Ti va di parlarne?»

Mi avvolge stretta tra le sue braccia, premendo il suo petto nudo contro la mia schiena bagnata. Quell'intimo contatto è sufficiente a farmi crollare, liberando una lacrima dai miei occhi verdi.

«Lo sai che io sono qui per te. Non devi mai sentirti sola! Qualsiasi cosa accadrà l'affronteremo insieme» mi ricorda, sospirando sommessamente.

Annuisco, consapevole di quanto siano veritiere le sue parole e quanto sia indispensabile per me avere il suo sostegno. È come una colonna portante che regge tutto il mio peso e mi sorregge quando sto per vacillare. Solo che adesso mi sento emotivamente provata e non riesco a parlare neanche con lui.

Mi allontano dalla sua presa protettiva e regolo il getto d'acqua, aumentando la temperatura per sciacquare via il sapone dalle mani e dal resto del corpo.

«Sarah, tesoro, cosa stai facendo?» sbotta allarmato, tirandomi bruscamente via dalla cascata che bagna i miei arti. «L'acqua è troppo calda! Come hai fatto a non rendertene conto?»

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora