­❛❛ Stuck ❜❜ Wonho

• 44 • ti amo

«Perché hai deciso di farmi soffrire così?!» chiesi a me stessa mentre mi allontanavo sempre di più da quel ristorante con gli occhi appannati e un'enorme voglia di piangere.
«Sveva!» era Seunghoon, ma continuai per la mia strada
«Sveva aspetta!» riuscì a raggiungermi e mi bloccò tirandomi dal braccio sinistro. Vi voltai e lui si avvicinò ancora per poi abbracciarmi forte.

POV'S WONHO
Avevo seguito i loro passi fino ai tavolini esterni del locale per poi bloccarmi e continuare a seguire le loro immagini solo con lo sguardo e con l'immaginazione dove la mia vista non riusciva ad arrivare.
Vedere Sveva abbracciata a Seunghoon mi fece sentire più leggero perché sapevo che avrebbe potuto contare veramente sulla sua presenza, sul suo amore. Vedevo con i miei stessi occhi, dopo tanto, una Sveva amata, circondata da amore... Tutto quello che non ero riuscito a darle io.
Sospirai e rientrai dentro... I miei occhi avevano già visto troppo.
«Wonho mi dispiace-» pronunciò Kiary
«Non è colpa tua... Né vostra se abbiamo incontrato Sveva qua. Avrei preferito un momento diverso, ma purtroppo non sono riuscito a prevedere le sue mosse» mi sedetti al tavolo con, ormai, pochissima fame. Mi era venuta la nausea e in quelle condizioni non sarei riuscito per davvero a toccare cibo.

POV'S SVEVA
Le braccia di Seunghoon mi avvolgevano con sicurezza cercando di farmi capire come avrei potuto contare su di lui. In realtà verso Wonho non provavo odio, ma rancore... Le parole pronunciate davanti a lui non rispecchiavano per davvero ciò che provavo nei suoi confronti né tantomeno la rabbia che mi opprimeva.
Amavo ancora Hoseok anche se volevo convincere l'altra me, del contrario, fallendo però miserabilmente.
«Perdonami...» pronunciò il ragazzo sul mio collo.
«No... tu non c'entri nulla» sorrisi appena per confortarlo
«Dai ti porto a casa...» sciolse l'abbraccio e mi prese per mano facendomi sentire davvero a disagio. Dovevo dimenticare al più presto tutto quello... Speravo davvero che Hoseok non avesse visto almeno le nostre mani incrociate...

Quella notte non riuscì a chiudere occhio, mi giravo e rigiravo sotto al lenzuolo non ottenendo nulla in cambio. Presi addirittura un libro da leggere, ma nulla da fare. La mia mente non aveva intenzione di fermare il suo lavoro, di prendersi anche poche ore di pausa... Si sarebbe di sicuro surriscaldata!
Ad un certo punto chiusi gli occhi senza rendermi conto di nulla né dell'orario né di come fosse accaduto, ma misi a bada le domande approfittando della situazione.

Il giorno dopo non fu facilissimo alzarsi... Non riuscivo a tenere gli occhi aperti e soprattutto a reggermi in piedi dal sonno che mi pervadeva da testa a piedi.
Mi catapultai in cucina e preparai una bella tazza di caffè con qualche biscotto.

«Ciao» mi salutò Seunghoon non appena mi sistemai dietro al bancone con addosso la mia classica divisa nera.
Io ricambiai il saluto nel mentre accendevo il computer.
«Stai meglio?» mi chiese e mi bloccai... Sapeva leggere la mente per caso?
«Non ho dormito benissimo questa notte...»
«Stasera ti darò qualche infuso rilassante, ti farà sentire meglio»
Io sorrisi e mi catapultai immediatamente nel ruolo di receptionist. Per fortuna quel giorno avrei spezzato le otto ore consecutive, altrimenti non ce l'avrei davvero fatta.
Essendo mattina c'erano stati parecchi arrivi e un leggero trambusto con la chiusura dei conti e il deposito delle valigie temporaneo nella hall.
Non appena la confusione si fu placata ne approfittai per andare a prepararmi un caffè doppio al bar, di cui spesso mi occupavo.
Niente zucchero... Mi avrebbe aiutato di più probabilmente, anche se la fatica con cui le bevvi fu immensa. Aveva davvero un gusto a dir poco orribile. Feci qualche smorfia nel mentre mandavo giù l'ultimo sorso, ma Seunghoon irruppe nella grande sala.
«Sveva...»
«Si?!» chiesi posando la tazzina nel lavandino
«C'è qualcuno che vorrebbe parlare con te»
Il sangue si raggelò nelle vene all'istante... Non potevo stare tranquilla neanche sul posto di lavoro, era davvero incredibile!
Mi diressi verso la sala d'attesa con le pulsazioni a mille, quando davanti a me apparve Kiary.
«K-kiary» dissi piano rimanendo stupita nel vederla.
Lei mi venne incontro e mi abbracciò caldamente.
«Come stai?» mi chiese sorridendo, ma cercai di evitare quella domanda e scossi la testa.
«Scusami se ieri sera non vi ho nemmeno calcolati... Non ero in me» mi sedetti seguita da lei
«So benissimo come ti sei sentita e come tu stia tutt'ora, ma ieri Wonho voleva parlarti. In realtà non sapeva saresti venuta a cena in quel ristorante e non appena ti ha vista gli sono venute in mente le scuse che avrebbe voluto porti...» mi spiegò tranquillamente ed io cominciai a sentirmi in colpa per come gli avevo risposto. Non era di certo per il suo arrivo improvviso, anzi in qualche modo sapendolo lì mi aveva tranquillizzato... Il problema era quella maledetta lettera... Le parole incise come il fuoco su quel pezzo di carta... Quelle parole incise nella mia mente che mi facevano sentire ogni giorno sempre più in colpa.
«Il problema è quella lettera...»
«Lettera?» domandò lei confusa
«Wonho mi ha inviato una lettera di 'scuse'. Un giorno di questi avrebbe colto l'occasione per porgermele di persona» le spiegai
«Vieni a cena con noi stasera-»
«Nono non me la sento-»
«Fidati di me, vieni...» si alzò in piedi accarezzandomi una spalla
«Alle otto, al ristorante di ieri» mi diede un bacio sulla guancia non appena terminò di parlare e si allontanò verso l'uscita, ma un qualcosa la fece ritornare indietro sui suoi passi, raggiungendomi.
«Sveva ami Wonho e lo stesso lui. Non dimenticarti delle volte in cui avete litigato e nonostante quello cercavate sempre un contatto visivo l'un l'altro. Fregatene di quello che accadrà intorno a voi... Wonho ti ha, non se andrà per qualche altra ragazza» sorrise lasciandomi senza parole davanti alla sua immagine che mano a mano diventava sfocata.