La mattina seguente mi svegliai di soprassalto per colpa di un incubo, oramai ero abituato, li facevo quasi ogni notte. Mi alzai e andai a fare colazione, una volta finita la colazione, decisi di rilassarmi un po' sul divano e di leggere delle poesie, a un certo punto lessi una poesia che cattura la mia attenzione:
Vuoto
Le persone nascono con un eterno vuoto,
un bisogno che nessuno può colmare...
Un eterna agonia
che poi inizia a sparire solo quando.....
...si ha la consapevolezza di morire.Chiaramente era una poesia gotica e se vi state chiedendo se esistono, sì esistono e sono molto belle secondo me; in particolare questa parla del vuoto che molte persone hanno dentro di se, un vuoto incolmabile, che sparisce solo con la consapevolezza della morte. Ovviamente una volta che si è a conoscenza della propria morte la visione della vita cambia radicalmente, si inizia a vivere in modo più sicuro, in alcuni casi più stravagante, si fanno cose che magari prima non si facevano per paura.
Osservatore: Vedete che la consapevolezza della morte cambia radicalmente il modo di pensare, l'uomo è in grado di fare qualunque cosa pur di vivere ancora e di vivere bene. Però la parte che mi fa "arrabbiare" è la descrizione del vuoto che tutti hanno, molte persone si sentono incomprese, fuori dal mondo. Secondo me nessuno può comprendere l'altro completamente, ci sarà sempre qualcosa che non saprai dell'altro. Invece essere fuori dal mondo si può intendere in varie maniere: una persona che non segue la massa; una persona solitaria; una persona che non accetta la società odierna e non si trova bene con i suoni coetanei. Ammiro molto le persone che stanno fuori dal mondo, perché altrimenti saremmo tutti omologati, inoltre la normalità è noiosa ogni tanto qualcosa di diverso, da quello che si vede tutti i giorni, ci vuole.
Finì la mia lettura e la mia riflessione, guardai un po' di televisione e poi andai a cambiarmi.
Per quella mattinata decisi di andare a fare compere, dovevo passare dalla libreria e prendere alcuni libri, inoltre volevo prendere qualcosa di nuovo per quando sarei uscito con Alessandra, diciamo che volevo fare bella figura.
Il tempo di prendere tutto e si fecero già le 12:00, dovevo tornare a casa perché di pomeriggio avrei avuto il rientro a scuola al corso di psicologia. Tornai a casa, mangiai, presi l'occorrente per la lezione pomeridiana, salì sulla macchina e andai verso l'Università.Arrivai con qualche minuto di anticipo, ma non volevo incontrare Alessandra, quindi andai direttamente in classe e aspettai lì che iniziasse la lezione. Entrarono tutti, quando vidi entrare lei abbassai gli occhi, lei continuò a camminare e si sedette dietro, quasi negli ultimi bacchi dell'aula. Durante tutta le lezione non la guardai di striscio, ma non per fare il figo ma perché dovevo fare la parte del timido.
Finita la lezione, scappai dall'aula, ma evidentemente lei fu più veloce e mi raggiunse:<< Hey, tutto apposto?>>
<< Si, tutto bene tu?>> non la guardavo in viso, piuttosto guardavo i nostri compagni uscire dall'aula.
<< Si, anche per me tutto bene, volevo solo sapere se l'invito era valido per questa sera?>>
La guardai in viso e sorrisi:<< Certo che si, quando e dove vuoi?>>, sorrise anche lei, forse divertita dalle mie parole.
<<Allora pensavo di andare a mangiare una cosa veloce e poi andiamo al cinema, vorrei andare a vedere un bel film, sperando che ti piaccia, è un film d'avventura, c'è anche la storia d'amore così piace anche a me, sempre se per te va bene?>> non esitai a rispondere:<< Si, mi piacciono i film d'avventura, va bene, dove ci incontriamo?>> esitò un minuto e poi disse:<< Se mi dai il tuo numero, ti invio direttamente la posizione del posto dove andremo a mangiare>>, le diedi il mio numero, prima di salutarci arrivo la sua amica, Marta, che interrompendo la discussione, si rivolse verso di me:<< Ciao, tizio che non conosco, il fatto che tu abbia scritto una lettera per invitare una persona a conoscersi è strano, sappi che tu non mi piaci quindi ti osservo, se parli con lei parli anche con me, siamo best friend non pensare né di prendermi il posto né di avere vita facile con lei, tra l'altro è fidanzata quindi scordati un eventuale storia, amico>>.
Alessandra nel frattempo diventò quasi viola, prese la sua amica e la spinse via, poi si rivolse verso di me:<< Scusala, è sempre sgarbata non prenderla sul personale>>
<< No, tranquilla, è protettiva verso i tuoi confronti si vede, ti lascio con lei a sta sera>> << Ciao, a dopo>, mentre me ne andavo, mi girai e vidi Alessandra parlare animatamente con Marta. Provai un pizzico di soddisfazione, mi sarebbe piaciuto se quelle due si fossero separate perché diciamoci la verità quella Marta era insopportabile, durante le lezioni non faceva altro che parlare inoltre era sgarbata anche nei confronti dei professori, a scuola era molto conosciuta, la classica popolare che parla con tutti e contemporaneamente sparla tutti. Però anche lei doveva essere mia, aveva qualche peccatuccio da levarsi, ma a lei avrei pensato dopo.Una volta arrivato a casa decisi di prepararmi per la sera, mi feci la doccia e mi vestì, misi: un jeans nero, una camicia bianca a maniche lunghe che però svoltai fino ai gomiti, per rendere tutto elegante ma non troppo misi delle converse nere, misi il profumo che per me era d'obbligo e sistemai i capelli all'indietro con il gel.
Verso le 18:00 mi arrivò un messaggio sul telefono, era Alessandra che mi indicava il posto dove avremmo mangiato, a mia volta gli inviai un messaggio dicendogli che mi stavo avviando sul posto, cosa che stava facendo anche lei.
Durante il tragitto fermai da un fioraio e gli presi una rosa rossa, dovevo pur ringraziarla.Era veramente un bel locale, non tanto elegante ma neanche semplice, mentre guardavo il luogo, sentì una mano picchiettarmi la spalla mi girai e la vidi davanti a me, era veramente bella, aveva un vestito nero corto e le stivaletti nere, anche lei non molto elegante.
<< Ciao Matteo> mi salutò dandomi un bacio sulla guancia.
<< Ciao, tieni questa è per te>> gli diedi la rosa, mi sorrise e io ricambiai il sorriso.
Dopo alcuni secondi aggiunsi:<< Hai prenotato oppure prendiamo un tavolo ora?>>
<< No, non ho prenotato>>
Mi avvicinai al bancone e chiesi un tavolo per due persone. Una volta seduti domandai:
<< Come sei arrivata?>>
<< Mi sono fatta lasciare da mia madre, per andare al cinema è un problema se vengo con te?>>
<< No, tranquilla, devi solo indicarmi il posto dove si trova>>
Lei sorrise e poi rispose:<< Certo>>.
Prendemmo i menù e li sfogliammo:<< Hai già deciso cosa prendere?>>.
Esitò un momento:<< Prendo un pizza margherita, tu?>>
<< Una Biancaneve>>
Una volta ordinato tutto al cameriere, iniziammo a parlare più di noi:<< Come mai hai scelto la facoltà di psicologia?>>
<< Prima di tutto ho continuato gli studi iniziati al liceo, poi il lavoro della maestra lo vedo adatto a me, in generale mi piacerebbe lavorare con i bambini perché mi piacciono molto>>
Quando finì dissi:<< Capito, una bella cosa e poi è positivo che tu abbia le idee chiare>>
<< Tu invece come mai hai scelto questa facoltà?>>
Lascia tutto sul vago ma risposi comunque in modo veritiero:<< Mi piacerebbe specializzarmi in psicanalisi e diventare psicanalista, poi è una materia molto affascinate la psicologia in generale, ti permette di conoscere bene le persone e te stesso, almeno per me>
<< In un certo senso sì, peccato che determinate persone a volte si dimostrano diverse da ciò che sono e quindi puoi capirle fino a un certo punto>>
Mi venne spontaneo condividere il mio pensiero con lei poiché era lo stesso:<< Sì, assolutamente, io sono del parere che una persona non la conoscerai mai benissimo, forse solo se è il tuo fratello gemello o a massimo tuo marito o moglie, ma ci sarà sempre qualcosa che non saprai dell'altro>>
<< Condivido in pieno, purtroppo>> rispose quasi dispiaciuta.
<< Perché purtroppo?>>
Fece una faccia quasi disgustata ma allo stesso tempo sconfitta:<< Diciamo che la persona che per me è la più importante, si è comportata male e io ci sono rimasta di schifo, nonostante questo l'ho perdonata, ma non voglio parlarne è una ferita ancora aperta>>
<< Scusami tanto>> dissi fingendo dispiacere.
Io sapevo già tutto, il suo fidanzato l'aveva tradita con una sua amica, lei nonostante questo l'aveva perdonato perché non poteva vivere senza di lui e poi lui sembrava così dispiaciuto quando le chiese scusa, anche lui meritava una bella lezione, in quell'attimo mi venne in mente la punizione adatta alla mia cara Alessandra, dalla quale speravo uscisse vincitrice.
Arrivarono le pizze una volta finite pagai il conto nonostante lei si lamentasse e ci dirigemmo verso il cinema.Per tutto il film lei non fece altro che sperare in una storia d'amore tra i due protagonisti, ennesima conferma del suo essere romantica e di amare le cose dolci, nelle scene più crude, ad esempio nelle morti o quando c'era sangue, lei faceva delle smorfie di disgusto, chiaramente non amava quelle scene, invece nelle scene d'avventura era molto attenta. Poche volte si girò verso di me, sicuramente perché io non parlai per tutto il film e lei essendo molto timida preferì stare zitta. Non volevo non parlare con lei, ma dovevo farlo per studiare meglio il suo comportamento, ma adesso mi serviva a poco perché sapevo già cosa fare.
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...