• 38 • ti odio

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We must kill this love
It's sad but true
Gotta kill this love
Before it kills you too

Non riuscì a trattenere le lacrime e le lasciai così scorrere lungo le mie guance, rientrai a scuola, ma mi sentì tirare da un braccio. Spostai così le mani dal mio viso e potei vedere finalmente la falsità di quel ragazzo maledettamente bello di cui mi ero innamorata fin da subito, il veleno e l'antidoto... Davanti a me c'era la persona che aveva ferito il mio cuore, ma che con numerosi baci e tanto affetto era riuscita a ricucire quelle grandi ferite. Ma quel giorno, no quel giorno i miei occhi avevano visto troppo, il mio cuore aveva patito troppo dolore ed io stessa non sarei più riuscita a dargli un'altra opportunità... Ne aveva già sprecate troppe.
Mi dimenai cercando di allontanarmi da quelle mani ardenti, ma lui era più forte, aveva più energia di me, tutta quella che io pian piano stavo perdendo a causa sua.
«Sveva per favore...» disse lui tirandomi verso sè
«Cosa cosa. Hai intenzione di raccontarmi altre fesserie per caso? Eh!» alzai la voce cercando di calmare le mie lacrime
«Restiamo amici restiamo amici almeno non dovremmo più soffrire! Non siamo in grado di mantenere delle promesse, finiamo sempre per innamorarci l'uno dell'altra e a litigare. Non siamo fatti per stare insieme solo per stare lontani» dissi tutto d'un fiato abbassando sempre di più la voce
«Sveva no ascolta»
«Non ho più intenzione di ascoltare una minima parola proveniente dalla tua bocca. Sei solo capace di raccontare bugie e cavolate. Non sei stato in grado di cogliere neanche quest'ultima opportunità e hai preferito andare da un'altra. Davvero complimenti, d'ora in avanti sarai libero di fare quello che più vorrai fare. Scordati di me per sempre-» un singhiozzo interruppe le mie parole e con l'altra mia mano libera obbligai Wonho a lasciarmi andare in classe, ma anche via dalla sua vita.
Era doloroso sì, faceva davvero molto male e ripensare a quelle parole lo era ancora di più. Era arrivata l'ora di cambiare, di guardare avanti e di dimenticare tutti i ricordi con lui.

Arrivata nel corridoio mi asciugai velocemente le lacrime e tornai a sedermi al mio posto provando a finire il mio spuntino, ma quella ciambella rimase nel suo sacchetto sotto al mio banco, ancora intatta: mi era passata anche la fame.
La campanella di fine intervallo mi risvegliò dal mio stato di trance: non riuscivo ancora a capacitarmi di quello che avevo visto o meglio delle labbra di Wonho a contatto con quelle di un'altra ragazza.
S

cossi la testa e il mio sguardo cominciò a spostarsi sui miei compagni che pian piano rientravano in classe, ma Kiary si avvicinò al mio banco... Quale altra bugia avrei dovuto raccontarle? Ero davvero stanca di mentire
«Hey ma dove sei stata? Ti ho cercato per tutto l'intervallo» mi rimproverò lei chinandosi leggermente
«In giro per la scuola» risposi fredda e decisi di appoggiare la testa sul banco quando le sue mani bloccarono ogni mio movimento
«Guardami un attimo» mi ordinò seria e un po' titubante alzai la testa incontrando il suo sguardo preoccupato
«Che è successo?» domandò
«Nulla! Ora lasciami» mi dimenai e nascosi il mio viso tra le mie braccia incrociate.
Non mi piaceva per niente rispondere male a lei, una delle persone più care a me, ma in quel momento dovetti farlo.
Sentì i suoi passi farsi più lontani e non appena la professoressa di economia con la sua voce salutò la classe, mi ritrovai costretta ad alzarmi in piedi.
Quelle ultime ore della giornata passarono abbastanza veloci anche se durante le varie lezioni la mia concentrazione era del tutto assente e la mia testa era piena di pensieri, impedendomi così di poter seguire le spiegazioni.

A passo svelto lasciai il cortile della scuola e dietro di me i numerosi gruppi di studenti che scherzavano e ridevano tra loro. Sospirai e arrivata nel giardino vicino casa decisi di sedermi lì.
L'episodio di quella mattina si fece vivo nella mia mente e le immagini di quel bacio cominciarono a scorrere davanti a me come se tutto quello stesse accadendo in quel momento davanti ai miei occhi, un'altra volta.
Senza rendermene conto le lacrime cominciarono a scorrere veloci, goccia dopo goccia.
Portai le mani al viso e piansi rumorosamente seguendo gli istinti del mio cuore che in quel momento era distrutto come il mio umore.
Mi alzai con il viso e gli occhi rossi e andai in un piccolo negozietto dove comprai una birra illegalmente, grazie all'aiuto di una signora.
Cominciai a berla e intanto camminavo in quelle vie vicino al centro senza una meta precisa, le mie gambe si muovevano da sole e non mi restava che fidarmi del mio corpo.
Ad un certo punto in lontananza vidi due ragazze sedute su una panchina e avvicinandomi a loro mi resi conto tenessero tra le dita delle sigarette e inconsciamente gliene chiesi una.
Non sapevo il motivo di quel mio comportamento, l'unica cosa di cui ero certa era che volevo farla finita a tutta quella sofferenza e speravo che a lungo andare l'alcool e il fumo mi avrebbe consumata dall'interno... Speravo solo quello.

­❛❛ Stuck ❜❜  WonhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora