La mattina seguente avevo lezione di psicologia, invece il pomeriggio l'avevo libero.
Mentre mi trovavo a lezione inviai un messaggio a Paolo: "Ciao, sono Matteo, oggi pomeriggio sono libero, che ne dici di studiare insieme?"
La sua risposta non si fece attendere: "per me va bene, come faccio a trovare casa tua?"
Gli inviai la posizione di casa mia e poi ci salutammo. La lezione prosegui normalmente, si continuò a parlare di Freud e perché fondò la psicanalisi.
Finita la lezione andai a casa, mangiai, poi aspettai che arrivasse Paolo, nel frattempo mi misi a leggere e trovai questa poesia:Stanotte è arrivato un temporale e ha fatto saltare l'elettricità. Quando ho guardato fuori dalla finestra, gli alberi erano traslucidi. Curvi e ricoperti di brina. Una calma enorme s'estendeva sull'intera campagna. Pur sapendo che non era vero, in quel momento avevo la sensazione di non aver mai fatto, in vita mia, una falsa promessa né d'aver mai commesso neanche un atto impuro. I miei pensieri erano pieni di virtù. Più tardi, nella mattinata, naturalmente, hanno riattaccato l'elettricità. Il sole è uscito da dietro le nuvole e ha sciolto la brinata. E tutto è tornato come prima.
Osservatore: Parla dell'elettricità che secondo me è collegabile alla tecnologia, cosa ai nostri giorni molto usata, quando invece prima si faceva benissimo a meno della tecnologia. Io no ne sono un grande amante, la uso, ma nei limiti stabiliti, ad esempio preferisco discutere di presenza con una persona, preferisco stare all'aria aperta e no con il telefonino dentro casa. Però c'è qualcosa di bello in questa poesia, ovvero il buio, magari fa paura, ma in questo caso fa riflettere. Il protagonista riesce ad osservare la natura attorno a se con occhi diversi, inoltre riesce a comprendere meglio i propri stati d'animo. Quello che ho compreso io è, che molte volte la tecnologia e la luce artificiale riescono a nascondere le bellezze della natura e tappare il proprio stato d'animo.
Continuai a leggere altre poesie, poi suonò il campanello, aprì la porta ed era Paolo, lo salutai e lo invitai ad entrare. Poi una volta seduti iniziammo a parlare.
Fu lui a fare la prima domanda:<< Allora come vuoi iniziare?>>.
<< Per prima cosa, voglio sapere il tuo metodo di studio>>.
<< Allora: leggo una parte, la sottolineo, poi vado avanti così, alla fine quando ho sottolineato tutto il capitolo lo ripeto più o meno quattro volte>>.
<< Un pó poco riperterlo quattro volte>>.
Incuriosito chiese:<< Perché tu quante volte ripeti?>>.
<< Diciamo che perdo il conto, perché una volta letto e sottolineato il paragrafo lo ripeto, poi continuo a ripeterli fino a quando non lo so e poi passo avanti. Faccio questa cosa per ogni paragrafo del capitolo, alla fine ripeto tutto il capitolo insieme>>.
<< Capito, ma perdi tanto tempo>> disse con faccia quasi sconfitta.
<< Sì, però so il capitolo benissimo>>.
<< Certo, userai questo metodo con me adesso?>>.
<< Sì..vado a prendere i libri e torno>>.
Andai nella stanza dove tenevo i libri e dove studiavo, tornai da lui e lo vidi con il telefono in mano:<< Sai che quello ti distrae e quindi lo poserai lì sul mobile e non lo toccherai?!>>.
<< Io senza telefono non posso stare, almeno accanto>>.
<< No, lì sul mobile>>.
Gli feci posare il telefono e cominciammo a studiare.
Lo guidai bello studio:<< Per prima cosa leggi dopo sottolinea il primo paragrafo, io lo spiego a te e tu lo ripeterai, ok?>>.
<< Ok, va bene>>.
Iniziamo a leggere e sottolineare, poi gli spiegai di cosa parlava e come doveva impostate la ripetizione, una volta ripetuta finito un capitolo intero, bloccai tutto.
<< Per oggi basta, non mettiamo troppa carne sul fuoco, comunque hai fatto un buon lavoro, devi solo essere più sicuro di te stesso>>.
<< Ok, fammi sapere quando continuare>>.
<< Certo, vuoi un caffè, qualcosa?>> cercai di essere il più ospitale possibile.
<< Va bene un caffè>>.
Presi dei biscotti, poi iniziai a fare il caffè, c'era troppo silenzio, una volta che mi girai capì perché, Paolo si era incollato al telefono.
<< Stai tanto tempo con il telefono in
mano?>>.
<< Oh scusami non volevo, comunque sì, sono dipendente dai social, mia madre odia questa cosa>>.
Riuscì a rispondere solo con:<< Capito...>>
<< Però non è solo dipendenza, mi piacerebbe anche lavorarci, intendo come YouTuber. Ho un canale sulla piattaforma, parlo di tecnologia visto che me ne intendo e di videogiochi>>.
<< Capito, che vorresti lavorarci è una cosa positiva, ma attendo a diventare più dipendente da come non lo sei già, rischi di perdere le persone attorno a te e in alcuni casi anche la tua vita>>.
<< Dici?>> chiese un po' triste.
<< Sì, non so se ti piace la letteratura e la poesia, comunque prima che arrivassi ho letto una poesia molto attuale>>.
<< Mi piace la letteratura ma la poesia non tanto>>.
<< Aspetta>> andai a prendere il libro contenente la poesia e poi la feci leggere a lui.
<< Ecco è questa, leggila e dimmi cosa ne pensi>>.
<< Ok>>.
Iniziò a leggere, una volta che finì mi diede la sua interpretazione:<< Diciamo che l'inizio è negativo perché va via la luce e l'elettricità>>.
<< Esatto, secondo me è attuale perché ai nostri giorni quando va via la luce si pensa subito all'assenza di internet, quando va via siamo tutti persi, non sappiamo cosa fare>>.
<< Già, proprio così. Poi dice che osserva attorno a se e poi torna la luce>>.
Cercai di farlo riflettere:<< Soffermati sull'osservare attorno a se, non ti fa pensare ad una persona che conosce poco la realtà circostante, che la conosce poco perché bloccata dalla tecnologia?>>.
<< Beh sì, non è una bella cosa vero?>>.
<< È terribile>>.
<< Già>> rispose un po' sconfitto.
Divenne pensieroso, non lo disturbai più, gli diedi il suo caffè e io presi il mio.
Una volta finito gli proposi:<< Vuoi vedere la casa?>>.
<< Sì, perché no>>.
Lo portai con me al piano di sopra e gli indicai le stanze:<< Questa è la mia stanza da letto>>.
<< Disegni sui muri della tua stanza?>>.
<< Sì, mi piace disegnare e farlo sui muri è rilassante, lo so è strano>>.
<< Sì, è strano però sono belli i disegni>> mi disse sorridendo.
<< Grazie. La stanza accanto è il mio studio, io appunto studio lì dentro, ecco>>.
<< Che bella stanza, più semplice dell'altra>>
<< Beh, sì, non serve renderla appesantita da oggetti o altro. Poi collegata c'è un'altra stanza, dalla quale si passa da una porta interna, vieni. Qui ho la libreria, una stanza piena di libri, io amo i libri>> passai la mano su alcuni libri.
Lui mi osservò e dopo disse:<<si capisce sai, soprattutto la letteratura italiana>>.
<< Oh, la amo particolarmente>>.
Aggiunse dopo aver visto altri libri:<< Anche quella greca non scherza, diciamo che fai abuso di Platone e Aristotele>>.
<< Soprattutto Platone, mi piace la sua filosofia del mondo ideale, tutti abbiamo un mondo ideale; per quanto riguarda Aristotele non lo considero meraviglioso, però è molto importante quello che ha fatto e poi si trova citato ovunque>>.
<< Hai ragione>>.
<< Andiamo avanti?>> chiesi.
<< Sì, però mi piacerebbe leggere qualche tuo libro, però dovresti aiutarmi, ho paura di sbagliare>>
<< Quando vuoi, a disposizione>>.
<< Grazie, andiamo avanti>> uscimmo dalla stanza e andammo in corridoio.
<< Di nulla. Mi sono dimenticato, ho una cabina armadio nella mia stanza ma non te la faccio vedere, c'è troppa confusione>>.
<< Ok>> ci scambiammo un sorriso divertito.
<< Qui, ho la stanza della musica, in realtà ho un impianto stereo collegato a ogni stanza e qui ho il centralino, oltre a questo, ho il pianoforte, il flauto traverso, il clarinetto, i computer per le basi e tutti i libri con gli spartiti e come puoi vedere fogli vari sparsi qua e là, non sono molto ordinato>>.
<< Ti capisco, anche io non sono ordinato. Tu suoni questi strumenti?>> chiese incuriosito.
<< Sì, però suono meglio il flauto traverso perché lo suono da più tempo>>.
<< Posso sentirti suonare?>>.
<< La prossima volta che verrai, leggiamo e mi sentirai suonare, ok?>>.
<< Ok>> rispose felice quasi come un bambino.
Continuando gli mostrai le altre stanze:<< Poi qua, c'è il bagno, lo sgabuzzino è un'altra stanza da letto. Di sotto oltre al salone, che hai visto all'entrata, c'è la cucina dove abbiamo studiato e se hai visto c'è un'altra porta>>.
Lo riportai di sotto e gli mostrai il resto:
<< Ecco, qui c'è una stanza da pranzo più grande, metti caso feste alla grande, da qui si va in giardino>>.
<< Bel giardino!! La prossima volta possiamo studiare fuori?>>.
<< Sì certo, anzi potevamo farlo anche oggi solo che non ci ho pensato>>.
<< Fa niente, sarà la prossima volta...hai anche la piscina!?>> si mise a camminare verso di essa.
<< Sì, preferisco la piscina al mare, quindi eccone lì una tutta mia>>.
Scendemmo di sotto e continuai il tour:<< Poi c'è il sotterraneo, dove ho la stanza della tecnologia, con un paio di computer che uso o per lavoro o per navigare>>.
<< Perché hai cinque computer, tra l'altro tutti dell'apple?>>.
<< Perché... mi piacciono, mi piace anche tenermi aggiornato e poi ci lavoro>> non potevo certo dirgli il lavoro che ci facevo realmente, non potevo dirgli che ci controllavo le telecamere, i cip e le stanze per i miei giochi malati.
<< Poi qui ho la sala giochi, con il biliardo, un mini bowling, le vari console, la tv che fa anche da 3d quindi ho anche il cinema e il surround, così ho anche il suono adatto per i film, effetto cinema in piena regola>>.
<< Wow, e in questa stanza cosa c'è?>>.
<< Un altro sgabuzzino che poi porta al garage e fuori, niente di che>> non potevo mostrargli quella parte, era lì che si svolgevano le mie ore e i mei giochi, ma questo lui non doveva saperlo.
<< Scusa, se posso permettermi, ma vivi da
solo?>>.
<< Sì, perché?>>.
<< Come fai a permetterti questa casa?>>.
<< Lunga storia, i miei sono divorziati, mio padre non è una bella persona quindi io e mia madre l'abbiamo obbligato a pagare, in cambio lui è libero, io ho tutti i soldi che voglio da lui, stessa cosa mia madre, diciamo che ha un lavoro che gli permette del lusso e che purtroppo gli ha fatto anche annebbiare gli occhi con i soldi>>.
<< Che lavoro fa?>>.
<< È un giudice, ma non lavora qui, i miei si trovano a poche ore di macchina, con mia madre ho un rapporto bellissimo, con lui no; ma adesso non voglio parlarne>>.
<< Ti capisco, sono nella tua stessa situazione>> disse con voce sconfitta.
Poi ci fu un silenzio tombale.
<< Devo andare si è fatto tardi>>.
<< Ti accompagno, a presto, penso che domani ci vedremo, di pomeriggio c'è lezione>> lo accompagnai alla porta.
<< A domani allora>>.
Ci salutammo e lui andò via, io invece feci alcune faccende e poi andai a dormire.
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...