•Capitolo sedici•

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Mi si avvicinò lentamente, era a un passo dalle mie labbra, sentivo il suo magnifico profumo, il suo battito accelerato e il suo respiro caldo sul viso. Mi accarezzò la guancia con la mano tatuata e sussultai al tocco dei suoi anelli freddi sulla mia pelle calda. Mancava poco. Chiusi gli occhi, le nostre labbra si stavano per toccare e...

Una cuscinata mi fece interrompere il mio magnifico sogno, aprì gli occhi di scatto ritrovandomi la stanza piena zeppa di piume.
«Porca puttana, ma che caz...» venni bloccata nuovamente da un altro cuscino in pieno volto.
Quelle tre sceme delle mie compagne di stanza stavano saltellando da un letto all'altro alle sette e mezza di mattina, gridando come galline, lanciandosi cuscini circondate da miriadi di piume.
Mi alzai prendendo il mio cuscino e scaraventandolo con violenza addosso a Nicole che perse l'equilibrio cadendo addosso a Carmen che a sua volta era sopra Emma. Non è come pensate!

«Vi sembra il modo di svegliarmi, eh?» le urlai trattenendo una risata, con le mani chiuse a pugno sopra i fianchi.
Le ragazze si alzarono venendomi incontro e buttandosi sopra di me.
Okay, stavo morendo soffocata.
«Stiamo festeggiando il vostro primo grande bacio» urlò Emma, alzandosi dal mio corpo accendendo la musica a tutto volume.
Saltò sul letto cantando a squarciagola, muovendo i capelli in un modo strano, seguita a ruota da Carmen e Nicole.
Ma che problemi avevano? Erano più euforiche loro che io, sono senza parole.

Sentì la porta aprirsi di scatto, ritrovandomi i tre ragazzi assonnati e senza maglietta catapultarsi nella stanza. Perché avevamo questo stupido vizio di non chiudere mai la porta a chiave?
«Che cazzo sta succedendo?» urlò Simone vedendo le tre ragazze sopra il letto mentre urlavano e ballavano.
Feci spallucce e mi soffermai sul ragazzo tatuato senza maglietta. Mi stava per uscire la bava, quanto poteva essere sexy?
Distolsi lo sguardo per non sembrare una psicopatica.
«Festeggiamo» gridò Carmen muovendo le braccia.
«Ma cosa?» disse esasperato Einar totalmente assonato.
«Il loro bacio!» esclamarono tutte e tre insieme indicando me e Irama. Noi due ci guardammo non capendo niente, increduli.
Possibile che quel dannato bacio lo abbia visto mezzo mondo?

Einar e Biondo si unirono alle tre ragazze saltellando sui letti.
Qui sono tutti matti!
«Malati» esclamò Filippo scuotendo la testa, nascondendo un sorriso. Guardai il suo profilo perfetto mentre sorrideva. Sarei stata ore a fissarlo e non mi sarei mai stancata di farlo.
All'improvviso venne colpito da un cuscino che liberò ancora piume in tutta la stanza.
«Vogliamo un vostro bacio, prettypiuma» disse Simone di fronte a Filippo serio, ma un secondo dopo scoppiò a ridere.

«Guarda il lato positivo» pronunciai abbassandomi e raccogliendo una piuma, con lo sguardo del ragazzo addosso «almeno adesso non dovrai più comprarti gli orecchini» continuai, ritrovandomelo un secondo dopo addosso mentre mi faceva il solletico.

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«Che canzoni ho per questa settimana?» chiesi a Raffaella, sfogliando la mia cartella piena di testi di canzoni.
«Ora vedo subito» mi rispose, cercando qualcosa sul computer. Mi appoggiai coi gomiti sul bancone dove risiedeva il computer, aspettando una risposta da parte della ragazza dall'altra parte del banco.
«Mh, Sara hai solo un'assegnazione. "A thousand years" di Christina Perri» disse, guardandomi.
«Bella, mi piace. Anche se è abbastanza complicata. Potresti darmi il testo?» le chiesi ancora, canticchiando la canzone nella mente.

«Certo, dammi un attimo» iniziò a cliccare qualche cosa sopra lo schermo del computer e poi un foglio uscì dalla stampante, lo prese e me lo porse.
Lessi velocemente il testo in inglese, traducendolo mentalmente.
«Vuoi ascoltare la canzone originale?» mi domandò guardandomi.
Annuì senza staccare gli occhi dal meraviglioso testo. La canzone partì e mi persi tra le parole e quella magnifica sinfonia.

«Ti metto la base. Prova a cantarla» esclamò, facendo partire la base subito dopo che la canzone originale fosse finita.
«Heart beats fast
Colors and promises
How to be brave
How can I love when I'm afraid to fall
But watching you stand alone
All of my doubt, suddenly goes away somehow...» all'improvviso venni bloccata dal rumore della porta, mi voltai e vidi Carlo di Francesco alle mie spalle. Sussultai.
«Scusami, Sara, non volevo interromperti»
«No, assolutamente» dissi con un sorriso.
«Bene, sono venuto per assegnarti un duetto, mi piacerebbe sentire il contrasto tra la tua voce soave e quella graffiata del tuo compagno e credo possa venir fuori un bel duetto. Il brano su cui dovrai lavorare è "Demons". Ci vediamo dopo in sala sette per prepararti insieme al tuo compagno» esclamò salutandomi ed uscendo.

Due canzoni in inglese, non poteva andarmi meglio. Sospirai. Finì di provare la mia prima assegnazione, ma non era uscita una granché anche se non mi potevo lamentare.
Uscì un foglio stropicciato che tenevo conservato da tanto, dalla tasca dei miei pantaloni, consegnandolo a Raffaella.
«Sto lavorando da un po' a questo mio inedito, non so come sia per questo volevo un tuo parere prima di completarlo» dissi aspettando una risposta da parte della ragazza che leggeva attentamente tra le righe del mio foglio stropicciato.

«Bello, mi piace! Però secondo me dovresti invertire questi due versi» mi indicò.
Annuì.
«Per il resto va bene, mi piace anche il titolo "Darkside", ci voleva una canzone in inglese dopo il tuo primo inedito in italiano» continuò facendomi sorridere.
Ero contenta che il mio inedito le fosse piaciuto, potevo completarlo finalmente.
«Beh, ora vai, il duetto di Carlo di Francesco ti aspetta» mi ordinò sorridendomi gentilmente.
La salutai uscendo per poi dirigermi verso la sala sette. L'aprì e non c'era nessuno.
Ero la prima.
Mi sedetti al pianoforte iniziando a suonare spingendo i tasti delicatamente. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quella melodia che avevo totalmente inventato.

«Non sapevo sapessi suonare il piano» aprì gli occhi di scatto, bloccandomi immediatamente e alzandomi.
«Non serve imbarazzarsi tanto, bimba» pronunciò ridacchiando. Gli feci una smorfia, che non fece altro che farlo ridere di più.
Adoravo la sua risata.
Era il suono più bello che avessi mai sentito.
«Quindi è con te che duetterò, non so perché ma me l'aspettavo» disse guardandomi negli occhi.
«È un bene o un male?» domandai ad Irama, alzando un sopracciglio.
«Purtroppo Jessica è una ballerina, quindi potrebbe essere un male» esclamò beccandosi uno schiaffo sul braccio, facendolo ancora una volta ridacchiare.

«Sta zitto. Il duetto lo farai con me e non si discute» gli ordinai, vedendolo poi alzare le mani.
«Bene, iniziamo?» gli domandai guardandolo.
«Si. Io aggiungerò un pezzo scritto da me nella canzone, quindi per ora dovremmo dividerci le parti» disse ritornando subito serio.
Stampai i due testi della canzone e gli porsi un foglio, prendendo poi due matite.
«Allora, magari la prima parte la canti tu» iniziò, segnando qualcosa sul suo foglio, lessi la prima parte portandomi la matita alle labbra e annuendo con un verso.

«Poi nella seconda parte, io potrei aggiungere il mio pezzo...» continuò, scarabocchiando il suo foglio sul bancone. Fissai ancora il mio testo, con la matita fra i denti. Annuì.
Si girò verso di me.
«Togli quella matita dalle labbra» lo guardai confusa, non ascoltandolo.
«Perché?» domandai muovendo la matita e facendola picchiettare sul mio labbro inferiore.
«Perché mi viene voglia di baciarti» esclamò lasciandomi interdetta, fissando nuovamente il foglio davanti a se. Lo fissai ancora.
«Smettila, non mi concentro» disse ancora.
«Non sto facendo nulla ora» risposi alzando le mani.
«Smettila di fissarmi» girò lo sguardo su di me, corrucciai la fronte ma non feci domande, tanto sapevo che non mi avrebbe mai dato una spiegazione.

Distolsi lo sguardo, concentrandomi sul foglio.
Ma come potevo concentrarmi con lui affianco a me, dopo quello che mi aveva detto?

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora