­❛❛ Stuck ❜❜ Wonho

• 32 • un bacio di troppo

«Ti va di passare più tempo con me nei prossimi giorni così magari riesci ad allontanare i pensieri verso di lui?»
[…]

La proposta di Wonwoo non mi dispiaceva affatto. Mi aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per evitare che anche un minimo pensiero su Wonho, venisse nella mia mente, quando decidevamo di stare insieme.
Nonostante questo lato positivo, c'erano quei momenti in cui diventavo bipolare: volte in cui sul mio viso si incideva un enorme sorriso quando ero in compagnia di Jeon e volte in cui, una volta ritornata a casa, mi rinchiudevo in camera a piangere con la testa sotto il cuscino.
Era una cosa da pazzi dimenticare Wonho, colui che mi aveva fatto battere il cuore davvero forte, colui che mi aveva dato il primo bacio e la prima persona con cui ero stata bene.
Ricordare i bei momenti faceva male, ma lo era ancora di più dover mettere in pratica quella proposta.

Col passare dei giorni il nostro rapporto si rafforzò tanto, uscivamo spesso e ci sentivamo nei tempi morti al telefono per chiacchierare sulle cose più banali.
E gli altri, vi starete domandando?
Uscivo anche con il resto del gruppo, ridevamo, scherzavamo e facevamo le peggio figure nel centro di Seoul, ma cercavo sempre di uscire nelle volte in cui Wonho, o per un motivo o per un altro, non poteva.

~

Quella mattina mi svegliai felice: mi aspettavano tre giorni di autogestione!
Era forse il periodo più atteso da ogni studente, dopo le gite, anche se di pochi giorni. Era un'occasione per poter partecipare a lezioni diverse dal solito, accompagnate spesso da laboratori, che   i docenti e le persone provenienti da altre scuole si impegnavano ad organizzare.
Ovviamente chi non aveva la minima intenzione di partecipare ai vari laboratori poteva rimanere in classe e sfruttare quelle ore libere per ripassare o fare qualche compito.
Io da persona furba, quel giorno scelsi la seconda opzione per il semplice fatto che i laboratori organizzati non mi entusiasmavano più di tanto e non avevano attirato abbastanza la mia attenzione.
Sul mio banco il libro di diritto e di storia chiedevano pietà, volevano essere riposti in cartella al caldo e io li stavo tenendo sul banco senza aprirli e senza fare nulla.
Non avevo la forza di fare anche una minima cosa che fosse inerente allo studio, o meglio, i troppi pensieri che giravano nella mia mente ostacolavano la mia concentrazione portandomi così a tenere la testa sulle mani e i gomiti sul banco.
Ero da sola in quella classe, ma anche se ci fosse stato qualcuno, mi sarei sentita sola ugualmente.
In quei casi lì era come se ci fossi solo io nel mondo, le mie paranoie, domande e risposte mi isolavano dagli altri e da tutto quello che accadeva intorno a me.

La notifica di un messaggio mi riportò sulla terra, sbloccai lo schermo: era Wonwoo.

"Raggiungimi nell'aula di musica al secondo piano. Prendi il corridoio a destra e poi la terza porta sulla sinistra. A dopo"

Involontariamente sorrisi, come se stessi aspettando un suo messaggio, riposai i libri nello zaino e mi diressi da lui.
Arrivai a quel piano in qualche minuto e mi sorpresi per la velocità impiegata, nonostante il gran numero di studenti in giro per la scuola che si spostavano da un'aula all'altra per partecipare ai vari laboratori.

Di Wonho ancora nessuna traccia, quella mattina non l'avevo visto e nemmeno in quell'ora nella scuola. La preoccupazione cominciò ad assalirmi, ma scrollai la testa ricordandomi della proposta di Jeon: non dovevo pensarci.

Stavo raggiungendo l'aula di musica e potei sentire una bellissima melodia proveniente da un pianoforte, era 'Don't wanna cry'.
Aprì la porta con un po' di timore, ma non volevo distrarre Wonwoo.
Il mio sguardo si incantò sul suo corpo e sul suo viso stretto e allungato, la sua espressione era rilassata e le sue mani si muovevano davvero molto velocemente su quei tasti bianchi che alternava a quelli neri.
Avanzai facendo attenzione a non creare rumore e lo raggiunsi, sedendomi così accanto a lui, su uno sgabello abbastanza grande.
Cominciò a guardarmi non appena terminò di suonare e mi rivolse un grande sorriso dal quale feci difficoltà distogliere il mio sguardo, ricambiai quel gesto.