Capitolo 26 ~ Volevamo portarvi un po' d'allegria!

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                                 Sarah

L'insonnia mi ha accompagnato per tutta la notte e benché sia stata cullata dalle amorevoli e possenti braccia di Jackson, il caro vecchio Morfeo sembrava non avere intenzione di venirmi a fare compagnia. Credo che il materasso della stanza del medico di guardia abbia giocato un ruolo principale in tutto questo, considerando quanto fosse scomodo e usurato, ma temo che il vero motivo del mio scarso riposo sia legato agli eventi riguardanti il giorno prima.

Sono trascorse da poco ventiquattr'ore dall'accaduto di ieri mattina ed io non me la sono ancora sentita di lasciare l'ospedale. Ho mandato Jackson a casa solo perché gli si leggeva chiaro in faccia che aveva bisogno di una doccia rigenerante e di un po' di riposo, ma confesso che avrei preferito di gran lunga averlo ancora qui al mio fianco.

So che anche lui ha bisogno di me per fronteggiare il casino che è appena scoppiato e il dolore causatogli dalla scoperta che sua madre è una psicopatica assassina, eppure ho preferito trattenermi ancora qualche ora qui con la promessa che l'avrei raggiunto prima di cena.

Perché? La risposta riguarda le condizioni cliniche del mio coinquilino.

Non si è ancora risvegliato dall'intervento d'urgenza che ha subìto soltanto ieri e l'idea di poterlo perdere proprio come ho perso mio fratello continua a terrorizzarmi.

So che i suoi parametri vitali sono stabili e le possibilità che si riprenda sono alte, ma il rischio che peggiori è comunque elevato ed io non riesco a darmi pace.

Questa mattina Matthew mi ha chiesto di frugare nel suo armadietto alla ricerca di qualche affetto personale o di qualche contatto, al di fuori del signor Hines - un suo amico di vecchia data - da poter chiamare.

"Non che ci sia il pericolo imminente di un possibile funerale" si è giustificato. "Ma è sempre meglio tenersi pronti e preparare tutto in anticipo".

Anche se non me la sentivo proprio di assecondare la sua richiesta ho fatto quello che mi ha chiesto ed è stato lì, mentre ammiravo quelle poche fotografie che tiene dentro al portafogli, che ho trovato l'immagine di una bambina dai capelli rossi.

Sorprendentemente la piccola, ritratta su quel pezzo di carta ingiallito, mi somiglia in maniera inquietante e non solo per via del colore dei capelli ma gli occhi verdi, le lentiggini e persino lo sguardo mi hanno riportato per un attimo a quando avevo la sua stessa età.

Non so chi sia quella ragazzina e ho tanta voglia di scoprirlo, ma al momento prego soltanto Dio che Justin si risvegli e torni tra di noi.

So che Amanda ha passato la notte al suo fianco e persino Kristen e Miles gli stanno vicini da ore ormai.

Io che faccio invece? Lo spio da lontano, incapace di superare la soglia di quella stanza perché investita dai ricordi riguardanti Eric.

Con mio grande stupore, proprio quando stavo per perdere ogni speranza, scorgo dalle vetrate dei movimenti provenire dal suo letto e mi rendo subito conto che le mie suppliche sono state esaudite. Justin si è risvegliato!

Gli lascio qualche minuto per chiacchierare con Kristen, la quale insieme al suo futuro marito lo sta palesemente ringraziando per il gesto eroico che ha compiuto nei suoi confronti, poi corro da lui senza indugiare ulteriormente.

Sento il cuore in gola appeno lo raggiungo e il ricordo di lui completamente insanguinato, disteso sul tavolo operatorio, invade subito i miei pensieri. La cicatrice sull'addome, coperta dalle bende, mi sembra persino più grande di quanto ricordassi e un incontrollabile istinto di andare ad abbracciarlo mi pervade.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora