Capitolo 46 ~ Sono disposto a fare qualsiasi cosa

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                               Jackson

Un neonato può piangere per tanti motivi: fame, sonno, mal di pancia, bisogno d'affetto o semplicemente perché vuole stare con la propria mamma.

Fin tanto che si tratta di esigenze fisiche non è difficile soddisfarle. Ho passato le ultime cinque notti insonni coccolando il mio bambino tutte le volte che strillava, cambiandogli il pannolino o dandogli da mangiare. Ma quando le cure e le attenzioni di un padre non bastano, quando tutto ciò che vuole è ricevere l'amore della sua mamma, non c'è alternativa che lo possa calmare.

Eric strilla e si dimena tra le mie braccia da minuti che mi sembrano eterni. Agita le manine in aria, contrae il viso per manifestare il suo disagio e pare non avere intenzione di tranquillizzarsi. 

Ho provato a dargli il ciuccio, a sfamarlo con un po' di latte, a cantargli una ninna nanna sottovoce, a ripetergli quanto lo amo mentre me lo stringo addosso, ma nulla di tutto questo è servito a qualcosa.

Vuole la sua mamma, lo so. L'ho capito quando l'ho avvicinato al suo viso e per pochi istanti ha smesso di piangere. Oggi però non sembra accontentarsi della sua vicinanza, credo che gli manchi sentire la sua voce e ricevere le sue carezze come quando se ne stava protetto e al sicuro dentro di lei.

«Va tutto bene, coniglietto! Vedrai che la mamma presto tornerá da noi» lo rassicuro, anche se non ne sono molto convinto.

Aver preso a pugni Miles ieri sera non è servito a nulla. Nemmeno le parole confortanti di mia sorella e la positività che mi ha trasmesso hanno fatto molto per tirarmi sù di morale.

Oggi è Natale, sono passati cinque giorni dall'intervento e Sarah non si è ancora risvegliata. Anche questa giornata sta per giungere al termine, sono le sei del pomeriggio ed io sono sempre in questa stessa stanza in attesa che le cose cambino.

I miei suoceri sono rimasti a farmi compagnia fino a qualche ora fa, facendo il possibile per festeggiare con noi e trasmetterci allegria. Abigail ha preparato i biscotti e addobbato la camera con lucine colorate, il Reverendo invece ha portato una busta di regali per Eric speditagli dagli zii, donandomi momenti di serenità attraverso i versi dolci emessi da mio figlio ogni volta che gli mostrava un gingillo.

Lo so però che dentro morivano lentamente, esattamente come me, tutte le volte che rivolgevano lo sguardo a Sarah e i suoi occhi restavano chiusi. Erano così stanchi e stremati a fine giornata che ho insisto per farli ritornare a casa e passare il resto della serata con Michael.

Anche mio padre è passato a trovarmi stamattina, insistendo affinché andassi a pranzo da Kristen e Miles insieme a Justin, la sua nuova fidanzata e il resto della famiglia. Ma come avrei potuto abbandonare la mia coniglietta e fingere che nulla fosse accaduto?

Non avevo voglia di rivedere mio cognato, sfoderare sorrisi finti e lasciare il capezzale di mia moglie. Ho rifiutato il loro invito perché il mio Natale è qui che deve svolgersi, con la mia donna e mio figlio. Senza di loro non sarebbe lo stesso!

Comunque declinare l'invito non ha impedito a Kristen di tempestarmi di messaggi. Mi scrive da più di un'ora ormai. È preoccupata per me, per la reazione che ho avuto ieri sera e per le mie condizioni psicofisiche attuali. Mi ha persino detto che per lei il Natale non può essere considerato tale se io non sono al suo fianco; ha ripetuto almeno una decina di volte che mi vuole bene e se ho bisogno di qualcosa è pronta a correre da me.

Apprezzo tutto quello che sta facendo, ma non voglio rovinare anche la sua giornata. Almeno mio nipote merita di vedere la famiglia unita e lei ha già sofferto tanto nella sua vita, non ha bisogno di avere addosso anche il peso dei miei problemi.

Chasing Love #2 ~ Come una Calamita Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora