Iniziò un normalissimo giorno, con la differenza che da quel momento avrei avuto un coinquilino, l'idea mi piaceva, anche se non sapevo bene come fare alcune cose. Quando suonavo potevo fare tutto il rumore possibile? Quando facevo la doccia potevo perdere tempo o si preoccupava? Nei momenti di rabbia avrei potuto mettere la musica a tutto volume in tutta la casa?
Odiavo pensare così tanto la mattina, ma per tutta la notte non ho fatto altro che pensare a come avrei dovuto comportarmi. Sicuramente anche lui avrà avuto qualche difficoltà.Osservatore: Avete mai provato imbarazzo quando parlate con una persona, specialmente quando quella persona la conoscete da poco oppure non la conoscete per niente? Bene, io sempre! Nella mia vita ho avuto diverse amiche e con tutte ho avuto un approccio differente ma pur sempre "strano".
Conversazioni e gesti assurdi già al primo incontro.Mentre pensavo mi alzai dal letto e andai in bagno a farmi una doccia veloce. Arrivai alla conclusione che dovevo aspettare, dovevo essere me stesso, spontaneo, con il tempo si creano sempre forti legami, anche se con Paolo mi sentivo già abbastanza a mio agio. Finì di fare la doccia e scesi di sotto, ancora Paolo non si era svegliato, decisi di preparare la colazione, quella mattina avevamo lezione di filosofia e doveva alzarsi anche lui. Per svegliarlo accesi la musica a tutto volume, andai nella sua stanza, mi misi accanto a lui nel letto e dopo lo spinsi giù con una piedata.
<< Che ti prende!?>> urlò assonnato dal pavimento.
<< Abbiamo lezione, svegliati dormiglione di sotto c'è la colazione pronta...ah inoltre dovevo vendicarmi per il risveglio di ieri>>.
<< Avrei dovuto aspettarmelo, perché anche la musica?>>.
<< Così non ti addormenti più. Ti aspetto di sotto, giorno>> saltai giù dal letto e gli scompigliai i capelli.
Scesi di sotto e decisi di scrivere qualche pagina del mio saggio mentre aspettavo Paolo. Dopo qualche minuto scese anche lui:<< Che ore sono?>>.
<< Le 7:00, perché?>>.
<< Ce la facciamo?>>.
<< Sì, tranquillo>> ci sedemmo e ci gustammo la colazione, una volta finita andammo a prepararci.Quel giorno al corso mancavano molti alunni, la professoressa se ne rese conto:<< Come mai così pochi?>> chiese.
<< Professoressa diciamo che tutti nostri genitori sono preoccupati per quello che le è successo e alcuni hanno preferito tenersi i figli a casa>> disse un ragazzo del corso.
<< Capito, dite a tutti i corsisti che oggi pomeriggio sono convocati con i genitori>>.
Non capivo perché si preoccupassero, questo presunto "criminale" non prendeva tutti, prendeva solo chi voleva.
<< Che ne pensi?>> chiese Paolo vendendomi pensieroso.
<< Che gli passerà>> la lezione fu su un autore molto bello ma anche complicato: Parmenide.
<< Questo è bello>>.
<< Già, dopo lo facciamo>> dissi a Paolo.
<< Ok>> la lezione finì subito e fu un bene, perché ero stanco di sentir parlare dell'essere e del non essere, inoltre avevo anche il rientro di psicologia.
<< Che vuoi fare?>> chiesi a Paolo una volta fuori l'edificio.
<< Mi faccio lasciare a casa tua da mia madre>>.
<< Ma una domanda, tu non hai la patente?>>
<< No, perché?>>.
<< Bene, due domande: come hai fatto a guidare la macchina di tua madre quando abbiamo fatto il gioco? E secondo sai che a breve la prenderai vero?!>>
<< Sì, lo so che la prenderò. Ho guidato grazie alle guide che già ho fatto, non sono una cima ma in quel momento servivo io>> apprezzai molto il suo impegno, gli diedi una pacca sulla spalla prima di andare via. Stavo per dirigermi verso la mia macchina quando qualcuno venne a sbattere contro di me:<< Oh scusami, ti aiuto>> raccolsi i suoi quaderni da terra, la guardai un attimo, non l'avevo mai vista.
<< Grazie, molto gentile, scusami ero distratta>>.
<< Tranquilla anch'io ero distratto, facciamo colpa un po' per uno>> entrambi sorridemmo, anche se eravamo molto imbarazzati.
<< Comunque piacere Matteo>
<< Piacere Sofia>> ci stringemmo le mani, che bel nome pensai, lo collegai subito al libro di filosofia.
<< Cosa studi?>>.
<< Fisica e Astronomia>>.
<< Io sono un po' negato con la matematica, infatti ho scelto altro>>.
<< Tu cosa studi?>>.
<< Studio sia psicologia che filosofia, anche se il corso di psicologia comprende vari rami, quindi un bel po' di cose>>.
<< Ti capisco, anch'io con l'astronomia, sono tanti rami>>ci guardammo un attimo i piedi, in giro, poi di nuovo a terra, eravamo imbarazzati, chiusi la discussione io:<< Allora ci vediamo in giro>>.
<< Sì a presto, ciao>> andò via di corsa senza voltarsi e io rimasi a guardarla mentre andava via. Che ragazza interessante: pensai.Quando arrivai in macchina posai lo zaino e presi i soldi e il telefono. In quel momento si avvicinò qualcuno che già riconobbi dai passi.
Osservatore: Sapete che il cervello umano riesce a collegare alcuni suoni a delle persone o a degli oggetti. Ad esempio il suono della voce ti fa capire chi è la persona, il suo camminare, alcune volte anche il suo respirare. Invece per quanto riguarda gli oggetti, una cosa che capita spesso a me è: capire il rumore del motore della macchina dei miei e quindi capire che sono nelle vicinanze. A voi succede? A me spesso, praticamente capisco che una persona arriva ancora prima di vederla.
La persona che si avvicinava era Alessandra:<< Ciao, pranziamo insieme?>>.
<< Volentieri, ormai è routine mangiare insieme quando c'è il rientro>>.
<< Giusto>> andammo al solito bar e ci sedemmo.
<< Io voglio una bella pizza margherita con funghi>> disse lei dopo aver consultato il menù.
<< Io prendo una margherita con würstel>> quando venne la cameriera ordinammo.
La conversazione la iniziai io:<< Che hai fatto sta mattina?>>.
<< Sono andata in giro tra i negozi con mia madre, niente di che, tu?>>.
<< Ho avuto lezione di filosofia>>.
<< Di cosa avete parlato?>>.
<< Di Parmenide, l'essere il non essere, il principio di non contraddizione...>>.
Come sempre la sua curiosità gli fece chiedere: << L'ho fatto alle superiori, mi piacerebbe risentirli, posso esserci quando li studi?>>.
<< Sì, ti faccio venire a casa mia e ti faccio sentire>>.
<< Ottimo>> la cameriera portò le pizze e le mangiammo subito. Dopo ci dirigemmo verso l'università, una volta entrati ci sedemmo accanto.
La lezione fu molto noiosa, si parlava di filoni collegati alla psicologia ma comunque distaccati, ascoltai lo stesso perché le informazioni mi servivano per il saggio.
Quando la lezione finì, parlai di nuovo con il professore e ci scambiammo di nuovo i fogli.
All'uscita salutai Alessandra e mi diressi a casa.
Ero veramente stanco, avvisai Paolo di essere a casa e lo vidi nella sua stanza mentre si aggiustava le sue cose. Io andai posare i libri e dopo a preparare la cena.
<< Paolo, sto preparando pesce spada, ti
piace?>> urlai dalla cucina, sperando che la voce arrivasse alla sua camera.
<< Sì, va bene>>.
Quando fu pronto mangiammo e la serata la passammo a guardare la televisione e a chiacchierare.
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...