Sono Park Sveva, ho 15 anni e sono nata e cresciuta a Daegu in Corea del Sud.
Lì ho frequentato le medie e i primi due anni di superiori e ora mi ritrovo a dover ricominciare una nuova avventura in una delle più famose scuole di Seul, per il semplice fatto che ci siam dovuti trasferire per il lavoro di mio padre.
Mi mancherà tanto la mia migliore amica e soprattutto la tranquillità di quella meravigliosa città, lì dove ho passato la maggior parte della mia adolescenza.
Sto frequentando l'indirizzo economico turistico perché amo le lingue e questa scuola potrà darmi opportunità nel mondo del lavoro anche senza dover andare per forza all'università.
Manca ancora un mese all'inizio della scuola e sono già in ansia per quello che mi aspetterà, ma decido di non pensarci e di godermi queste ultime settimane di relax, anche se so che sarà tutto inutile.
Il giorno prima
Un mese era volato come nulla e mi ritrovavo a fare i buchi nel pavimento di camera mia a furia di fare avanti e indietro per l'ansia. Ovviamente i tremila messaggi dei miei ex compagni e amiche, i miei genitori che mi rimproveravano dicendomi di stare tranquilla e calmarmi e mio fratello che si lamentava facevano da cornice al mio stato di preoccupazione.
Dopo aver cenato decisi di prepare un piccolo zainetto con le cose fondamentali e mi stesi sul letto. Arrivarono in fretta le dieci e andai a dormire provando a cacciare l'ansia.
Drin
«Ahh maledetta sveglia» dissi spegnendola e girandomi dall'altra parte.
Ma dopo pochi secondi ricordai l'inizio della scuola e mi alzai in un nano secondo dirigendomi verso la cucina per fare colazione.
«
Ci mancava solo che facessi ritardo il primo giorno nella nuova scuola!!» mi rimproverai per poi andarmi a prepare e uscire finalmente dopo circa 30 minuti da casa per dirigermi alla fermata del pulmann. Una volta salita altri pensieri invasero la testa, più che pensieri erano domande a cui non sapevo darmi delle risposte: "chissà come saranno i professori", "spero di fare amicizia con tutti e di non venire presa di mira da nessuno"
Negli anni passati non mi era mai capitato nulla del genere anzi i miei tratti fisici facevano sì che tutti i compagni mi stessero attaccata. Ho i capelli rossi, simili al colore del rame, un po' più scuri e dei tratti occidentali abbastanza accentuati. Ho origini italiane dalla parte di mia madre difatti ho frequentato materna ed elementari a Torino, nel nord dell'Italia. Questo è anche uno dei motivi per cui non ho un nome coreano. A questo punto posso dire di saper parlare quattro lingue: l'italiano, il coreano, il francese e l'inglese!
Dopo circa 20 minuti giunsi a destinazione e la maestosità della scuola mi colpì subito: era forse una delle più grandi scuole che io avevo mai visto, ma il mio sguardo si spostò poi verso il grande numero di studenti presenti nel cortile. Decisi così di mettermi un po' in disparte aspettando il suono della campanella con le mie amate cuffiette nelle orecchie. Ad un certo punto sentì due dita picchiettare sulla mia spalla, presi uno spavento, ma decisi poi di girarmi interrompendo prima la musica. Mi ritrovai un'altra ragazza, poco più alta di me e capelli neri con le punte di un blu elettrico.
«Hey piacere sono Kim Kiary, tu come ti chiami?» muovendo le dita della mano per salutarmi
«Piacere di conoscerti, mi chiamo Park Sveva» risposi io timidamente ricambiando il saluto
«Come stai?» continuò lei
«In ansia, ma bene» mi limitai a dire.
«Saremo in classe insieme!» disse poi sorridendo
«Spero di trovarmi bene anche con il resto della classe...» aggiunsi poi iniziando a guardare l'asfalto
«Sì dai, sono tutti molto gentili e simpatici a eccezione di un ragazzo» rispose
Feci una strana espressione come per chiedere spiegazioni.
«Si chiama Shin Hoseok, conosciuto come Wonho. È abbastanza freddo, a volte tende ad essere geloso e possessivo, quando è innamorato. L'ho visto solo una volta così, l'anno scorso, ma poi la sua ragazza lo tradì e ritornò ad essere il ragazzo apatico e freddo di tutti i giorni»
S
tetti ad ascoltare attentamente quella piccola storia sul passato di quel ragazzo.
«Mi dispiace» mi limitai a dire, interrompendola
«Non riesce più a fidarsi di nessuno, per questo si comporta così con le ragazze» aggiunse
Io non risposi.
«
Scusami mi sta suonando il telefono, continuiamo dopo» e io le sorrisi allontanandomi un po' da lei continuando a pensare al discorso di pochi secondi prima. Neanche il tempo di fare un passo che andai addosso a qualcuno. Era un ragazzo, poco più alto di me, giusta corporatura, capelli neri e corti con dei ciuffi verdi davanti...davvero carino.
«S-scusami» mi limitai a dire guardando per terra con le guance rosse per l'imbarazzo e per la figuraccia.
«Guarda dove cammini babbea» urlò lui toccandosi il braccio
Socchiusi gli occhi continuando a guardare la sua immagine che si allontanava velocemente.
Dovevo ricevere anche insulti da parte sua nonostante gli abbia fatto le mie scuse, non potevo tollerarlo.
Mi incamminai così nella sua direzione per poter andargli a parlare quando Kiary mi raggiunse.
«Ah quindi hai già avuto esperienza con la 'gentilezza' di Wonho» accennando una risata
«
Scusa?!» le chiesi agitandomi
Lei scoppiò a ridere per poi ritornare seria.
«Mi ero dimenticata di dirti che è anche molto sgorbutico»
«Ho notato» dissi girando la testa verso l'entrata della scuola cercando in mezzo alla folla quel ragazzo
«Che ti ha detto?»
«Per sbaglio mi sono scontrata con lui, faccio per chiedergli scusa e lui mi chiama babbea? Ma chi è per dirmi ciò?» sbottai raccontandole l'avventura di qualche minuto prima
«Tanto è inutile andargli a parlare, fa come se non fosse successo nulla»
Il suo consiglio non mi andava molto a genio, ma decisi di seguirlo non volendo discutere già il primo giorno di scuola.
S
buffai rumorosamente e sentimmo poi la campanella suonare, così ci dirigemmo verso la nostra classe.
Sulla soglia venni bloccata da una professoressa sulla cinquantina d'età che si presentò.
«
Sei tu la nuova alunna, Park Sveva?»
«Sì sono io» dissi per poi rivolgerle un piccolo inchino
«Tra qualche minuto entriamo così ti presento alla classe» mi disse poi ed io annuì. Non riuscivo a dire niente, ero alquanto nervosa. La campanella suonò e il cuore incominciò a battermi fortissimo. La professoressa entrò ed io la seguì, ritrovandomi così al centro della classe con tutti che mi guardavano.
Avevo come la sensazione che mancasse qualcuno difatti non mi sbagliai. Prima che la prof iniziasse il suo discorso la porta si spalancò rivelando l'immagine di quel ragazzo di prima.
Wonu? Sok? Com'è che si chiamava?
Ah sì, Hoseok, in arte Wonho
Mi squadrò da testa a piedi e io gli lanciai qualche sguardo di odio mentre mi giravo per guardare Kiary, la quale aveva trovato già occasione per scoppiare a ridere. Rimase lì impalato senza fare niente, continuando a fissarmi.
Nemmeno avesse visto un fantasma!
E adesso chi sarebbe il babbeo mio caro Wonho?
...
ANGOLO AUTRICE
WOW 1280 PAROLE... AIUTT!
Rieccomi ritornata qua su Wattpad dopo poche ore. Ho deciso di pubblicare già stasera il primo capitolo, senza farvi aspettare fino alla prossima settimana, almeno avete il tempo di farvi già un'idea.
Vi chiedo solo di avere clemenza, è la mia prima storia e non sono molto esperta nel campo, sono sicura che con il tempo migliorerò anche in questo.
Eventuali errori li correggerò più avanti.
Spero vi sia piaciuto e noi ci vediamo nel prossimo capitolo, byee
S💗
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❛❛ Stuck ❜❜ Wonho
Любовные романыcompleta✔️ \\ IN REVISIONE // My eyes are only fixed on you ~ stuck « Siamo amici, dobbiamo allontanare i nostri sentimenti e imparare a conoscerci l'un l'altro... Eppure ti amo. Sarebbe strano se lo gridassi al mondo? » credit to owner: @svevaxxjoo...
