51-Una psiche debole

17 0 0
                                    

Era impossibile dormire quella notte, più di una volta mi alzai ed andai in cucina o nello studio. Andai anche una volta a vedere Chiara ma dormiva, il monitor indicava quanto sangue mancava ancora all'organismo, era tanto. Per assicurarmi che stesse bene misi tanti ordigni che controllavano: il cuore, il fegato, i polmoni e l'aria, il sistema nervoso. Ogni pezzetto del suo corpo era controllato, presi tanti provvedimenti nei suoi confronti, mancava solo che la mettessi sotto una campana di vetro. La guardai un attimo in faccia e mi sembrò rilassata, pensai che me la cavavo in ambito medico, senza alcune conoscenze che possedevo lei sarebbe morta al primo litro di sangue.

Osservatore: Vi svelo un piccolo segreto...dentro l'acqua misi una medicina che mi assicurasse il funzionamento vitale con poco sangue...pensate che abbia aiutato troppo Chiara? Sì, forse avete ragione, ma non posso assolutamente permettere che lei muoia, mi serve, devo arrivare a Jasmine.
La prima volta che la vidi arrivare in sala musica, ancora lo ricordo, la prima cosa che pensai fu: tu vivrai una prova esemplare. Dovevate vedere quei occhi...erano così...insignificanti ma allo stesso tempo mettevano in soggezione. Quando una persona non abbassa lo sguardo è prepotente e vanitosa, lei punta sempre le sue pupille nei tuoi e mai e poi mai abbasserò per primo le mie iridi, sarà lei a farlo quando nel momento del dolore mi troverò davanti a lei...

Tornai in me, quasi mi dispiaceva usare Chiara, ma a me serviva Jasmine, dovevo averla nella mia bellissima collezione di bambole usate.
A qualcosa però questo gioco di passaggio è servito, Chiara imparerà la lezione altrimenti saranno guai ma prima dovrà superare le mie domande, se non dovesse rispondere la lascerò morire di fame e sete.

Tornai in camera mia e finalmente, per la stanchezza, mi misi a dormire. Prima però passai dalla stanza di Paolo che dormiva beato, lo invidiavo.
La mattina seguente avevo lezione di filosofia, io e Paolo contro voglia ci alzammo.
<< Buongiorno>> disse Paolo raggiungendomi nello studio dove stavo prendendo i libri.
<< Buongiorno, hai fatto colazione?>>.
<< No, tu?>>.
<< No, andiamo al bar a farla?>>.
<< Va bene, pago io però>>.
<< Come vuoi>> perdemmo entrambi i libri e scendemmo giù.
La colazione la consumammo velocemente.
Quando arrivammo all'università Paolo mi abbandono per correre subito da Sofia.
<< C'è Sofia, vado a salutarla, vieni>> corse letteralmente via e io lo guardai andare. Scrollai i pensieri e li raggiunsi.
<< Giorno Sofia, tutto bene?>> chiesi dopo
averla salutata.
<< Giorno, si tutto bene, tu?>>.
<< Apposto>>.
<< Matto sta sera ci sono impegni?>> chiese Paolo.
<< Io ho lezione di musica ma se vuoi tu esci>>.
<< Ti va di uscire sta sera?>> disse rivolgendosi verso Sofia.
<< Va bene, passo a prenderti alle 20:00>>.
<< Perfetto>> quando suonò la campanella entrammo tutti e tre e Sofia si separò da noi.
La lezione come le scorse volte fu occupata dalle interrogazioni e io come sempre scrissi parte del saggio di psicologia.

Quando tornammo a casa, non mangiai neanche, mi cambiai e scesi di sotto.
Andai direttamente nella stanza di Chiara con tanto di maschera e tuta, la guardai e gioì nel vederla sveglia.
<< Ben svegliata, come puoi vedere ho mantenuto la promessa tu hai superato il test e io ti ho salvata, allora come stai?>>.
<< Diciamo che sto...bene, forse non
dovrei?!>>.
<< Oh no, è una cosa positiva significa che dopo una brutta esperienza hai imparato qualcosa, l'hai superata e adesso stai bene, ho sbaglio?>>.
<< Sì, l'ho superata, sicuramente la porterò dentro con me e questo mi aiuterà a non sbagliare più perché appunto ho capito la lezione, per la prima volta sono andata altre, potrebbe succedere una volta in cui nessuno mi aiuta e morire dissanguata, grazie, anche se devo dirlo...hai alcuni modi bruschi>>.
<< Ah sì, modi bruschi dici?! Diciamo che con te mi sono contenuto, alcune persone le ho trattate molto peggio>> dissi con un sorrisino beffardo sul volto.
<< Ah...bene...meglio così, adesso cosa vuoi da me?>>.
<< La prossima persona che dovrò prendere la conosci molto bene e tu devi semplicemente informarmi su di essa. Se non dovessi farlo con le buone mi obblighi ad usare l'ipnosi, come hai detto tu questo ricordo ti serve per capire l'errore e non rifarlo quindi se non vuoi perderlo non obbligarmi a comandare la tua psiche>>.
<< Tu sapresti gestire la mi psiche?>>.
<< Certo che sì, soprattutto la tua, una persona autolesionista e leggermente depressa, hai la psiche già rovinata di suo, non vorrai mica peggiorarla?>>.
<< No grazie, collaborerò volentieri, ma su chi ti devo informare?>>.
<< Jasmine>>.
<< Oh lei e cosa vorresti sapere?>>.
<< Tutto, più cose possibili, ma non le chiederò adesso, domani mi dirai tutto, adesso ti levo il lavaggio e ti riporto nella tua stanza, lì mangerai e riprenderai le forze>>.
Così feci la riportai nella sua stanza dove mangio e si riposò.
Tornai di sopra da Paolo che mi conservò la mia parte di pranzo, la mangiai e dopo andai a scrivere e disegnare un po'.
Arrivato il pomeriggio Paolo iniziò a prepararsi un po' in anticipo, io invece iniziai a prepararmi la cena.
<< Matteo, sali un attimo in camera mia!!>> urlò dalla sua stanza, io che mi trovavo in cucina andai da lui:<< Che c'è?>>.
<< Non so che mettermi...aiutami>> mi si buttò ai piedi disperato, io invece ridevo a vederlo così in crisi.
<< Allora da quello che ho capito a te piace Sofia, opto per una camicia e un jeans, è elegante ma non troppo>>.
<< C'è solo un problema io non ho camicie>>.
<< Te la presto io, tu mettiti i jeans nel frattempo>> andai in camera mia e presi una camicia bianca, quando tornai lui era per metà vestito indossando un paio di pantaloni grigi.
<< Perfetto, sei bello, quasi quasi ci sto io con te>> dissi ironico.
<< Finiscila a me non piace Sofia>>.
<< Ok, come dici tu>> alzai le mani in segno di resa ed alzando gli occhi al cielo.
Dopo tornai di sotto a preparami la cena, all'orario stabilito Paolo andò via e io rimasi a mangiare da solo. Una volta finita mi prepararmi per andare a suonare la sera.

<< Buona sera>> salutai tutti in modo generico ed andai a firmare, vidi Jasmine arrivare.
<< Sai dov'è Chiara?>> mi chiese.
<< No>>.
<< Sicuro che non sia con quel tuo amico?>>.
<< Sicuro>> finita la breve conversazione andò via. La lezione fu molto semplice, quando uscì dalla sala musica era tardi. Tornato a casa lasciai un bigliettino sulla porta di Paolo ed andai a dormire.

L'OsservatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora