•Capitolo sei•

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«Siete pronte ragazze?» chiesi alle mie compagne di stanza. Loro annuirono e così uscimmo dalla nostra stanza.
«Raga che ansia, oddio» disse Nicole.
«Io in realtà sono molto tranquilla» pronunciò Grace fiera di se. Lei non era una di quelle ragazze che si faceva prendere dall'ansia come me che vivevo ormai solamente di quello.
«Beata te» le rispose Emma con un flebile sorriso.
Quando fummo arrivate nella hall e aver aspettato tutti i ragazzi, ci dirigemmo verso lo studio.

Quasi tutti i ragazzi erano preoccupati di come sarebbe andata la puntata. Compresa me. Ovviamente. La settimana era volata via velocemente e anche se conoscevo benissimo i miei pezzi e li sapevo interpretare, avevo paura di poter sbagliare e di essere rimandata a casa, e magari fare una figura di merda davanti a tutta Italia. Cosa che assolutamente non volevo! Non volevo tornarci a casa.
Eravamo tutti insieme nel backstage, aspettando che la puntata iniziasse.
«Sara potresti aiutarmi col microfono?» mi chiese Carmen voltandosi di schiena.
«Ecco fatto» dissi sorridente alla ragazza.
«Grazie mille»

A un certo punto una voce meccanica all'autoparlante ci annunciava l'inizio della puntata. Sospirai pesantemente, e dopo aver superato la "tenda" nera il pubblico cominciò ad applaudire e ad urlare. Erano davvero carini, era sempre bello avere qualcuno che apprezzava ciò che facevi e che ti sosteneva nonostante tutto.
Ci posizionammo nei nostri soliti posti e dopo una ventina di minuti furono chiamati i primi due a sfidarsi.

Dopo due esibizioni di ballo e tre di canto racimolammo ben tre punti per noi e due punti per la squadra del fuoco. Tra cui un punto grazie a Carmen che aveva vinto contro Biondo.
«Sfida tra Irama, squadra del fuoco e Sara, squadra del ferro. Forza ragazzi, venite!»
Merda!
«Buona fortuna» mi sussurrò Carmen con un sorriso che ricambiai prima di scendere.

Mi ritrovai accanto ad Irama che era tranquillo con lo sguardo di fronte ai giudici. Mentre io stavo letteralmente morendo dentro.
«Bene, Sara inizia tu con "Ti avrei voluto dire"»
Annuì e mi avvicinai al microfono titubante.
Da un lato ero molto felice di cantare quella canzone, sia perché la sapevo molto bene e sia perché mi piaceva un sacco, ma dall'altro speravo di non sbagliare.
«Tranquilla» mi sussurò una voce dietro di me facendomi sorridere dolcemente.
Anche se non era niente di che, quella parola detta da Irama mi aveva dato la carica giusta.

La base partì ed iniziai a cantare lasciandomi andare a quelle magnifiche parole.
«Ti avrei voluto dire, ti sto pensando e non si può restare fermi hai pregiudizi che la vita è troppo breve per non riscoprirsi...»

Cantai dolcemente quelle parole, guardando intorno a me o semplicemente il mio pubblico. Lasciandomi trasportare da quel meraviglioso ritmo, muovendomi delicatamente e gesticolando con le mani.
«...Ti avrei voluto dire che a volte mi viene voglia di chiamarti in piena notte, e scusa se mi freno ma non ho la forza ho sempre voglia di stravolgerti la vita, di lottare contro tutti per te e mentre ascolti queste mie parole in fondo lo so, che dentro sorridi» mi preparai al ritornello, staccando il microfono e spostandomi dal piedistallo muovendomi per lo studio.

«Stammi vicino da togliermi il fiato stanotte, ti avrei voluto sussurrare, stammi vicino quando tutti diranno di stare lontano da me, che queste braccia sono così stanche, stanche di respingerti ora, che queste braccia ti stanno aspettando ancora, ti avrei voluto dire che ne varrà la pena ma forse adesso è meglio lasciarsi andare ancora, lasciamo stare gli altri che volano a metà, la mente a volte sbaglia il cuore non perdona e sono qui per questo per riprovarci ancora, per riprovarci ancora...» continuai la canzone, dando tutta me stessa. Mi stavo liberando e ora mi sentivo meglio, sembrava stessi da sola come quando da piccolina saltavo sopra il lettone dei miei genitori cantando a squarciagola credendo di essere a un mio futuro concerto, con i miei pupazzi preferiti come spettatori e la ciabatta di mia madre come microfono.

«Stammi vicino da togliermi il fiato stanotte» conclusi con il fiatone abbassando la testa e tutti i miei lunghi capelli lisci mi ricaddero su di essa. Sentì gli applausi e le grida di tutti attorno a me, alzai la testa e sorrisi. Riposizionai il microfono e affiancai Irama sorridendogli.
«Tocca a te Irama con "A te"»
Irama si avvicinò al microfono, allontanandosi da me e io gli sussurrai un "buona fortuna".
Iniziò a cantare con la sua magnifica voce, la canzone che fin da piccolina adoravo e che non smettevo mai di cantare. Ero molto legata a quella canzone, anche perché me l'aveva fatta ascoltare per la prima volta mia nonna, e ora che non c'era più ogni volta che l'ascoltavo  mi saliva l'amaro in bocca.

Ascoltai l'esibizione di Irama. Stava davvero spaccando e non avevo dubbi che il punto lo prendesse lui, non potevo competere con la sua voce specialmente quando cantava i suoi inediti, per caso in quella settimana mi ero trovata a sentirlo cantare alcune sue canzoni che avevo adorato fin da subito ma una delle mie preferite era "Tornerai da me". Gli avevo chiesto più volte di cantarmela, ma lui aveva sempre rifiutato, giustificandosi dicendo che "la sua voce non andava sprecata" ed io ogni volta gli scoppiavo a ridere in faccio notando un sorrisino sul suo bel viso.

Finì la sua esibizione con lo sguardo rivolto verso l'alto e, come sempre, il pubblico iniziò ad urlare e ad applaudire con me compresa.
Ci fecero avvicinare e presero la parola i professori di canto.
«Wow, non ho parole. Due esibizioni fantastiche, con due canzoni significative. Sono davvero indecisa su chi scegliere. Ma forse chi mi ha colpito di più è stata Sara, davvero complimenti a tutti e due» disse Giusy Ferreri. La ringrazia calorosamente con un enorme sorriso.
«Beh, ragazzi siete stati sensazionali ma do il mio punto ad Irama per la sua interpretazione» pronunciò questa volta Rudy Zerbi.
«Anche io sono d'accordo con Rudy, vi ho trovati fantastici, ma il punto va a Irama» Irama ringraziò Rudy e Paola Turci.
«Le vostre esibizioni mi sono piaciute molto, ma per la vocalità il mio punto va a Sara» disse alla fine Carlo di Francesco, facendoci trovare in parità.

Venne dato un punto a me e un punto alla squadra di Irama. Ero molto contenta di come era andata questa mia esibizione, mi sentivo molto carica.
Io e Irama ci abbracciamo e prima di staccarci dall'abbraccio lui mi sussurrò: «so che quella canzone l'hai dedicata a me», sorrisi e gli tirai un pizzicotto sulla spalla facendolo gemere, e poi ritornammo ai nostri posti.
Era davvero uno stupido.

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora