43-Il primo gioco non si scorda mai

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Quella sera prima di pulire tutto e cancellare le prove andammo all'appuntamento con Alessandra e Sofia; quest'ultime mettendosi d'accordo decisero che Sofia sarebbe andata a prendere Alessandra e sarebbero arrivate insieme al posto scelto. Mi faceva piacere che uscissero insieme almeno si conoscevano ed Alessandra avrebbe magari capito che Sofia era una brava ragazza, non so perché ma sin dall'inizio la giudicò male.

Osservatore: Oh cari lettori, state tranquilli anch'io ho notato il comportamento di Alessandra, che dire... forse è gelosa se un'altra persona dovesse entrare in questo trio appena creato. Voi che ne pensate dei giudizi che si fanno prima di conoscere una persona?
Io li odio, una persona all'impatto per me non è mai come si mostra, tutti hanno un proprio mondo, un proprio modo di fare, delle abitudini che all'inizio non saprai.
Però molte volte l'istinto umano ha ragione, realmente alcune persone si dimostrano come le vediamo al primo impatto.
Sapete qual è la mia soluzione: mai giudicare prima di conoscere, se ho qualche presentimento o qualche dubbio lo tengo in considerazione senza condizionare il rapporto, man mano che passa il tempo vedrò se avevo ragione o meno. Secondo voi sbaglio?
Secondo me mi serve da protezione e naturalmente il primo giudizio non venendo tanto considerato può cambiare oppure no.

<< Sai dove si trova il posto?>> chiese Paolo a metà strada.
<< Sì,  prima però andiamo a cambiarci?>>.
<< Sì>> il tragitto continuò silenzioso.
Quando arrivammo a casa ognuno andò nelle sue stanze per cambiarsi, Paolo fece prima di me e venne nella mia stanza ad aspettare che finissi, mentre mi vestivo mi chiese:<< Cosa si fa adesso che è morto?>>.
<< Semplice, sta sera andiamo a ripulire il garage e dopo consegno le chiavi al proprietario>>.
<< Capito>> rimase appoggiato sullo stipite della porta, io invece finì di cambiarmi.
<< Secondo te dovevo lasciarlo vivere? In fondo è stato bloccato...lui stava finendo>> disse guardando tutto tranne che me.
<< Se non l'avessi ammaccato tu l'avrei fatto io, quell'uomo non meritava perdono, pensa a quello che ha fatto, inoltre a perso tempo in questi giochi ti devi sbrigare e pochi lo capiscono>>.
<< Capito>> rimase pensieroso, si stava quasi deprimendo.
<< Hey ti ho detto che non devi coinvolgere i sentimenti, non è colpa tua né mia, ma solo sua. Doveva sbrigarsi e se poteva doveva fare la brava persona. Io ho solo fatto giustizia e tu questa volta mi hai aiutato, ti abituerai fidati ma non entrare in errore, devi sempre essere neutrale se c'è una persona che non puoi vedere devi sempre dargli una possibilità di vivere e viceversa se c'è una persona a cui vuoi bene devi rischiare, altrimenti non si impara nulla>>.
<< Anche con me hai rischiato?>>.
<< Sì>> gli dissi guardandolo dritto negli occhi.
<< E se fossi morto?>>.
<< Paolo un fatto è fare una prova a una persona, un altro è toccare il figlio a una madre, ricorda il dono più importante per un madre è il proprio figlio, senza di te se avessi fatto la prova lei sarebbe morta, ma con te ha capito l'errore e ha vinto>>.
<< Tu...pianifichi tutto>> disse in un misto di ammirazione e tristezza.
<< Sin dalla prima volta che ti ho visto ho subito pensato che dovevi affrontare una prova, poi capì meglio che il problema era tua madre e per arrivare a lei ho usato te, non mi pento della scelta perché ho trovato un amico e aiutato due persone, anzi scusami se ti ho
usato>>.
<< Tu mi hai aiutato, non hai usato nessuno. Però dimmi la verità tu sai come finiscono le prove?>>.
<< Posso fare solo supposizioni, alcune volte si avverano altre no>>.
<< Nel mio caso?>>.
<< Sapevo sin da subito che tua madre ti avrebbe protetto fino alla fine, forse non te ne rendevi conto ma anche quando si arrabbiava lei ti proteggeva, a maggior ragione ti avrebbe protetto in quel momento>>.
<< La prossima ad affrontare una tua prova è Chiara?>>.
<< Non correre, adesso c'è una pausa per noi e per il mondo che adesso deve digerire il caso Ryan, da domani telegiornali accesi>> ci mettemmo a ridere e scendemmo di sotto.
Arrivati sul posto vedemmo che Alessandra e Sofia erano già arrivate allora le raggiungemmo:<< Scusate il ritardo>> dissi con le mani alzate in segno di resa.
<< Matteo non sapeva cosa mettersi>>.
Entrambe ci guardarono e poi in coro dissero:<< Fa niente>>.
<< Allora cosa mi raccontate? Ho avuto modo di conoscere Sofia e mi ha detto un po' di cose, che avete fatto voi?>> chiese Alessandra.
<< Io ho studiato>> risposi io e Paolo con
me:<< Anch'io però a differenza sua mi sono anche svagato, ho fatto alcuni video per un mio lavoro e ho letto>>.
<< Sempre che studiate siete voi? Sopratutto tu Matto>> chiese Alessandra direttamente a Paolo.
<< Adesso anche di più, mia madre che è la nostra professoressa di filosofia gli ha concesso la specialistica di cui parlavo la scorsa volta, in realtà anche a ma, adesso vive solo dentro ai libri il nostro caro Matteo e io gli faccio un po' compagnia però sono più rilassato di lui>>.
<< Confermo>>.
Sofia che fino a quello momento aveva ascoltato si introdusse nella discussione:
<< Quindi farai anche la specialistica? Ora o dopo?>>.
<< Ora, faccio laurea e la specialistica insieme>>.
<< Di psicologia pubblichi il saggio, devi fare altro?>> aggiunse Alessandra con ironia.
<< Sì, a breve ho il concerto al teatro della città che è molto importante>>.
<< Tu frequenti il doppio corso all'università e suoni anche!?>> esclamò Sofia scioccata.
<< Già, a proposito siete invitati a partecipare, per voi è gratis, dopo vi faccio sapere il giorno e l'ora>>.
Il primo a rispondere tu Paolo:<< Io ci sarò a priore>> seguito da Alessandra:<< Anch'io>>.
<< Cercherò di esserci>> rimaneva solo in dubbio Sofia.
<< Grazie>> iniziammo a guardare il menù e ordinare il cibo.
Quando finimmo di mangiare pagammo.
Per completare la serata facemmo un giro in città, comprammo un gelato e dopo esserci separati, loro andarono a casa e noi a pulire quel casino che aveva combinato Ryan.

Arrivati sul posto, entrammo, rigorosamente chiusi dentro la tuta così da non lasciare impronte. Per prima cosa smontai tutte le telecamere, i cip e i microfoni, Paolo invece si portò via la sedia e il macchinario per tagliare le dita. Caricammo tutto sul furgone che presi al posto della macchina. Levai ogni minuscolo pezzo di quella che poteva essere la bomba e dopo io e Paolo ci mettemmo a pulire, io i muri e Paolo il pavimento. Levammo tutto il sangue sparso in quella stanza, era impossibile da sterminare, ma dopo tre ore abbondanti finimmo tutto.
<< Ecco finito>>.
<< Prima di uscire attento a non lasciare impronte levati la copertura delle scarpe>>. Pulimmo anche fuori per eventuali errori di macchie di sangue lasciare qua e là. L'ultima cosa che feci e lavare con la scopa i segnali lasciati dalla macchina sull'asfalto.
Guardai l'opera: tutto era perfetto, dopo guardai Paolo e feci il mio solito sorrisino macabro e fui sorpreso nel vederlo anche sulla sua faccia, stava diventando simile a me.
Avevo trovato un amico anche in questi brutti giochi.
Una volta arrivati a casa, pulimmo velocemente il furgone e mettemmo tutto nello scantinato, dopo ci facemmo una doccia e andammo a dormire esausti.

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