•Capitolo trentasei•

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Filippo parcheggiò, e scendemmo dalla macchina per entrare nell'hotel.
Salutai Simone e non degnai di uno sguardo Filippo, poteva anche essere stata un po' colpa mia ma ero troppo arrabbiata ed orgogliosa in quel momento per scusarmi o tanto meno dargli la buonanotte.

Io ed Emma ci avviammo per le scale, ma venni fermata per il polso, mi voltai e vidi Filippo che mi guardava amareggiato.
Mi fece un mezzo sorriso, si avvicinò alla mia guancia e mi lasciò un bacio casto, per poi salire le scale e lasciarmi lì immobile.
Quel ragazzo era davvero complicato!
Tutte le volte che provavo a comprendere qualcosa del suo carattere, l'attimo dopo lo nascondeva tirando fuori un aspetto che non avevo mai visto prima d'ora.

Sospirai per poi proseguire verso la mia camera assiema ad Emma, nel silenzio più tombale.
Entrammo e, ovviamente, le ragazze erano ancora sveglie ed arzille.
«Beh com'è andata?» domandò Carmen guardandoci sorridente, ma quando vidi la mia faccia il suo sorriso svanì, lasciando spazio alla preoccupazione.
«Oddio cosa è successo?» chiese ancora, mentre Nicole cercava di cogliere qualcosa dai nostri volti. Buttai la borsa a terra ed appesi il cappotto per poi togliermi le scarpe.

«Hanno litigato... di nuovo» disse Emma buttandosi sul suo letto e sospirando pesantemente.
Mi sentivo così terribilmente in colpa, gli avevamo rovinato la serata perché sapevo quanto Emma ci tenesse a un'uscita insieme.

«Siete come cane e gatto» affermò Nicole scuotendo la testa. E aveva ragione!
Litigavamo in continuazione, e la cosa non stava stancando solo me, ma anche tutti gli altri che, come la maggior parte delle volte, assistevano alle nostre liti.
«Emma mi dispiace di avervi rovinato la serata» pronunciai guardandola davvero dispiaciuta. Lei mi sorrise e scosse la testa.
«Tranquilla Sara»

A un certo punto la porta si aprì ed entrò Jessica.
«Vi ho sentite arrivare. Com'è andata la serata?» domandò guardandoci.
«Non benissimo notando le vostre facce» continuò e subito dopo Emma raccontò tutto alle ragazze.

«Sara però tu potevi benissimo evitare, sai che lui odia quando fai così» mi rimproverò Jess.
«Lo so, ma non può sempre decidere lui per me! Sono abbastanza grande da sapere cosa devo e non devo fare» replicai.
«Ma lui lo fa per il tuo bene, sa che ogni volta esageri» esclamò Carmen.

«Questa volta Irama non ha tutti i torti, ti sei comportata da bambina» disse Nicole.
Abbassai il volto.
«Domani va da lui e chiedigli scusa» mi consigliò Emma. Alzai di scatto la testa guardandola.
«Ma...» iniziai.
«Niente ma, ha ragione Emma. Lui si, è un po' troppo ossessivo, ma tu smettila di fare sempre il contrario di ciò che ti dice!» esclamò Jessica, prendendo poi il pacchetto di sigarette dalla tasca, per poi estrarne una e portarsela alle labbra.

Corrucciai le sopracciglia.
«Da quando fumi tu?» domandai indicando la sigaretta.
«Da sempre, ma fumo poco e niente» rispose uscendo poi fuori dalla finestra.
Mi distesi sul mio letto, cercando di dormire.

~~~~

«Buongiorno» dissi assonata sedendomi al tavolo per fare colazione. Mi girai intorno per cercare Filippo, ma non lo trovavo da nessuna parte. Dove diavolo era?
«Stai cercando Irama?» mi domandò Einar davanti a me. Un po' spaesata lo guardai ed annuì.
«Lui e Simo sono già in studio» mi rispose subito, gli sorrisi ringraziandolo.

Dopo una ventina di minuti ci dirigemmo in studio. Mancava solamente un giorno alla puntata e alle assegnazioni delle prime maglie del serale, volevo prenderla a tutti costi!
Entrai nella sala e salutai il maestro.
«Cosa vuoi provare per primo?» mi chiese mentre io sistemavo il microfono.
«Mh, "Bruciare per te" di Elisa» risposi e subito dopo fece partire la base.

Era una canzone non troppo complessa, in fin dei conti rispettava i miei timbri canori, ma ero sempre molto insicura su questo pezzo, era come se non mi sentissi all'altezza, perciò la stavo riprovando un bel pò di volte.
«Va bene, Sara, l'hai cantata molto meglio. Ricordati sempre di credere in ciò che fai, se no non arriverai mai da nessuna parte» disse il maestro. Gli sorrisi.

«Proviamo l'inedito ora» continuò poi.
Con i miei inediti era sempre diverso, perché io mi rispecchiavo, li sentivo addosso, facevano parte di me, della mia vita, della mia personalità e mi risultava più semplice dare tutta me stessa.

Passarono tre ore abbondanti ed io ero stremata.
«Ti senti insicura su qualcos'altro?» mi domandò, sistemando vari fogli sul banco.
«Non lo so, secondo te?» chiesi a mia volta.
«Secondo me, hai fatto abbastanza per oggi, i pezzi li hai saputi fare abbastanza bene, l'importante è che domani tu non ti faccia prendere dal panico e che tu sfrutta bene i consigli che oggi ti ho dato, così ti risulterà più semplice. Se canti come hai cantato oggi con me, spaccherai davvero. Io credo in te, Sara. Buona fortuna» concluse, gli sorrisi ringraziandolo.

Lui aveva sempre creduto in me, fin dall'inizio, e io lo consideravo uno dei migliori là dentro, mi aveva sempre sostenuta e aiutata nei momenti del bisogno e lo avrei ringraziato all'infinito se solo potessi.

Ritornai in sala relax, e dopo aver aspettato anche Emma e Jessica, ritornai in hotel, dove le altre ci stavano aspettando.
«Hai parlato con Irama?» mi chiese Emma.
«In realtà no, non l'ho visto per niente» dissi alzando le spalle.
Sotto consiglio delle ragazze, andai in camera dei ragazzi e bussai.
«C'è Filippo?» domandai cercando di vedere oltre le spalle di Simone.

«No, Sara, oggi era molto strano, quando è tornato dalle prove ha preso le sigarette ed è uscito. Credo sia andato su in terrazza» esclamò.
«Va bene, grazie Simo» mi diressi su in terrazza, ma non trovai nessuno, provai a cercarlo ovunque: nella hall, nel parcheggio, all'entrata, in sala pranzo, ma nulla.

All'improvviso mi squillò il telefono.
«Sara l'hai trovato?» rispose Jessica.
«No, Jess, l'ho cercato dappertutto in parcheggio non c'è neppure la sua auto» dissi allarmata.
«Merda! Sta tranquilla ti raggiungo» esclamò prima di chiudere.
Dopo poco arrivò con Einar e Simone.

«Mi ha detto Daniele che l'ha visto uscire» affermò Einar venendomi incontro.
«Ma non ha avvisato nessuno?» domandai ancora.
«No, non ha detto niente» rispose Simone.
«Avete provato a chiamarlo?» chiese Jessica, cercando di aiutarci.
«Si l'abbiamo chiamato trecento volte, ma non risponde» disse Einar passandosi una mano tra i capelli.
«Anch'io. Provo un'ennesima volta» pronunciai speranzosa, prendendo il telefono e cercandolo tra i contatti.

Mi portai il cellulare all'orecchio e guardai i ragazzi mordendomi il labbro. Mi stava davvero facendo preoccupare!
A un certo punto spalancai gli occhi.
«Filippo!» esclamai vedendo i ragazzi di fronte a me animarsi.
Sentì un verso e poi degli strani rumori...

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora