• 29 • di nuovo vicini

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Il giorno tanto atteso arrivò. Ebbene sì quel pomeriggio avremmo avuto lo spettacolo sulle note di 'Mirotic'. Dire che ero in ansia era dire davvero poco, avevo paura di sbagliare le mosse, di distrarmi per la presenza di Wonho, paura del pubblico, di non riuscire a trasmettere le giuste impressioni e la giusta carica a chi ci avrebbe visto e soprattutto che i miei sentimenti si mischiassero tra loro creando una miscela troppo complicata per riuscire a distinguerli.
Con Wonho? Tutto uguale. Da quel giorno non ci eravamo più visti, lui non venne più a casa mia pregandomi di perdonarlo e anche quando io e gli altri uscivamo, cercavo di non incrociare il suo sguardo. Solo vedere la sua ombra mi turbava, in maniera positiva e negativa.
Avrei voluto risolvere tutto, poterci comportare come due normali amici, ma lui impediva ogni mia tentativo e anche io davo del mio.
Il mio carattere era cambiato, io ero cambiata, avevo perso quella brutta abitudine di dare sempre una seconda possibilità alle persone e Wonho, lui lo sapeva bene, aveva ricevuto da me tantissime possibilità per migliorare e sistemare tutto, ma le aveva perse, chissà ancora per quanto, forse per sempre?

Le mie giornate erano diventate un tutt'uno tra pianti e risate forzate.

~~

Io, Kiary e Min decidemmo di recarci insieme a scuola per poter aver qualcuno con cui "scambiare" due parole, anche se alla fine era diventata di abitudine parlare annuendo o negando con la testa.
Una volta arrivati nel cortile, raggiungemmo gli altri.
Il mio sguardo si posò subito su Wonho il iniziò a guardarci con una strana espressione.
Sembrava felice e preoccupato nello stesso momento.

Una volta entrati in platea ci dirigemmo senza perdere altro tempo verso il teatro, prendemmo le nostre posizioni e cominciammo a provare.
Tutto filò liscio, riuscì a ricordare tutte le mosse alla perfezione e l'ansia era cessata abbastanza.

«Ragazzi vi invito ad andare nei camerini. Ne abbiamo riservato uno ad ogni coppia, i vestiti sono già dentro. Vi basterà solamente leggere fuori dalla porta il cartellino con il vostro nome» disse il professore e noi ci dirigemmo fuori dal teatro, uno dietro l'altro.
Camminavo lentamente cercando il mio camerino e mi bloccai nel leggere i nomi 'Shin e Park'.
Avrei dovuto davvero condividere quella stanzetta con Wonho? Non sapevo cosa pensare, speravo solo fosse tutto un sogno.

«È proprio il nostro camerino. Direi di sì» disse lui con le braccia incrociate, io mi girai iniziando a guardarlo di storto, poi mi superò entrando nello stanzino, io feci lo stesso.
Andammo entrambi dietro al paravento e ci cambiammo.
Avrei dovuto indossare dei pantaloni di pelle e un maglioncino corto con degli stivaletti bassi, il tutto sembrava carino, ma non riuscivo a sentirmi a mio agio.
Presi la mia pochette e andai in bagno per truccarmi: iniziai con l'applicare del fondotinta e un po' di correttore per poi fissare il tutto con della cipria color carne.
La porta si aprì rivelando un Wonho intento ad annodarsi la cravatta e fallire nell'impresa.

«Non truccarti. Stai meglio senza tutta quella roba là» disse facendo segno con la testa verso la pochette.
Si sedette sul lavello e cominciò a fissarmi lasciando stare la cravatta.
Terminai il make-up con un po' di mascara, poi andai da Wonho senza aprire la bocca, con il tubetto del correttore nella mano, cominciai a mettergliene nei punti dove i segni dei lividi erano ancora leggermente visibili.

«Cosa stai facendo?» mi chiese muovendosi
«Sta fermo per favore» lo ripresi fredda.
«Cosa mi hai messo?» mi chiese iniziando a toccare quella crema color carne
«È correttore almeno nelle telecamere i tuoi lividi si vedranno di meno»
Mi avvicinai di più a lui e iniziai a sistemare il colletto della sua camicia e annodai la cravatta.
Il suo sguardo stava perforando ogni mia parte di pelle e iniziai a sentirmi a disagio
«Odio le cravatte, lascia perdere con questa c-» disse spostando le mie mani, ma io contrapposizione ogni suo gesto, senza aprire bocca
«Hai intenzione di tenere il broncio con me fino a quando?» mi chiese
«Ti ho già detto cosa penso e cosa ho intenzione di fare per il resto dei miei giorni con te» risposi in modo freddo e coinciso.
«Non ce la farai, fidati delle mie parole»
«Sono arrivata ad un punto in cui ho smesso di fidarmi delle parole delle persone, soprattutto se escono dalla bocca di un certo Wonho» sbottai rivolgendogli una brutta occhiata.

Tornai poi davanti allo specchio per applicare del rossetto color porpora tendente al rosa.
Lui scese da quel piccolo ripiano accanto al lavandino e si posizionò dietro di me, io però continuai a tenere lo sguardo fisso sulla mia immagine dallo specchio, anche se in realtà avrei voluto guardare la sua bellezza.
Quella sera era davvero incantevole, impossibile resistervi!

Circondò il mio esile corpo con le sue braccia possenti e muscolose mentre teneva ferme le mie mani con le sue.
Il mio respiro diventò irregolare, la sua vicinanza provocava in me quell'effetto.
«Ricorda che tra le mie braccia sarai sempre la benvenuta» disse vicino al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Il cuore cominciò a rimbalzare per tutta la cassa toracica felice di aver sentito quelle parole.
Ad un certo punto, senza che potessi accorgermene spostò con il naso una piccola ciocca di capelli e portò le sue labbra sul mio collo dove lasciò un piccolo bacio profondo. Io mi bloccai nel sentire di nuovo il suo respiro caldo sul mio collo.
«Tra qualche minuto avrò di nuovo la possibilità di sentire il tuo profumo» disse staccandosi da me, lasciandomi vuota e con una strana sensazione, uscì poi dal bagno lasciandomi sola.
Perché gli avevo dato di nuovo la possibilità di avvicinarsi? Che problemi avevo esattamente con me stessa? Mi aveva mandato in crisi, letteralmente!

Terminai in fretta e corsi negli spogliatoi per posare il tutto e tornai dagli altri che erano già pronti per entrare sul palco.
Sentì il professore annunciare la nostra entrata e un grande applauso seguì le sue parole. Le gambe cominciarono a tremare senza sosta e inizia a respirare affannata, come se avessi appena finito di correre.

Salimmo sul palco a coppie e Hoseok mi prese la mano contro la mia volontà, ma eravamo già davanti agli occhi di tutto per spostarmi da lui.
Prima che la musica potesse partire sentì una voce vicino al mio orecchio: Wonho.
«Rilassati e lasciati andare. I passi li ricordi tutti»
Stranamente quelle sue parole riuscirono a tranquillizzarmi leggermente.

Dovevo ammettere che fu davvero difficile evitare ogni suo sguardo e resistere a non posare i miei occhi sul suo corpo
Finimmo e un caloroso applauso provocò in tutti noi un enorme sorriso e mi accorsi dopo qualche secondo della presenza del mio migliore amico in piedi verso le prime file della platea che applaudiva e sorrideva.

Tornammo nei camerini dove ci raggiunse Taehyung, lo vidi e gli corsi incontro come una bambina. Mi buttai tra le sue braccia gridando il suo nome. Lui mi accolse in quell'abbraccio e con una mano iniziò ad accarezzarmi i capelli.
«Sei stata davvero brava» mi disse lui
«Grazie. E tu? Che ci fai qui, mi sei mancato tanto»
«Sono venuto per vederti, ovvio stupidina» e mi scompigliò tutti i capelli
«Yaaa Taehyung» mi lamentai ed lui scoppiò a ridere.
«Ci vediamo in platea» urlò quasi Jooheon seguito dagli altri, io annuì.

Ritornai nel mio camerino sedendomi poi su una delle panche lì presenti. Appoggiai i gomiti sulle gambe portando il viso tra le mani, cercando di far tornare il respiro regolare, ma iniziai a sentirmi quasi subito davvero giù di morale.
«Hey piccola, che succede?» chiese avvicinandosi e sedendosi accanto a me
«Niente Tae tranquillo» risposi io mentendo
«So che stai dicendo una bugia-» prese la mia mano tra la sua
«Dimmi cosa non va» terminò e iniziai a guardarlo con le lacrime agli occhi. Era un bene averlo lì con me!
«Wonho?» mi chiese e iniziai a guardarlo spalancando gli occhi
«Sì» risposi secca con voce bassa
«È bello piangere per una persona sai?»
«Ma non se l'altra se ne frega di te e gioca con i tuoi sentimenti» sbottai
«È proprio qua che sbagli. Tu a Wonho tieni molto, si vede dalle lacrime che stai versando e dalle parole che stanno uscendo dalla tua bocca. Lo stesso va le per lui, durante lo spettacolo non ha smesso di guardarti un secondo e teneva le sue mani su di te come se non volesse farti andare via. Provate entrambi dei sentimenti troppo forti da esprimere?» domandò alla fine ed io annuì non trovando nient'altro da dire.
«Vedrai che tutto si sistemerà. Wonho farebbe di tutto per averti e vederti felice e al suo fianco, fidati di me»
«Va bene. Grazie Taetae» dissi
«Vieni qua»
Allargò le braccia e mi accolse tra sé
...

ANGOLO AUTRICE
Sono riuscita a non morire ve lo giuro. Ultimamente le mie idee scarseggiano un sacco e la quantità di compiti e pagine da studiare, non aiutano per niente. Spero vi sai piaciuto anche se non mi convince molto.
Commentate se volete, come sempre e spero di riuscire a pubblicare il capitolo 30 mercoledì prossimo.

S💗

­❛❛ Stuck ❜❜  WonhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora