•Capitolo quaranta•

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Mi svegliai la mattina con un forte dolore di testa e lo stomaco completamente in subbuglio.
Merda! Non avrei dovuto bere così tanto!
Alla fine dicevo sempre così, ma poi non mi rendevo mai conto.
Ero un caso perso!

Mi alzai sbadigliando e grattandomi la testa, per poi entrare e chiudermi in bagno.
I fatti della notte precedente erano abbastanza sfocati, ma molto probabilmente col passare delle ore sarebbero diventati più nitidi. Ma una cosa era certa: alla fine la serata si era conclusa piuttosto bene!

Nonostante avessi bevuto un bel po', non avevo passato la notte a vomitare, né tanto meno avevo cancellato i ricordi della sera prima, ma la testa mi scoppiava, un effetto collaterale insomma.

Mi sciacquai il viso per riprendermi e poi mi vestii. Uscì dalla stanza e ritrovai svegli Einar e Biondo, che non erano tanto presi bene.

«Devi imparare a parlare prima di agire, bro» iniziò il biondo mentre io alzai gli occhi al cielo.
«Biò, risparmiami la ramanzina di prima mattina, ti prego»
«Avete chiarito alla fine?» domandò Einar aggiustandosi i capelli e sbadigliando.

«Più che chiarito» risposi rivolgendo loro uno sguardo malizioso.
«Finisce sempre così, ti fai perdonare in tutti i modi. Stronzo rubacuori!» rise Biondo dandomi il cinque.
«Si fa quel che si può» mi atteggiai scatenando una risata da parte di quest'ultimo.

«Tiratela di meno, coglione» disse Einar ridendo per poi uscire seguito a ruota da noi due.

Oggi ci sarebbe stata la puntata, e anche le prime assegnazioni delle maglie verdi del serale. Ero abbastanza preoccupato, ma la maglia la volevo a tutti i costi, per una mia rivincita personale e non.
Nonostante ciò la mia immancabile paranoia non tardava ad arrivare. E se non fossi stato abbastanza bravo? E se ai professori non piacevo?

Alla fine non ero la prima scelta di nessuno; Di Francesco aveva scelto Carmen, Rudy Biondo, la Turci Einar, e Giusy Matteo. Che possibilità avevo?

Decisi di lasciar perdere le mie paranoie, volevo quella maglia verde e l'avrei presa. A tutti i costi!

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Entrammo in studio, con la paranoia a mille. Per primo ci fu l'interrogazione di Bryan della Celentano, poi successivamente la Turci fece scendere Einar e Carmen, che andarono in sfida per poi aggiudicarsi uno dei due la maglia verde del serale.

Maria lesse le lettere di Einar e di Carmen, e li mi preoccupai. Non avevo minimamene pensato che le lettere fossero lette davanti a tutti, e questo mi mandava ancora più in paranoia, insomma mi vergognava un bel po'.

Entrò il giudice esterno che fece partire Carmen con il suo inedito "Scelgo te" e successivamente Einar con "Salutalo da parte mia". Adoravo il suo inedito, lo caricava sempre più di emozioni ogni volta che lo cantava.

Einar cantava mentre veniva sopraffatto dalle emozioni e qualche lacrima gli ricadeva sul viso e la voce si incrinò ancora di più, quasi strozzata. L'attimo dopo mi ritrovai con gli occhi gonfi e rossi, e il viso bagnato, era riuscito a far emozionare anche me!

Adoravo la sua purezza e il suo mettersi a nudo davanti a tutti, ciò che io ovviamente non facevo mai, ed era forse per questo che mi ritrovavo completamente in lacrime, e se ne accorse anche Maria che alla fine del pezzo intervenne dicendo: «Ho visto che ti sei commosso, ma c'è qualcun altro che si è commosso che fa sempre il duro»

Annuì, aggiustandomi il microfono e passandomi una mano sotto il naso.
«Sai cos'è? Che quando una persona è vera si vede, e si vede quando canta» risposi e subito il pubblicò gridò battendo forte le mani, ed io lanciai uno sguardo ad Einar sorridendo.

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora