•Capitolo quattordici•

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«Ragazze cosa vi mettete per questa sera?» urlò Emma dal bagno.
«Sono indecisa tra questo vestito blu e quest'altro nero» disse Nicole indecisa con i due vestiti in mano, mentre cercava di vedere quali tra i due le andava meglio davanti allo specchio.
Io ero sdraiata sul letto matrimoniale con la testa in giù al bordo del letto mentre lanciavo una pallina contro la parete.
A un certo punto la porta si aprì, ma continuai a giocare con la pallina.
«Dio, Filippo, e se Sara fosse stata nuda?» ironizzò Nicole, la guardai aprendo le braccia con ancora la testa sotto sopra, incredula. Ma da dove le uscivamo certe cose?! Il ragazzo la guardò alzando un sopracciglio con uno strano sorrisino. Alzai gli occhi al cielo e continuai a giocare con la mia pallina.
«Okay, non voglio neanche saperlo» rispose ridendo Nicole notando lo sguardo del ragazzo.
«Chi viene in discoteca con noi? Biondo ha bisogno di saperlo per organizzarci con le macchina» domandò Filippo, guardandoci e ritornando serio.

«Ci veniamo tutte» rispose Carmen sul suo letto mentre si limava le unghie appena smaltate di rosso.
«Anche Sara?» chiese come se io non ci fossi, meravigliato. Roteai gli occhi ma non risposi.
Le altre annuirono.
«Ragazze quindi cosa ind... Oddio, Filippo» urlò Emma con solo un asciugamano sul corpo arrossendo e nascondendosi alla vista del ragazzo che sorrise.
«Sorry, Emma. Ora vado» disse ridendo.
Si fermò davanti a me, prendendo la mia pallina e dirigendosi verso la porta spinto da Emma.
«Ridammela» protestai alzandomi.
«Solo dopo che stasera ti sarai fatta bella per me» pronunciò prima di sorridermi e uscire dalla stanza con la mia pallina.

Le ragazze si girarono verso di me, le guardai alzando un sopracciglio.
«Secondo me è cotto di te» esclamò Nicole.
Scoppiai a ridere dirigendomi verso il bagno per lavarmi.
«Stai bestemmiando, Nicole» dissi alla mora, chiudendo la porta del bagno.
«Guardatela, sta proprio sotto per lui» urlò Carmen. Mi morsi il labbro inferiore.
«Preparatevi che è tardi» urlai entrando in doccia.
«Ragazze, ma non vi sembra strano che Sara venga in discoteca senza porre resistenza?» sentì Emma domandare alle altre ragazze che risero sonoramente.
«Ovvio, deve controllare che il suo Irama stia a netta distanza dalla ragazza nuova» rispose Nicole ammiccando.

Le urlai di stare zitte, ma ricevetti solo altre risate da parte loro.
Non era affatto così, oggi avevo voglia di andare in discoteca, punto.
Non volevo controllare Filippo, assolutamente, volevo solo divertir... ma a chi la do a bere! Era proprio per quel motivo che ci andavo.
Ma non ero gelosa, ero solo... gelosa.
Dio, non riuscivo neanche io a capire cosa mi stesse succedendo.
Ma di certo non mi piaceva, non mi sarebbe mai piaciuto, odiavo la sua arroganza e la sua presunzione, anche se alcune volte mi piacevano da impazzire.
Ero così incoerente! Tutto ciò che pensavo non aveva senso, niente aveva senso quando lui era accanto a me ed era per questo motivo che non mi sarebbe mai piaciuto. O almeno dovevo provare a non cadere nella sua trappola.

Uscì dalla doccia e mi asciugai velocemente i capelli per poi avvolgermi nell'asciugamano.

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«Possiamo scendere» disse Carmen avviandosi verso la porta.
Eravamo tutte pronte.
Nicole, alla fine aveva scelto il vestito nero con dei tacchi del medesimo colore; Emma aveva un vestito nero e bianco davvero carino con tacchi bianchi; Carmen indossava un vestito stretto in vita, nero con dei tacchi del medesimo colore; mentre io, dopo essere stata letteralmente costretta, indossavo il vestito blu di Nicole ed i tacchi di Emma.
Non le sopportavo! Era già tanto che ci andavo in discoteca...
Scendemmo e trovammo i ragazzi nella hall all'aperto.
«E Jessica? Mi aveva detto che sarebbe venuta» domandò Nicole.
«Era stanca ed ha preferito rimanere con Lauren e le altre in camera» rispose Einar.
Quindi eravamo rimasti noi tre con Einar, Irama, Simone e Filippo il ballerino.

Decidemmo di andare io, Emma, Simone ed Irama in una macchina e gli altri nell'altra.
«Simo, devo fidarmi di te?» chiesi al ragazzo seduto davanti a me mentre accendeva la macchina.
«Assolutamente» rispose.
«Preferivi guidassi io?» mi domandò Filippo, guardandomi.
«In realtà preferivo guidare io» dissi incrociando le braccia. I ragazzi scoppiarono a ridere.
Tutta invidia!

Parcheggiammo ed entrammo in discoteca.
Tutti si catapultarono nella sala da ballo per ballare.
Emma ballò con Simone, ormai quei due stavano diventando sempre più affiatati!
Nicole ballò con Einar e Carmen con Filippo.
«Mi concedi questo ballo, madame?» mi domandò Irama, mostrandomi la mano.
«Solo perché sono rimasta sola» gli risposi non curandomi della sua mano ed entrando in pista seguita da lui.
«Come sei sexy stasera» mi sussurrò nell'orecchio. Anche lui era stupendo! Indossava una camicia bianca con i primi due bottoni aperti, che lasciavano intravedere il tatuaggio sulle clavicole, e i pantaloni neri strappati al ginocchio.
«Lo sono sempre» dissi imitando lui quando si dava arie.

Dopo vari balli, mi diressi al bancone del bar. Avevo sete, ma sapevo che non avrebbero mai dato acqua a quelle feste così decisi di prendere qualche alcolico.
«Non avevi detto di essere astemia?» mi domandò Filippo appoggiandosi al bancone.
«Ma non mi lasci sola neanche per un secondo?» dissi alzando gli occhi e sospirando.
«Se ti succedesse qualcosa mi verrebbe il senso di colpa, quindi no, non ti lascerò neanche per un secondo» pronunciò guardandomi.
Imitai la sua voce, facendolo ridere.
«Un bicchiere di rum e uno di vodka alla fragola?» disse al ragazzo dietro al bancone.

«Per chi hai ordinato?» gli chiesi.
«Per te»
«Cosa? Potevi almeno chiedermi cosa avessi voluto» gli risposi incrociando le braccia.
«Non avresti capito comunque, potevi ordinare qualcosa di più forte. Fidati la vodka alla fragola ti piacerà» esclamò prendendo i due bicchieri e porgendomene uno con uno strano liquido rosa.
Finì il suo bicchiere in meno di un secondo.
Mi avvicinai il bicchiere alla bocca e assaggiai un po' di quello strano liquido, mi iniziò un po' a bruciare la bocca ma dovevo ammettere che era davvero buono.
Sentì lo sguardo del ragazzo di fronte a me.
«Ti piace?» mi domandò.
Annuì e ne ordinai un altro, per poi ritrovarmi circondata da più di cinque bicchieri.
«Non esagerare, bimba non sei abituata» mi avvertì per la milionesima volta Filippo. Ma non li diedi ascolto finché la testa mi iniziò a girare e non riuscì a capire più niente.

«Vieni con me» disse prendendomi e alzandomi dalla sedia del bancone.
«No, ne voglio un altro» mi lagnai facendo resistenza.
«Ho detto di venire con me» mi ordinò davanti al mio viso con sguardo furente, sbruffai e mi lasciai trasportare da lui sopra il divano.
Non riuscivo a capire più niente, dicevo cose a caso senza riflettere.
Fanculo a me e alla mia mania di esagerare su tutte le cose!
Mi portò sopra il divano, sedendosi accanto a me. Appoggiai la testa alla sua spalla e il suo braccio si posò attorno al mio collo.
Notai il suo tatuaggio sul pollice e gli presi la mano.
«Adoro questa rosa» dissi accarezzandogliela dolcemente.
«Vedo che ami tutti i miei tatuaggi, perché non ne fai uno anche tu?» mi domandò. Aspirai il suo magnifico profumo.
«Lo farò» gli sussurrai, avvicinandomi al suo collo con ancora la sua mano nella mia.

Alzai lo sguardo verso il suo viso e lui mi guardò. I suoi occhi mi facevano impazzire.
Guardai le sue labbra e all'improvviso mi salì una voglia matta di baciarlo.
«Voglio baciarti» sussurrai con le sue labbra a un centimetro dalla mie, guardandole.
«Cosa?» domandò esterrefatto.
Mi accarezzò i capelli lentamente.
«Non sei lucida, Sara, domani te ne pentirai» continuò soffiando sulle mie labbra.
«Non m'importa» dissi avvicinandomi sempre di più, finché le nostre labbra non si scontrarono definitivamente.

Merda, cosa stavo facendo! Ecco il motivo per il quale odiavo quegli alcolici, ti facevano fare cose che avresti desiderato ma che non avevi il coraggio di compiere.
Però desideravo quel bacio, lo volevo con tutta me stessa, anche se non in quelle condizioni, ma lo volevo. Volevo il contatto delle sue labbra sulle mie.
Le nostre labbra si muovevano con movimenti lenti, la mia lingua entrò a contatto con la sua e iniziarono a muoversi all'interno della nostra bocca dolcemente. Non volevo più staccarmi da lui. Ma dopo poco lo feci. Lo guardai e mi accarezzò il viso con la mano delicatamente.
Mi appoggiai sul suo petto sentendo il battito del suo cuore e lasciandomi cullare dal suo fiato accelerato.
Lo desideravo troppo.

•Spazio autrice•
DUE AGGIORNAMENTI IN UN GIORNO! Amatemi ahahah.
Non dimenticatevi di votare e di commentare facendomi sapere se la mia storia vi piace.
Ciaooo

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora