Osservatore:<< Ciao, caro amico, io mi chiamo Osservatore, io ti vedo ma tu non puoi vedere me, sono qui per farti scontare un peccatuccio che ti porti dietro, diciamo che sarò il tuo angelo custode. Il mio scopo è quello di farti fare un gioco che ti farà capire dove sbagli, farai delle scelte che incideranno su di te e lasceranno, se necessario, un segno sulla tua pelle; Allora, pronto per il gioco?>
<< Non ho capito niente, che cosa devo
fare?>> disse con aria stupita.
<< Allora sei veramente stupido, devi fare un gioco mortale così ti piace?>>.
<< Chi sei? Come ti permetti a chiamarmi stupido?>>.
<< Purtroppo lo sei. Ti ho già detto chi sono: mi chiamo Osservatore io osservo le persone come ho fatto con te e siccome tu sbagli nei confronti del dono della vita meriti una punizione>>.
<< Tu sei fuori di testa> disse scuotendo più volte la testa.
<< Possibile, però secondo me ho ragione. Tu ieri notte ti sei ubriacato, fortunatamente nella strada in cui camminavi non c'era nessuno quindi sei ancora vivo, ma per tua sfortuna c'ero io, visto che hai rischiato la vita per fare lo stupido, secondo te non meriti una
punizione?>>.
<< Esiste una cosa chiamata libero arbitrio, io posso fare quello che voglio compreso rischiare la mia vita>> l'ari di superiorità che usò per dirlo mi fastidì.
Risposi comunque con calma:<< Il libero arbitrio, tutti convinti che esista, tu ti senti libero: lo stato, la famiglia, la società, ti controllano e decidono per te, tu non sei libero...soprattutto adesso. Caro amico mio, se dovessi morire, i tuoi cosa direbbero? che eri una brava persona giusto? Una cosa che non mi risulta e poi sottolineeranno che purtroppo è successo e, poi staranno tanto male. Adesso dimmi tu, non rispetti ne i tuoi parenti ne la tua vita, non ho forse ragione?>>.
<< Beh sì, forse hai ragione, ti prometto che non farò più cose così gravi, ho imparato la lezione>>.
<< Bene, allora possiamo cominciare il gioco>>.
<< Ma io ho capito la lezione, non mi
liberi?>>.
Feci un sorrisino di scherno e risposi:<< Ma tu sei veramente stupido, secondo te ti liberò così, senza giocare un po' con te?>>.
<< Stronzo, devi morire>>.
<< Lo so, tranquillo, un giorno anch'io morirò>>.Questa volta la prova era azzardata, si sarebbe svolta all'area aperta e avrebbe avuto dei contatti con le persone, certo come sempre dirigevo tutto io.
Entrai dentro la stanza con la maschera, lo sedai e lo portai in una sala dove avrei modificato il suo corpo. Lo sdraiai sul lettino ed iniziai l'operazione.
Per prima cosa gli cucì la bocca, così non avrebbe potuto parlare, gli misi un cip all'interno dell'orecchio e feci in modo che non cadesse, poi presi una catena e la misi alla caviglia, questa serviva per attaccarlo a un palo della luce.
Tutto era pronto e aspettai che si svegliasse.Nel frattempo invitai a casa Paolo tramite un messaggio, naturalmente mi disse di si, quel
ragazzo iniziava a vedermi come un fratello maggiore secondo me.
Quando Dario si svegliò ricominciai a parlare:<< Ciao, caro amico, come puoi vedere hai la bocca cucita, cerca di non fare mosse azzardate altrimenti ti lascio chiuso lì dentro. Per questa notte mi servi così come sei, hai una catena alla caviglia che poi mi servirà e un cip all'orecchio così io potrò sempre parlare con te, il gioco è semplice, tu dovrai trovare qualcuno che ti liberi e ti aiuti. Se ci riesci sei libero altrimenti torni nelle mie mani, il gioco inizierà sta notte per adesso stai chiuso lì dentro senza muoverti. Se per caso dovessi avere fame accanto a te c'è un lavaggio, ti nutrirà lui, addio. Ah un'ultima cosa è inutile che urli o sbatti qualcosa, i muri sono insonorizzati. Buon gioco!>>.
Lasciai la luce della stanza accesa, già non poteva parlare almeno le lasciavo la vista.Andai al piano di sopra e aspettai Paolo, nel frattempo pensai a cosa fargli studiare, visto che gli avevo promesso che avremmo letto e che io avrei suonato. Mentre ero assorto nei miei pensieri suonò il campanello: Din-Don.
Andai alla porta:<< Ciao Paolo, vieni entra>>.
<< Ciao, come stai?>>.
<< Bene, tu?>>.
<< Bene...che facciamo oggi?>> chiese molto incuriosito.
<< Facciamo una cosa, adesso prendiamo i libri inerenti al capitolo che abbiamo studiato la volta scorsa, così lo approfondiamo,
preferisci studiare sopra o in giardino?>>.
<< In giardino>>.
<< Ok ottimo, andiamo un attimo sopra e poi scendiamo>> lo portai sopra nella stanza a prendere i libri.
<< Prima di tutto prendiamo il dizionario, per cercare le parole che non capisci, ho notato che la scorsa volta alcune non le sapevi; poi prendiamo un dizionario di filosofia dove si trova tutta la filosofia in sintesi; il terzo libro che prendiamo è "il mondo di Sofia", questo libro cominciamo a leggerlo, appena possibile te ne faccio trovare una copia è veramente bello, poi ti spiego di cosa parla; l'ultimo libro lo decidi tu, preferisci un libro che parla solo della filosofia di Anassimandro o di
Pitagora?>>.
<< Preferisco Pitagora>> disse deciso.
<< Ottimo, così ci sbrighiamo e ci leviamo un autore oggi>>.
Scendemmo di sotto e andammo in giardino, una volta seduti, iniziammo a studiare.
M
<< Prima ti spiego che libro è "il mondo di Sofia". È un romanzo di filosofia, la protagonista che si chiama Sofia, ogni giorno riceve una lettera che parla di filosofia e gli spiega tutta l'evoluzione di quest'ultima; contemporaneamente leggi e studi filosofia, adesso iniziamo e leggiamo solo il primo capitolo, dopo fammi sapere se ti piace>>.
<< Va bene, leggi tu?>>.
<< Sì, perché, vuoi leggere tu?>>.
<< No, così mi concentro meglio, leggi tu>>.
Lessi il primo capitolo e vedevo Paolo molto preso dal racconto, quando finì vidi nel suo volto un leggero velo di tristezza, voleva continuare la lettura, ma dovevamo studiare altro.
Per conferma gli chiesi:<< Ti è piaciuto?>>.
<< Sì, molto, è un po' lento come racconto>>. << All'inizio sì, poi prende un po' di ritmo>>.
Una volta finito presi il dizionario e gli diedi una rubrica con le lettere laterali:<< Questa ti servirà per scrivere tutte le parole che non sai, così se non le ricordi le trovi direttamente qua, inizia a scrivere qualche parola che io prendo qualcosa da mangiare e dopo approfondiamo il capitolo>>.
<< Ok>>.
Andai dentro e presi del gelato e delle bibite, una volta tornato vidi Paolo con il cellulare in mano.
Con voce decisa dissi:<< così non andiamo d'accordo, sai che quando si studia lo devi posare, almeno se ci sono io nelle vicinanze>>.
<< Oh scusami, non volevo, l'ho preso perché mi è arrivato un messaggio>>.
<< Fai veloce e saluta. Hai scritto qualche parola?>>.
<< No, scusami>>.
<< Fa niente, questo lavoro lo farai dopo tu, adesso iniziamo a leggere il libro sulla filosofia di Pitagora, hai portato il quaderno di
filosofia?>>.
<< Sì>>.
<< Bene, io ti spiego tutto quello che devi sapere su Pitagora e tu prendi appunti, andrò abbastanza piano>>.
<< Ok, comincia>>.
Mi misi a spiegare tutto Pitagora:<< Pitagora visse attorno al VI a.C. a Samo, nasce come filosofo, poi diventa un matematico e un politico. Fondò una scuola a Crotone chiamata scuola Pitagorica, all'interno c'era chi studiava, chiamati pitagorici e, chi assisteva da uditore. Trovò l'archè di tutto nel numero, per Pitagora un numero corrispondeva a un punto. Tutti gli oggetti sono creati da punti. Per Pitagora un punto è un'unità, due punti in estensione, tre punti creano una superficie e un'area e quattro punti punti implicano la profondità. Pitagora divide i numeri in pari e dispari, il numero perfetto è il 10 poiché i punti disegnati formano un triangolo equilatero, inoltre il numero 1 è un parimpare ovvero un numero che permette ai numeri dispari di diventare pari. Una dottrina fondamentale nella scuola pitagorica era quella dell'orfismo, questa dottrina sosteneva che l'anima è prigioniera del corpo, l'anima è immortale e quando il corpo morirà finalmente vivrà libera. Questo è tutto>>.
Mi ascoltava quasi assorto, era immerso nelle mie parole, mi guardava come incantato.
<< Ti ho fatto un riassunto veloce, a casa tua devi approfondire la lezione, se vuoi ti puoi portare anche il mio libro>>.
<< Ok, domani ci vediamo, ti dispiace se ti faccio vedere il lavoro che faccio?>>|
<< No, tranquillo, puoi farmi vedere tutto quello che fai>>.
Nel frattempo finimmo di mangiare il gelato, parlammo un altro po', poi facendosi tardi dovette andarsene.
<< È tardi, io vado, grazie di nuovo , a domani>>.
<< Di niente è un piacere>>.
Lo accompagnai all'uscita e ci salutammo.Ero libero, adesso aspettavo solo che arrivasse notte fonda, per ingannare il tempo mi misi a suonare, a leggere e poi mi portai avanti con i compiti. Poi andai a mangiare e arrivata l'ora che aspettavo, portai avanti il mio gioco.
Entrai nella sua stanza e lo sedai, lo misi nel bagagliaio della macchina e mi diressi verso il luogo prescelto.
Arrivati nella via giusta, lo incatenai a un palo della luce, aspettai che che si svegliasse e gli diedi un cartellone con su scritto:
Aiutatemi, questa disgrazia mi è stata causata, vi prego di aiutarmi, vi pagherò.
Gli diedi molti soldi e gli spiegai cosa doveva fare.
<< Qui è dove si svolgerà il tuo gioco, sappi che ti osservo sempre, il tuo scopo è di trovare qualcuno che ti liberi, naturalmente non potrai parlare, puoi solo mostrare quel cartello che ti ho dato io. Questi soldi si servono per pagare la persona che ti aiuterà, visto che tu hai sempre confidato nei soldi ecco a te il tuo amico denaro, vediamo se questa volta ti aiuta. Ti parlerò tramite il cip che tieni all'orecchio>>.
Lo lasciai lì e andai via, l'indomani sarei andato esattamente nella casa di fronte, che affittai per l'occasione, così potevo osservarlo e parlare con lui.......Continua
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...