•Capitolo quattro•

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«Oh, andiamo Sara svegliati dobbiamo prepararci per andare in studio» iniziò a scuotermi Carmen esasperata.
«Altri cinque minuti ti prego» dissi con la voce impastata dal sonno, girandomi dall'altro lato.
«Hai detto la stessa caso mezz'ora fa e sei ancora qui» ribadì Emma uscendo dal bagno.
Sospirai e, purtroppo, decisi di alzarmi dal letto, strofinandomi gli occhi e stiracchiando le braccia.

Mi infilai subito in bagno per cambiarmi e lavarmi per bene, e quando fummo pronte scendemmo nella hall dell'hotel dove ci aspettavano gli altri ragazzi.
Quanto avrei voluto dormire ancora un po'.

Giunti nella grande stanza, trovammo tutti i ragazzi che controllavano l'orologio sbuffando.
Mi diressi verso Lauren per chiederle spiegazioni.
«Chi stiamo aspettando?» domandai alla ragazza.
«Il ragazzo nuovo, Irama credo, con Biondo e Einar» mi rispose lei con un grande sorriso.

Dopo una decina di minuti, vedemmo scendere i ragazzi, tra cui Einar che rimproverava Irama e Simone incazzato nero.
«Scusate del ritardo, ma qualcuno qui si è alzato cinque minuti fa» disse soffermando lo sguardo su Irama, nascondendo un tono divertito.
Ci girammo tutti verso il ragazzo che era chiaramente assonato. Sbruffò sentendo ciò che aveva appena detto Simone, sbadigliando per la centesima volta.

Noi tutti scoppiammo a ridere a quella scena e Einar iniziò a raccontare le sue imprese e quelle di Biondo per svegliare il ragazzo che non aveva intenzione di alzarsi per nessuna ragione al mondo.
«Ho dovuto buttarlo giù dal letto prima che aprisse gli occhi, imprecando pesantemente» spiegò Einar ridendo al ricordo.
«Mi ricorda qualcuno» disse Nicole rivolgendomi uno sguardo divertito, tutti scoppiarono a ridere.
«Certo che, da un certo punto di vista, voi due siete davvero simili» pronunciò Simone guardandoci e indicandoci. Io e Filippo ci guardammo. Cosa? Noi due simili? Stava scherzando vero? Come potevo essere simile a lui? Eravamo due poli opposti. Lui così incazzato con il mondo, io così... okay forse qualcosa avevamo in comune.

«Pff, assolutamente niente» dicemmo all'unisono io e Filippo provocando una risata da parte di tutti coloro che ci circondavano mentre noi due ci guardavamo sbigottiti.

~~~~~~

«No, così non va. Devi tenere alta la vocalità fino alla fine della parola» mi spiegò per la centesima volta l'insegnate di canto, in sala prove.
Era da circa un'ora e mezza che provavo quella canzone ossia, "Love me like you do" di Ellie Goulding, e quel dannato pezzo non mi entrava in testa.

"What are you waiting for?
Love me like you do
La-la-love me like you do
Touch me like you do
Ta-Ta-touch me like you do..."
«No, qui devi sfumare di più e abbassare la vocalità» disse facendomi dei segni con la penna e facendomi ascoltare la canzone per l'ennesima volta. Dio, mi stava scoppiando la testa. E quella canzone la stavo ascoltando così tante volte che mi stava facendo l'acido. Ma dovevo impegnarmi, dovevo dare il massimo di me!

«Okay, quindi Ta-ta-touch me like you do...» cantai cercando di abbassare il suono per quanto potessi.
«Perfetto, Sara, vai avanti» mi spronò con un grande sorriso.
Tirai un sospiro e ricominciai a cantare la canzone, cercando di metterci tutta me stessa.
«Va benissimo, Sara. Mi raccomando ricordati quella parte e cerca di impegnarti come hai fatto ora. Per oggi abbiamo concluso. Arrivederci» disse sorridendomi, io annuì e lo salutai a mia volta andando verso la porta di uscita, che ad un certo punto si aprì facendomi sussultai e mi ritrovai di fronte Filippo.

«Oh, eccoti Irama, ti stavo aspettando» disse il professore accennandogli un saluto con la mano e aggiustandosi gli occhiali.
Mi guardò intensamente negli occhi prima di accennarmi un sorriso che ricambia.
«Ciao, Sara e salve anche a lei professore» salutò con un sorriso forzato.

Dopo essere uscita dalla sala prove, mi recai verso la sala relax dove trovai Nicole seduta sul divano a piani con Einar e Luca.
«Ciao ragazzi, finito le prove?» domandai sorridendo.
«Sisi» risposero i ragazzi sorridenti.
«Torno subito, vado a darmi una rinfrescata» dissi dirigendomi verso gli spogliatoi, ma venni subito fermata dalla voce di Einar.
«Ah, Sara, prima Filippo ti cercava, voleva dirti una cosa»
«Mi cercava?» ripetei sconvolta. Filippo che mi cercava? Cosa avrebbe voluto dirmi? Oddio che ansia. Cercai di fare mente locale su tutte le cose che avevo combinato, ma non trovai nessuna cosa abbastanza grave da farmi rimproverare.

«Si, poi però doveva andare alle prove e ha rinunciato» spiegò il ragazzo, poggiando i gomiti sopra le ginocchia.
«Oh» risposi solo, abbassando leggermente la testa. Chissà cosa voleva.
«Va bene, dopo gli andrò a parlare» continuai dirigendomi ora, verso gli spogliatoi dove finalmente, mi sarei data una bella rinfrescata prima di riprendere le prove.

Ma il pensiero di ciò che Filippo, prima o poi, mi avrebbe detto mi assillava continuamente, non lasciandomi via di scampo, non sapevo proprio cosa pensare. Decisi di non pensarci, almeno per ora. Ma risultò un pensiero abbastanza difficile. Non era facile non pensare a ciò che avrebbe voluto dirmi. Non era facile non pensare a lui. Perché la verità era che, anche se era antipatico, presuntuoso e montato, non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora