Capitolo 37 ~ Perdonami, ti prego!

3.4K 156 172
                                    

                             Jackson

Kate morente non riuscivo proprio a immaginarmela. Sin da bambino la mia mente l'aveva dipinta come una donna altezzosa, sicura di sé, bella e particolarmente vanitosa. Quell'immagine me l'ero portata dietro anche da adulto e quando i nostri destini si sono incrociati nuovamente non ho fatto altro che confermare l'idea che avevo di lei.

Durante il corso della mia vita, benché di tempo insieme ne avevamo condiviso veramente poco, non l'avevo mai vista stare male nemmeno per una semplice influenza o un raffreddore. Quella donna sembrava essere indistruttibile e capace di nascondere dietro a strati di trucco e vestiti firmati il suo animo meschino.

Più pensavo a tutto questo più non riuscivo a capire come fosse possibile, a distanza di appena un anno e mezzo dal nostro ultimo incontro, che lei rischiasse di morire.

Non c'era niente che non andasse in lei. Nessuna malattia, tumore o disturbo fisico.

"Non ha nessuna patologia" aveva specificato mio padre dopo avermi informato in merito alle sue condizioni. "Ma i suoi organi interni si stanno lentamente deteriorando e credono che abbia assunto un potente veleno che la stia uccidendo"

Sapere questo mi faceva incazzare ancora di più con lei, perché che fosse malata ci poteva anche stare, ma che attentasse alla sua vita inutilmente - quando nel mondo qui fuori c'è gente che lotta ogni giorno tra la vita e la morte, come Sarah ad esempio che cominciava a stare sempre più male - significava sprecare inutilmente la sua vita.

A quanto ne sapevo i medici della prigione stavano facendo tutto il possibile per mantenerla in vita ma pareva che qualcuno le stesse dando di nascosto le pericolose sostanze che le permettevano di avvelenare il suo corpo. Considerando il soggetto in questione non c'era certo da meravigliarsi che avesse conoscenze persino dietro le sbarre.

Quello che non riuscivo a capire però era perché si ostinasse a volermi rivedere. Che motivo avrebbe una persona che tenta il suicidio di voler dire addio al figlio che ha abbandonato e maltrattato per la sua intera esistenza? Non aveva senso, così come non avevano senso tutte le altre cose che aveva fatto finora.

Ad ogni modo le parole di mio padre mi avevano fatto riflettere al riguardo. Io non sono come lei e non voglio continuare a covare rancore nel mio cuore. Probabilmente non riuscirò mai a perdonarla per il male che ha causato a me e alle persone che mi stanno vicino, ma forse era proprio il caso di spiattellarle in faccia un'ultima volta i miei pensieri. Poteva essere l'occasione giusta per liberarmi di un peso che ancora oggi opprimeva il mio cuore.

Non ero comunque molto favorevole a rivederla, la sola idea mi dava la nausea e faceva aumentare drasticamente le pulsazioni del mio cuore, già accelerate dalla situazione che stavo vivendo. Una persona non può reggere tutto questo peso in una volta ed io sentivo che il mio cuore stava per esplodere, gridando di concedergli un po' di quiete.

Ne ho parlato con Sarah. Non volevo caricarla di inutili pensieri ma dovevo sfogarmi con lei e sapere il suo punto di vista. Mi ha aiutato a riflettere e mi ha detto che non c'era una decisione giusta o sbagliata da prendere, avrei semplicemente dovuto seguire il mio cuore e fare ciò che ritenevo mi avrebbe fatto stare meglio.

Solo che in quel momento mi avrebbe fatto stare meglio soltanto vedere lei in salute e non distesa su un letto d'ospedale e soggetta a continui mal di testa che la devastavano al punto da farla vomitare. Ed io detestavo profondamente me stesso e chiunque le stesse intorno per non essere capace di alleviare quelle sofferenze.

Tutto intorno a me sta andando a rotoli e l'unica persona capace di starmi vicino finora è stata mia sorella. Ho parlato anche con lei dei dubbi che affliggevano la mia mente, accertandomi che non le recasse disturbo sapere che sarei potuto andare a parlare con Kate.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora