•Capitolo ventotto•

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Era arrivato il fatidico giorno. Venerdì.
Quella settimana ero stato, per la maggior parte, scorbutico con tutti, soprattutto con Sara ma lei ha sempre cercato di non farci caso anche se sapevo ci stava davvero male.

«Irama? Mi senti?» sentì la voce di Marcello che risuonava nella saletta.
«Si» dissi e subito vidi Einar alzarsi dal pouf.
«È arrivato il momento di affrontare la tua sfida, quindi puoi raggiungerci qui in studio» continuò. Mi passai una mano sulle labbra e mi alzai lanciando uno sguardo ad Einar ed uscendo dalla saletta.
«Arrivo» percorsi il corridoio con la mia immancabile bottiglietta d'acqua in mano. Entrai in studio e il pubblico iniziò ad applaudire, feci un piccolo inchino prima di scendere le scale, uscendo di poco la lingua.

«Ciao» salutai sollevando la mano.
«Ciao Irama» disse la Turci sorridendomi leggermente, ricambiai il sorriso forzandolo un po' troppo, forse.
«Dopo un'attenta selezione sono stati individuati tre sfidanti, per poter rimanere nella scuola ovviamente dovrai batterli tutti e tre. A giudicare le sfide saranno tre giudici diversi. Cominciamo dal primo sfidante, che è stato scelto proprio da te. Facciamo entrare Marco» iniziarono tutti ad applaudire, dopo le parole di Marcello, e Marco, il mio primo sfidante entrò.

Sospirai in ansia più che mai.
«A giudicare la sfida è Gabriele Parisi, manager e produttore discografico» continuò Marcello e subito dopo entrò in studio un uomo sulla cinquantina, non molto alto e un po' robusto con un paio di occhiali e una folta barba bianca.
«Siete pronti? Concentrati?» domandò mentre io annuivo e mi aggiustavo gli auricolari, più serio che mai.
«Inizia Irama con "Che ne sai". Vai» mi incitò.

Andai al centro e cominciai a cantare muovendomi per lo studio. Ero molto teso e credo che dalla mia performance si fosse capito, non era stata una delle mie esibizioni migliori e ora ero più titubante che mai.
Dopo aver concluso ritornai sulla pedana.
«Va bene, Marco tocca a te, sei pronto? Ci fai sentire un tuo brano che si intitola "Red red"» disse il giudice riferendosi al mio sfidante che si posizionò al centro con la sua chitarra.

Iniziò a suonare e cantare, la canzone era molto bella anche se in inglese e io ci capivo ben poco. Dovevo vincere quella sfida, tutte le sfide era davvero importante. Dovevo farcela.
«Va bene» cominciò Gabriele Parisi «sono due mondi completamente diversi, ma la sfida la vince Irama» concluse e il pubblico iniziò ad urlare. Annuì un po' più sollevato senza proferire parola. Ritornai in saletta dove mi aspettava Einar, per riposarmi un po'.

«L'hai vista? Com'era?» gli chiesi dandogli un cinque.
«L'hai fatta mille volte meglio, veramente. Magari sei un po' teso, però ce... concentrati. Ma ti sentivi bene?» mi domandò.
«No, avevo la base bassissima» risposi amareggiato.
«Beh ora vai la e spacca il culo a tutti. Forza Ira» mi incoraggiò ancora. Se non ci fosse stato lui, forse ora sarei nel panico più totale, lo ringraziavo davvero tanto.

Poco dopo Marcello mi richiamò in studio per la mia seconda sfida con Francesca, la sfidante scelta dalla Turci. E questa, probabilmente, sarebbe stata molto ardua.
«A giudicare la sfida è Diego Quaglia direttore artistico Sony Music» annunciò il ballerino facendo entrare il nuovo giudice stavolta più giovane del precedente.
«Allora un tuo inedito "Che vuoi che sia"» disse. Mi preparai per cantare cercando stavolta di dare tutto me stesso.

Quella canzone era molto significativa e commovente e ogni volta che la cantavo mi provocava brividi. Mentre la cantavo pensavo a mia nonna ma la sua immagine veniva sovrastata da quella di Sara e pensando a lei, mi spuntò un piccolo sorriso. Questa gliel'avrei dedica. Se lo meritava davvero.
«Adesso vediamo se Francesca ti riuscirà a mettere un po' di paura addosso con la cover "impossible"» affermò il giudice sistemandosi gli occhiali, scherzando. Ne avevo già fin troppa di paura non me ne serviva altra.

Cantò ed era davvero brava, l'ansia saliva sempre di più. E se non ce l'avessi fatta? No, no, dovevo rimanere lucido. La guardai cercando di non far trasparire nessuna emozione.
«Naturalmente più si avvicina il serale più le sfide diventano difficili, Irama è stato bravissimo ma lo è stata anche Francesca» persi un battito. «ma secondo me oltre a saper cantare bisogna avere carisma, una bella faccia e secondo me tutto ciò lo ha Irama»

Feci un piccolo inchino, senza lasciar trasparire nessuna emozione, nuovamente, anche se dentro di me ero super contento, me ne mancava solo una. Potevo farcela. Tornai in saletta e Einar mi riempì di complimenti.
«Bro ho avuto paura davvero, all'inizio pensavo che non potessi farcela, ma mi sbagliavo di brutto» esclamò sorridendomi e dandomi una pacca sulla spalla, sorrisi e sorseggiai un po' della mia acqua.
«Ne manca una, forza affronterai anche questa» mi rassicurò ancora ed io annuì abbracciandolo e poi fui nuovamente richiamato. Stavo davvero impazzendo.

L'ultima sfida.
«La terza sfidante è stata scelta dai tuoi compagni, ed io so che non sono stati molto gentili» sorrisi leggermente. Mi stavo davvero preoccupando. Quei bastardi!
«Beh io l'ho vista più che altro come una forma di rispetto. Se una persona decide di metterti come rivale, diciamo, una persona forte significa che ti rispetta» dissi gesticolando. Marcello sorrise e poi fece entrare Annamaria.
«A giudicare la sfida Graziano Ostuni direttore dell'Universal Music»

«Io inizierei da Irama e ti chiederei di cantare una canzone bellissima di Jovanotti "Le tasche piene di sassi"» prese parola quest'ultimo. Annuì e cantai nuovamente.
Adoravo quella canzone e cercai ancora di dare tutto me stesso.
«A te Annamaria chiederei di cantare "Wrecking Ball"» lei annuì e cantò.
Aveva una voce pazzesca, era una delle più forti, sarebbe stata una bella sfida ma ero comunque molto preoccupato.

«Bravi entrambi. Sono un po' in difficoltà, mi posso prendere un paio di minuti?» domandò mentre io venivo completamente inondato dall'ansia. Mi toccai la piuma all'orecchio delicatamente, sperando mi portasse un po' di fortuna essendo io un tipo molto scaramantico.
Rientrò dopo poco e ci chiese di cantare un'altra canzone. Partì io con il mio nuovo inedito "Un giorno in più".

«Mentre a te Annamaria, chiederei di cantare "Il cielo in una stanza"» disse il giudice. La mia sfidante cantò suonando al pianoforte. Lanciai alcuni sguardi allarmanti ad Einar, che era in studio con me, e lui mi rassicurava con gli occhi. Se non ci fosse stato lui...
Lui era convinto che io sarei rimasto, ma io non lo ero poi così tanto, era davvero brava...
«Io ho chiaramente visto le tre sfide e Irama ci doveva mettere parecchio impegno, determinazione e credo che lo scopo fosse quello di tirare fuori delle cose che ancora non aveva espresso. E lui l'ha svolta a pieno per cui...» il pubblico alle parole del giudice iniziò ad urlare e io mi sentivo libero da quell'enorme peso che mi portavo dietro da una settimana. Ce l'avevo fatta. Sarei rimasto ancora là dentro. Ed ero davvero onorato di tutto questo.

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«Grande Bro» venne verso di me Biondo saltandomi addosso, felice più che mai. Lo abbracciai forte dandogli dei colpi sulla schiena.
Tutti i ragazzi mi vennero incontro gridando e festeggiando per la mia vittoria.
«La prima sfida è stata un po'...» lasciò in sospeso la frase Daniele sorridendomi leggermente.
«Lo so, avevo la base bassa» risposi.
«Comunque sia, sei stato una bomba. Hai davvero spaccato» urlò ancora Biondo, buttandosi addosso seguito poi dagli altri.

Dopo un po' di tempo, finalmente mi lasciarono respirare. Vidi da lontano Sara che correva verso di me, sorrisi e quando mi venne incontro mi saltò addosso legando le gambe al mio busto e stringendomi forte in un abbraccio.
Nascose il viso nell'incavo del mio collo e iniziò a darmi dei piccoli baci umidi.
«Hai spaccato, piuma, davvero. Sono felicissima» mi sussurrò stringendomi sempre più forte.

«Grazie, bimba. Ho pensato solo a te» le confessai sorridendo. Alzò il viso e mi guardò stranita. Poi un sorriso enorme comparve sul suo bel viso e poggiò le sue labbra sulle mie, dandomi un bacio così lungo che veniva sera.

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora