39-Che giochi facciamo?

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<< Ma buon giornoooo>> senti un peso schiacciarmi completamente sul letto. Mi svegliai spaventato:<< Che succede?>> chiesi spaventato e quasi gridando.
<< Sono le 9:00, è tardi, ti devi svegliare>> disse Paolo ancora buttato sopra di me e a pochi centimetri dalla mia faccia.
<< Ma sei pazzo o cosa? Mi hai spaventato>>.
<< Era questo il mio intento caro>> si buttò su un fianco a lato a me, io continuavo a guardarlo scioccato, cosa dicevo? Che non sapevo come comportarmi, bene ho scoperto che è accettato tutto dopo questo episodio.
Presi tutto con sarcasmo e ridendo risposi:
<< Ma buon giorno a te caro amico>> e con una piedata lo buttai giù dal letto.
<< Ma allora è vizio farmi male>> disse tutto arrabbiato da terra.
<< Mi diverte, ormai è rito, sappi che ti butterò sempre a terra dal letto, ho deciso>>.
<< Oh no, scordatelo>> disse ridendo mentre si alzava da terra.
<< Per oggi siamo pari>>.
<< Certo come no, mi pagherai anche questa sappilo>> si sistemò accanto a me e rimase in silenzio per un po'.
<< Che si fa?>> chiesi dopo un po' di silenzio.
< Colazione?>>.
<< Quella sicuro, ma dove?>>.
<< Per me è lo stesso>>.
<< Tu devi parlarmi di Chiara, l'amica di Jasmine>> dissi con un sorrisino laterale sulle labbra.
<< Quando vuoi>> rispose con il medesimo sorriso.
<< Andiamo a fare colazione fuori e me ne parli?>>.
<< Ci sto>> si alzò dal mio letto e andò via. Anch'io mi alzai e andai a cambiarmi, quando finì andai nella sua stanza:<< Pronto?>>.
<< Sì, andiamo>> durante tutto il tragitto ascoltammo musica e non parlammo.
Quando arrivammo chiesi:<< Solito?>>.
<< Sì>>.
<< Pago io>>.
<< Va bene>> disse alzando gli occhi al cielo in segno di disapprovazione. Ordinai e mi andai a sedere.
<< Dimmi tutto>> dissi a Paolo una volta seduto.
<< Comincio col dirti che è una persona impacciata, molto riservata, non parla per niente, ti confermo che è autolesionista, le sue braccia sono distrutte...>>.
<< Sì, ok, ma voglio capire una cosa: Jasmine controlla la sua vita?>>.
<< Allora per me sì, ogni volta che gli chiedevo qualcosa guardava sempre la sua amica come se cercasse l'autorizzazione per parlare. Quando avete finito Jasmine fu una delle prime a uscire e la portò via senza dire nulla, anzi era arrabbiata del fatto che stesse parlando con me, lo ha detto mentre andava via>>.
<< Lo sapevo che lei la controllava, questa Jasmine non la conosco ma mi da l'impressione di una persona prepotente che deve controllare la vita delle persone>>.
<< Come facciamo a scoprirlo?>>.
<< Semplice: continuerai a parlare con Chiara, proponi di andare a prendere qualcosa mentre suoniamo e vediamo come la prende la cara Jasmine>>.
<< Va bene>> arrivò la colazione e subito ci mettemmo a magiare. Quando addentai il cornetto Paolo chiese:<< Chiara merita un bel gioco vero? Cioè non rispetta la sua vita, secondo la tua filosofia è da prova>>.
<< Prenderemo anche lei>>.
<< Capito>>.
<< Vuoi cominciare da lei? O dal mio amico politico in piccolo?>>.
<< Cominciamo dal tuo>>.
<< Perfetto, anche perché Chiara ci serve viva>>.
<< Già>> quando finimmo la colazione restammo comunque seduti per un po'.
<< Andiamo a fare un giro?>>.
<< Sì>> lo portai sul lungo mare dove ci sedemmo a parlare.
<< Tieni una foto della persona che dobbiamo prendere, memorizza la faccia>>.
<< Ok>>.
<< Tieni queste chiavi, ci serviranno, una è di una casa in città, l'altra un garage in periferia, dopo ti spiego>>.
Un po' disorientato disse:<< Io seguo te, tu sei il professionista>>.
<< Bravo allievo>> gli scompigliai i capelli, cosa che lui odiò, lo capì dai suoi occhi arrabbiati:<< Domani andiamo ad osservarlo>>.
<< Va bene>>.
<< Adesso andiamo che è tardi e oggi ho lezione di psicologia>> tornammo a casa e mentre lui preparava il pranzo io scrissi qualche pagina del saggio, dopo scesi di sotto.

Una volta arrivato in Università, cercai Alessandra con lo sguardo e la vidi seduta alla solita panchina, andai verso di lei e mi sedetti a canto:<< Ciao Ale>>.
<< Ciao Matto>> mi sorrise e io ricambiai.
<< Ancora quel soprannome?>>.
<< Ti resterà, abituati>> mentre ridevo guardai dritto davanti a me e vidi in lontananza Sofia. Quando mi vide si incamminò verso la nostra direzione:<< Ciao Matteo, tu invece sei Alessandra giusto?>>.
<< Ciao Sofia>>.
<< Sì, mi chiamo così>> rispose quasi seccata.
<< Volevo invitarvi ad una festa che si terrà domani sera a casa mia, se vi va potete venire anche accompagnati con altre persone>> disse Sofia guardando un po' me è un po'Alessandra. << Ci saremo>> gli feci un sorriso.
<< Sì, vedrò>> non capisco perché sentivo Alessandra quasi arrabbiata del fatto che ci fosse Sofia.
<< Ecco il mio bigliettino da visita fatto apposta per l'evento, c'è la via, l'orario è tutto>>.
<< Oh grazie>> risposi con gentilezza.
<< Di nulla, avete il rientro?>>.
<< Sì, tu invece?>> in tutta la conversazione Alessandra non partecipò.
<< Io ho già finito ora vado a casa>>.
<< Capito>> la discussione fu interrotta dalla campanella.
<< Vi lascio, a domani>>.
<< A domani>>.
<< Ciao>> guardai un attimo Alessandra e dopo mi incamminai all'entrata, ci sedemmo accanto e per tutta le lezione non parlò più. Quando finì, cercai di scambiare ancora una volta i fogli del saggio con il prof, ma lui disse che non c'era bisogno che lo leggesse tutto, mi disse che procedeva bene e che potevo continuare anche da solo.
<< Allora a domani>> dissi ad Alessandra fuori scuola.
<< A domani>> mi diede un bacio sulla guancia veloce, senza che gli importasse del gesto e dopo andò via senza voltarsi.

Tornai a casa e chiamai Paolo:<< Paolo, dove sei?>>.
<< Arrivo>> scese di sotto e quando lo vidi gli dissi di risalire, mentre percorrevamo il corridoio gli dissi:<< Prendi delle cose, sta sera dormiamo fuori, andiamo a fare un nuovo gioco>>.
<< Sìììì, cominciamo>> disse con voce ironica.
<< Massima serietà, mi raccomando, soprattutto quando giochiamo>> ci preparammo e dopo scesi nello scantinato a prendere un paio di cose.
Dopo ci incamminammo verso il luogo stabilito.
<< Noi dormiamo lì>>.
<< In albergo?>>.
<< Sì, mi sono fatto dare una stanza adatta>> si affacciava sulla piazza e si vedeva il comune, inoltre l'indomani ci sarebbe stata una manifestazione e questo Ryan essendo un pezzo grosso ci sarebbe stato sicuramente, un modo in più per osservarlo. Salimmo in camera, ci sistemammo e ordinammo delle pizze a domicilio. Iniziammo ad osservare il nostro nuovo giocattolo e quando arrivarono le pizze mangiammo. Spiegai tutto quello che dovevamo fare, per adesso consisteva solo nell'osservare. Paolo inoltre, durante quella sera, capì il perché mi facessi chiamare Osservatore: perché una persona prima di prenderla la devo osservare e devo studiare i suoi punti deboli. Le dissi che il giorno successivo avremmo avuto modo di osservarlo per via della manifestazione. Quando finimmo di parlare e di mangiare, guardai un pò di televisione e Paolo si mise a leggere, quando eravamo abbastanza stanchi ci addormentammo.

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