Addio mio caro» terminai quel discorso con le mie guance umide e qualche lacrima che terminò il suo percorso
...
I don't think I can do anything
without you
I miei occhi erano ancora sul suo viso, lo stavo squadrando da testa a piedi mentre io stessa mi chiedevo se la persona davanti a me fosse davvero il Wonho degli ultimi mesi.
Prima che potessi andarmene definitivamente gli andai incontro, non so da dove uscì quella mia iniziativa, ma lo feci: con le mie mani presi i suoi polsi e gli rubai un veloce bacio. Mi staccai.
«Di sicuro questo farà meno male di tutto quello che ci stiamo facendo a vicenda»
Nel pronunciare quelle parole sentì le lacrime tornare al livello dei miei occhi e cominciai a vedere tutto sfocato, sentendole scendere calde lungo le mie guance, un'altra volta.
Indietreggiai fino ad arrivare alla porta che aprì con un po' di fatica nel tremare dal nervoso e dalla tristezza.
«Grazie per tutto signora Shin» dissi rivolgendole un inchino e uscì da quella casa con le mani al viso intenta ad asciugare le lacrime.
POV'S WONHO
Il rumore della porta fece sobbalzare il mio cuore in una maniera impressionante.
Rimasi qualche secondo lì impalato fissando il punto in cui lei si trovava pochi minuti prima, era come se fosse ancora lì.
«Wonho...» sentì pronunciare piano dalle labbra di mia mamma, ma la ignorai e andai in camera mia.
Mi buttai sul letto e cominciai a fissare il soffitto bianco mentre le immagini del suo viso sorridente e radioso passavano come un film nella mia mente.
Chiusi velocemente gli occhi e mi rannicchiai dal dolore che stavo provando in quel momento nel ricordare tutti i bei momenti, seppur corti, con lei, la ragazza che amavo.
Misi la testa sotto il cuscino e diedi libero sfogo alle lacrime; quella stanza fredda si riempì in un batter d'occhio dei miei singhiozzi rumorosi. Il petto mi faceva male, la testa anche e soprattutto il cuore.
Sentire quelle parole pronunciate da lei mi provocò una voragine enorme, una pugnalata al petto avrebbe di sicuro fatto meno male... Però come potevo negare tutto ciò? Era vero, quello che aveva detto era la verità, ne ero a conoscenza eppure perché non ero mai riuscito a cambiare o fare in modo di darle più attenzioni? Non sapevo cosa rispondere... Il vuoto più totale, c'era solo il rimorso di non averla accolta prima tra le mie braccia, di non averle dato prima il mio amore e di non essere cambiato.
Non sarei più riuscito a riportarla da me, mai più...
«Figliolo?» disse mia madre bussando alla porta
«Che c'è mamma?» chiesi
«Posso entrare un attimo?»
«Va bene»
La porta si aprì ed io tirai la testa fuori dal cuscino mettendomi seduto sul letto.
«Ti ho sentito piangere e mi sono preoccupata» disse poggiando la sua mano sul mio ginocchio che stava tremando.
Io piangere? Avevo davvero pianto? Realizzarlo era davvero complicato, non ero solito a versare lacrime e in quel momento non riuscivo a farmene una ragione per la quale era capitato per la prima volta anche a me.
Non avevo mai pianto in tutta la mia adolescenza, nemmeno lo scorso anno quando la mia relazione con Irene finì poiché avevo capito che nulla sarebbe davvero finito, ma in quel momento la mia testa pensava ad altro, pensava il contrario di quello che avrei sostenuto qualche mese fa.
Sveva per me era diventato un punto fisso, la mia luce, mi faceva splendere il cuore solo con un semplice sorriso.
Era davvero unica e preziosa e me ne stavo pentendo altamente di non averla più al mio fianco e di essermi comportato così malamente con lei.
«Mamma è tutto okay» dissi in fretta mettendo il cuscino al suo posto cercando di non incontrare il suo sguardo. Sapevo benissimo il motivo per cui era venuta...
«Perché ti sei comportato così con lei? Perché le hai mentito?» chiese
Da parte mia ci fu solo silenzio
«Mmh?» mugugnò come per ottenere a tutti i costi una mia risposta
«Non lo so mamma, va bene? Non lo.so. Le ho mentito, è vero e di questo me ne sto pentendo altamente. Volevo liberarla da tutti i suoi problemi facendola sfogare per non tenersi tutto dentro, sono stato un egoista per aver voluto la sua felicità come mezzo per far star bene anche me, non pensando che anche lei avrebbe desiderato vedermi sorridente e felice una volta ogni tanto!»
Lo sguardo di mia madre si fece cupo
«Wonho non risolverai nulla standotene qua sdraiato a piangere. Va' da lei e riprenditela se proprio ci tieni e vuoi continuare ad averla nella tua vita. Smettila di essere così egoista e codardo!» sbottò e iniziai a guardarla. Non avevo mai visto quel lato di mia madre.
«Mi è capitato qualche settimana fa di parlare con lei e quel giorno aveva proprio lo sguardo perso mentre chiacchieravamo. Lei tiene a te più della sua stessa vita e più di quanto tu possa pensare» terminò lei cercando di rendere il tono della voce meno teso.
«Va bene andrò da lei. Grazie mamma»
Lei annuì e sorrise poi uscì dalla mia camera
POV'S SVEVA
Una volta uscita da quella casa iniziai a sentirmi persa, non sapevo dove andare.
A casa mia? Nah i miei erano appena tornati da una lunga e pesante settimana fuori Paese come avrebbero potuto sopportare ancora le mie paturnie? Certo loro l'avrebbero fatto volentieri, ma non riuscivo ad accettarlo io. Sarei dovuta prima o poi riuscire ad affrontare un problema da sola senza l'aiuto di nessuno.
Un'altra pazzia raggiunse la mia testa e senza pensarci due volte la misi in atto: sarei andata a casa di Minhyuk, lui mi era sempre stato vicino, mi aveva sempre aiutato in tutto e dato consigli sin dal secondo giorno che arrivai in quella scuola, era diventato come il fratello che non avevo.
Bussai un po' di volte cercando di farmi sentire da lui mentre le lacrime scendevano senza sosta lungo le mie guance
«Arrivo» sentì gridare dalla parte opposta della porta.
Non appena il suo sguardo incrociò il mio una strana espressione si impossessò del suo viso.
«Sveva. Che succede?» mi chiese preoccupato tirandomi da un braccio mentre con l'altra mano chiudeva la porta.
Non risposi a quella domanda ma mi buttai tra le sue braccia cominciando a piangere rumorosamente
«No ti prego! Dimmi che hai!» mi implorò accettandomi tra le sue braccia e stringendomi più a sè.
Non riuscivo a parlare, gli unici suoni che uscivano dalla mia bocca erano i singhiozzi rumorosi e qualche lamento incomprensibile
Andammo a sederci insieme sul divano ed io non riuscivo a calmarmi: avevo davvero male al torace, sarebbe esploso a momenti.
«Sveva fa un bel respiro. Non riesco a vederti così. Per favore»
Mi stava quasi implorando e decisi di seguire i suoi consigli, in questo modo pian piano riuscì a rallentare i singhiozzi.
Le lacrime però continuavano a scendere senza sosta, non riuscivo proprio a darle un limite.
«S-sono venuta a scoprire che Junho ha picchiato Wonho perché voleva difendermi. Ha visto quello che è successo in corridoio quel mercoledì» dissi facendo fatica a contenere i singhiozzi
«Sono corsa a casa sua e-»
La mia voce di interruppe di colpo, un nodo invase la mia gola e in quel momento a ricordare tutto mi venne di nuovo da piangere.
«Tranquilla!» disse lui
«In pratica gli ho u-urlato contro la verità. Era stato un bugiardo e uno stupido. Mi ha nascosto tutto dicendomi che aveva avuto una "piccola" rissa con un ragazzo con cui litigava sempre. Capisci? Lui che ha continuato per diversi giorni insistendo affinché io dotessi dirgli tutta la verità e tutto quello che mi faceva stare male! Io?! E lui invece?» alzai la voce e la mano sinistra verso un punto indefinito
«Gliel'avevo detto di non comportarsi così. È il solito testardo!» sbottò lui avvicinandosi a me per asciugare qualche lacrima con delicatezza e nel frattempo continuò a tenere il suo bel sorriso, contagiando anche me.
«Sei così bella quando sorridi» disse guardando i miei occhi lucidi e colmi di lacrime, io mi limitai a sorridere timidamente
«Perché piangi per lui?» mi chiese improvvisamente facendomi sussultare leggermente
Ebbi un po' di timore nel rispondergli, ma presi coraggio e gli raccontato tutto.
Chissà Wonho quante cose gli aveva già detto di noi due, in ogni caso non si sarebbe stupito.
«Io sono innamorata di lui, innamorata persa e qualsiasi gesto lui faccia, che sia buono o cattivo, un qualcosa mi attira di più. Non mi va molto a genio il suo carattere, lo sai, ma quando si comporta in modo dolce fa battere il mio cuore in una maniera assurda. Solo pochi centimetri di distanza fanno scattare i miei battiti all'impazzata. Solo lui riesce a provocarmi questo effetto, a farmi stare bene e male allo stesso tempo. Quello per cui piango e sto male è colpa di tutti quei baci che mi ha rubato fin'ora. Perché non poteva continuare ad essere così tutto leggero e senza problemi! Perché Min?»
Risposi a quella sua domanda trattenendomi dal non scoppiare di nuovo in lacrime
«Dicono che sia una bella cosa piangere per qualcuno che ci fa stare male perché nonostante quel suo comportamento sia stato sbagliato in quel momento, tu continuerai a ricordarlo per le cose belle che ha fatto. Comunque non ti preoccupare, andò a parlargli e lo farò ragionare» disse facendomi l'occhiolino e aprì le braccia permettendomi di avvolgere le mie intorno al suo esile corpo accogliente. Mi feci cullare dal suo battito cardiaco e riuscì a tranquillizzarmi.
«Minhyuk ti ringrazio davvero, ma non andare da lui. Ho davvero intenzione di dimenticarlo una volta per tutte»
...
ANGOLO AUTRICE
Spero possiate perdonarmi per il capitolo un po' lungo, ma quando mi parte il lato scrittrice che in me potrei anche non riuscire a fermarmi dallo scrivere poemi infiniti. Anyway come vi è sembrato? Vi è piaciuto? Ma soprattutto cosa succederà?
A mercoledì 💓
S💗
STAI LEGGENDO
❛❛ Stuck ❜❜ Wonho
Romancecompleta✔️ \\ IN REVISIONE // My eyes are only fixed on you ~ stuck « Siamo amici, dobbiamo allontanare i nostri sentimenti e imparare a conoscerci l'un l'altro... Eppure ti amo. Sarebbe strano se lo gridassi al mondo? » credit to owner: @svevaxxjoo...
