•Capitolo quarantanove•

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Sarei ritornata nella mia città per soli due giorni, gli ultimi due giorni con loro prima di passare due mesi in casetta. Sapevo che mi sarebbero mancati tantissimo!

Entrai in camera, stressata più che mai. Almeno avrei staccato la spina per un po'. Faceva male restare lì, nello stesso posto con la persona che avevo tanto amato e che nello stesso tempo mi aveva distrutta.

Sospirai pesantemente, prima di prendere la valigia e posizionarla sul letto, buttandoci dentro alcuno dei miei vestiti e preparando anche tutta la roba per trasferirmi, poi, in casetta.

«Torni a casa?» mi domandò Emma sdraiata sul suo letto.
«Si, torno domani sera» le risposi continuando a buttare roba all'interno della valigia.
«Mi mancherai tanto, Sara!» mi corse poi incontro, abbracciandomi forte facendomi rimanere di sasso.

La strinsi, poco dopo, forte a me chiudendo gli occhi.
«Ehi, ci vedremo domani sera»
«Si, e domani sarà la nostra ultima notte insieme prima di essere divise» disse nostalgica.
«Mi mancherai tanto, ma ora basta, se no piango!» esclamai facendola ridacchiare.

«Ragazze, Simo ha organizzato un'altra festa stasera, pronte?» entrò in stanza Jessica, più allegra che mai.
«Ma... dove vai con quella valigia?» domandò poi indicandola.
«Torno dai miei fino a domani sera»
«E la festa?»
«Non ci sarei venuta comunque, Jess...» dissi lasciando in sospeso la frase, ritornando indietro a quel giorno.

Calò un silenzio in tutta la camera, e io ne approfittai per chiudere la valigia.
«Bene! Ho il treno tra mezz'ora, sono già in ritardo» indossai velocemente il cappotto per poi prendere la valigia.

«Il computer non lo prendi?» chiese Emma indicando la scrivania.
«Non mi serve» risposi scrollando le spalle.
«E invece sì, cosa farei in treno tutto quel tempo? Netflix risolverà i tuoi problemi» disse Jessica, dandomi il computer.
Sorrisi.
«Va bene, a domani ragazze, salutatemi le altre» conclusi per poi uscire dalla camera dirigendomi verso l'uscita dove c'era già il mio taxi ad aspettarmi.

~~~~

Il tempo con la mia famiglia era semplicemente volato, mi erano davvero mancati tanto e forse mi sarebbero mancati ancora di più. Erano stra orgogliosi di me ed io ne ero felicissima. Non avevano fatto altro che complimentarsi per la mia voce e qualche lacrima da parte di mia madre e di mia nonna era sfuggita.

Avevo deciso di andare a trovare le mie migliori amiche che non vedevo anche loro da tanto, per poi subito dopo ripartire per Roma.

«Ora sei diventata famosa e non ci calcoli più eh» sentì una voce alla mie spalle. Mi girai e subito mi fiondai tra le loro braccia.

«Mi siete mancate un casino»
«Mai quanto te» disse Giulia, stringendomi forte.
«Forza sediamoci a prendere un caffè, così ci racconti tutto» esclamò Margherita per poi sederci ad un bar.

«Come va con Irama? Credo...» domandò  ancora quest'ultima.
Sospirai pesantemente per poi prendere la mia tazza di cioccolata calda e portarmela alle labbra, tenendola stretta tra le mani per cercare di riscaldarmi.
«Non va. Non è mai andata»

Non avrei voluto parlarne, era un fatto abbastanza fresco e faceva ancora piuttosto male. Anche se avrebbe sempre fatto male!
Ma prima o poi ne avrei parlato con loro, eravamo migliori amiche fin da piccoline, eravamo cresciute insieme, ci conoscevamo da più di dieci anni e non potevo non parlargliene.
Parlammo del più e del meno, fino a che non arrivò l'ora di tornare a casa per preparare la valigia e ritornare a Roma.

Margherita e Giulia mi accompagnarono e mi aiutarono per fino a preparare la valigia.
«Ma quindi da domani sarai un puffo?» scherzò Margherita mentre io ero intenta a sistemare la valigia.
«Stai zitta e passami la roba» dissi ridendo mentre mi ritrovai con una maglia in faccia.

«Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu...» intonò Giulia facendoci scoppiare a ridere.
«Smettetela cretine»
Chiusi la valigia e controllai il telefono.
«Cazzo è tardissimo, devo scappare se no perderò il treno!» urlai prendendo il cappotto e la valigia per poi scendere velocemente di sotto per salutare in fretta e furia i miei.

«Aspetta, Sara il computer» strillò Margherita con il computer in mano.
«Cazzo! Vi voglio bene, a presto» esclamai con un po' di nostalgia prendendo il computer e dirigendomi verso la fermata del taxi.

Mi sarebbero mancati da morire.

~~~~

«Sara sei tornata!» esclamò Emma euforica vedendomi rientrare in stanza, stanca più che mai.
«Vi giuro ragazze, sono morta» dissi buttandomi sul letto.
«Dai su che da domani si inizia a fare sul serio» strillò Jessica fuori di se, buttandosi sopra di me e facendomi ridacchiare.

«Dio, Jess, una balena!» la presi in giro.
«Ma va, guarda qui che silhouette» si vantò mostrando il suo fisico perfetto, passandosi le mani lungo i fianchi.
«Ti invidio e non poco» ribatté Emma, guardandola attentamente.
«Ma smettila, che sei già abbastanza perfetta così» la sgridai io, alzandomi dal letto per spogliarmi e mettere il mio caldo pigiama.

«Ragazze!» strillò Carmen, entrando come una furia in camera.
«Oddio, Carmen, mi hai fatto prendere un infarto» disse Emma, portandosi una mano sul cuore col respiro pesante.
«Ditemi che anche a voi piace Ed Sheeran?» domandò entusiasta.

Tutte annuimmo, aspettando che lei continuasse il discorso.
«Ci sono date del concerto a Roma e a Milano!» esclamò.
«E che cazzo stiamo aspettando ad ordinare i biglietti?» domandò Jessica facendoci ridere.

«Ehi ragazze, è qui Emmina?» chiese Simone facendo irruzione in camera.
«Yeah, love»
«Si però ora ci serve» dissi facendogli una linguaccia.
«Vorrà dire che rimarrò qui a darti fastidio»
Mi diede un bacio sulla guancia per poi andare verso la sua ragazza e sedersi accanto a lei, abbracciandola.

«Prendo il mio computer e ordiniamo da lì» esclamai accendendolo poi.
Guardai bene lo sfondo e solo dopo poco tempo notai che c'era qualcosa di strano.
«Cazzo raga, ho preso il computer di mio padre!» bestemmiai mentalmente. «Va beh, fa nulla ordiniamo» continuai entrando su Google ed inserendo tutti i dati necessari per acquistare i biglietti da ticketone.

«Fatto!» esclamai entusiasta.
«Si cazzo raga, non vedo l'ora! Ci andremo insieme» esultò Carmen abbracciandoci.
«Ora dovremmo solo aspettare che ci arrivi l'email» osservò poi Jessica.
Aprì la posta elettronica e prima che io potessi inserire le credenziali del mio indirizzo e-mail, notai un messaggio non letto nella posta di mio padre da parte di uno strano utente.

«Sara certo che sei una curiosona eh» ridacchiò Simone.
Cliccai sull'email e lessi attentamente:

"Prima o poi dovrai dirlo, e credo che oramai sia arrivato il momento. Non puoi, non possiamo più tenerlo nascosto abbiamo sbagliato fin dall'inizio e sappi che la verità salirà a galla. Continua pura ad ignorarmi su whatsapp e robe varie, ma sai anche tu che ho ragione! Non possono più rimanere all'oscuro di tutto.
Per favore, rispondimi al più presto. 
                                                                       Sandra"


•Spazio autrice•
Perdonatemi davvero, non aggiorno da un sacco di tempo e ne sono consapevole. Ma tranquilli non vi farò rimanere in suspance, perché credo, più che altro lo spero, di aggiornare nuovamente prima che inizi la scuola.
Inoltre manca davvero poco prima che la storia arrivi a termine e sono felicissima dei traguardi raggiunti.
Vi voglio davvero bene.
A presto.

Voglio solo te//Irama//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora