Come potevo quella notte dormire sapendo di avere la persona che più doveva subire, come potevo stare tranquillo quando di sotto c'era lei che sin dal primo incontro categorizzai come persona sbagliata. Perché lei era sbagliata. Lo era con gli altri e con se stessa, beveva, fumava rischiando di morire e dopo aveva il brutto vizio di decidere sulla vita degli altri. Ma soprattutto rispondeva male, per carità può anche avere un cattivo passato ma questo non l' autorizza a prendersela con gli altri.
Nonostante questi pensieri mi addormentai, la mattina seguente al mio risveglio sentì un odore di bruciato che entrò dentro la mia stanza. Preoccupato mi alzai e scesi di sotto. Trovai Paolo ai fornelli.
<< Che succede? Ho sentito l'odore di bruciato dalla mia stanza?>>.
<< Scusami, mi si è bruciata una crêpes>>.
<< Oh capito, io pensavo peggio>> mi sedetti al tavolo, quando finì di preparare, mi alzai e presi tutto il necessario per condirle e Paolo preparo il latte con tanto di schiuma, effetto bar vero e proprio.
<< Che bella colazione>>.
<< Grazie grazie>> disse con tono vanitoso.
<< Grazie a te coinquilino>> ci sedemmo e iniziammo a gustarci la nostra colazione.
<< Allora cosa dovrà fare la nostra cara Jasmine?>> chiese Paolo.
<< Ho un' idea, però mi serve Chiara>>.
<< Come la contattiamo?>>.
<< Semplice, prendo uno dei tanti telefoni che ho gli invio un messaggio e ci incontriamo da qualche parte>>.
<< Capito>>.
<< Però adesso mi vado a presentare, sta sera si gioca>>.
<< Sono pronto>>.
<< Io lo sono da sempre>>.
Finita la colazione, andai a cambiare e dopo con Paolo scesi di sotto.Entrai nel mio personaggio, nel mio ruolo, misi la maschera del "killer" per l'ultima volta.
Accesi tutto e trovai Jasmine all'interno di una stanza distrutta, io l'avevo lasciata intatta sarà stata lei: pensai.
<< Ciao mia cara amica, cosa hai fatto alla stanza?>>.
<< Chiunque tu sia, se non mi fai uscire di qua di distruggo tutto, brutto stronzo!>>.
<< Hey, vacci piano cara, questo tuo comportamento non ti porterà da nessuna parte>>.
<< Chi cazzo sei?>>.
<< Oh perdonami che sgarbato. Io sono L'Osservatore io ti ho osservato e ti osserverò sempre, tu invece sei persa tra i tuoi pensieri e i tuoi concerti, troppo impegnata per vedermi>>.
<< Infatti sono miei a te non ti dovrebbero interessare>>.
<< A me non interessano, ma qualcosa devo fare per farti capire che sono sbagliati>>.
<< Cosa vuoi?>>.
<< Per adesso solo parlare. Allora so che sei stata adottata, è vero?>>.
<< Sì, è vero ma non voglio parlarne>>.
<< Non mi interessa la cosa, solo ti devo far aprire gli occhi su una cosa: se i tuoi ti hanno abbandonato non significa che lo fanno tutti, da qui si deduce che tu vuoi decidere sulla vita delle altre persone perché hai paura che ti abbandonino>>.
<< Io non ho paura di nulla e quello che faccio con gli altri non ti interessa>>.
<< Vabbè parlare con te è impossibile sei solo una bambina cocciuta, mi secca, ti dico solo che il tuo gioco avrà due prove, la prima la faremo sta sera>>.
<< Stronzo>>.
<< Immatura. Che ti piaccia o no, devi giocare se ti dovessi rifiutare ti lascio morire di fame e di sete, sappi una cosa che io sono qui per difendere la tua vita è quella degli altri. Se capisci, bene, altrimenti continua a pensare da bambina rincoglionita>> mi alzai di scatto dalla sedia arrabbiato e salì di sopra, andai nella mia stanza e mi cambiai.Dopo un po' venne anche Paolo, che lasciai nella stanza che faceva da centralino:<< Ho spento le luci e tutto>>.
<< Hai fatto bene, io sto uscendo, vieni con me?>> si preparò anche lui e uscimmo.
Durante il tragitto scambiammo qualche parola:<< Ti vedo arrabbiato>>.
<< Mi fa incazzare come non mai, sbaglia così tanto e io non so che fare con lei, credimi sono in difficoltà, non so che prova fare>>.
<< Seriamente? Ti fai bloccare da una che sembra avere il ciclo perenne>> riuscì a farmi scappare un sorriso.
<< Hai ragione, ma ho bisogno del giusto gioco>>.
<< E se il gioco lo fa Chiara, hai detto che ti sarebbe tornata utile e se lei si vendicasse e nel frattempo impara una lezione Jasmine>>.
<< Ottima idea, sai che non ci avevo pensato>>.
<< Devi solo capire cosa fare>>.
<< Ci penserò su>> lo portai al centro commerciale e girammo un po' tra i negozi. Comprammo anche alcune cose: due magliette l'uno, delle cover per i telefoni, io un computer nuovo che mi serviva per quando sarei partito e Paolo un mp3.
Arrivata l'ora di pranzo mangiammo lì stesso.Di pomeriggio fortunatamente non avevo lezioni così decisi di contattare Chiara. Ci incontrammo in periferia, lontano da occhi indiscreti. Arrivato sul posto la trovai seduta su un gradino, io indossavo il passamontagna e lei mi riconobbe subito.
<< Ben ritrovata, come va? Titrovo bene>>.
<< Va benissimo, grazie per avermi aperto gli occhi>>.
<< Mi fa piacere che i miei giochi funzionino, peccato che se magari avessi parlato di meno io adesso non sarei obbligato a fuggire via>>.
<< Oh scusami tanto, io non sapevo che...>>.
<< Lascia stare, fa niente>>.
<< Perché mi hai voluta incontrare?>>.
<< Allora: mi servi per un gioco da fare a...Jasmine>>> dal suo volto non trapelò nulla.
<< Se posso esserti d'aiuto volentieri, soprattutto con una mia amica e con un gioco dei tuoi così istruttivi>>.
<< Grazie, sta sera dormi da me, avvisa i tuoi, ti ho preparato una stanza tutta per te>>.
<< Va bene, che devo fare?>>.
<< Dopo ti spiego>>.
La portai a casa mia con gli occhi chiusi, così non avrebbe riconosciuto la casa e, gli assegnai la sua stanza, che seppur piccola almeno aveva un po' di tutto, frigo, letto, libri, tv, musica, aveva tutti i confort, per questa volta la trattavo bene.Paolo preparò la cena, questa volta anche in più per Chiara e Jasmine, la portai ad entrambe e anch'io andai a mangiare, aspettai un po' per alleggerire lo stomaco, sempre meglio lavorare con la pancia piena, ma appesantito no. Insieme io e Paolo pulimmo tutti i piatti e mangiammo un dolce preso il pomeriggio stesso.
E la sera sarebbe cominciato un lungo, atteso, intenso gioco....
STAI LEGGENDO
L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...