Non sapevo quando far venire Paolo se la mattina o il pomeriggio, allora optai per il pomeriggio così almeno avrebbe avuto del tempo per prepararsi. Gli inviai un messaggio: "se più tardi vuoi venire, sono libero, studia bene le lezioni precedenti che oggi le ripeti. Non fare Anassimandro che lo facciamo oggi" come le scorse volte la sua risposta non si fece attendere e mi rispose che ci sarebbe stato. Avendo la mattina libera, pensai a cosa avrei potuto fare. Mentre facevo colazione mi venne in mente un idea; sapevo dove andare e cosa fare.
Presi la macchina e mi diressi verso il manicomio dove rinchiusero Dario. Arrivato, all'entrata vidi una guardia e mi rivolsi a lui:
<< Salve, sono Matteo, ieri è stato rinchiuso qui un certo Dario, sono suo amico, potrei vederlo?>>.
<< Di solito possono entrare solo i parenti, un attimo che però chiedo>>.
Entrò all'interno del manicomio a chiedere sicuramente a qualche superiore, poi finalmente, dopo un tempo infinito, tornò.
<< Il direttore mi ha detto che per questa volta chiude un occhio perché il paziente non ha ancora ricevuto visite e questo le dispiace, almeno lei è una persona che conosce, potrebbe fargli bene vederla>> disse.
<< Molte grazie>> risposi con un sorriso.
Mi fece entrare e mi scortò fino a una stanza blindata, mi fece sedere ad un tavolino e poi andò a prendere Dario che incatenò proprio davanti a me; le catene erano per sicurezza.
Il primo a parlare fu lui, con modi garbati:
<< Che cazzo vuoi ancora?>>.
<< Perché parli così, non sei felice di
vedermi?>>.
<< Hai il coraggio di chiedere? Mi hai fatto passare per pazzo, ho perso la dignità solo perché tu volevi giocare con me e, no, non sono per niente felice di vederti>> disse tutto ad un fiato.
<< Sai se la conversazione è privata o se ci sentono?>>.
<< Non lo so>>.
Mi alzai e andai verso la porta, bussai e mi aprì la guardia.
<< Sa per caso se le nostre conversazioni sono ascoltare oppure no?>> chiesi alla guardia.
<< Sono osservate tramite una telecamera ma ascoltate no, perché chiede?>>.
<< Perché essendo un mio amico vorrei un po' di privacy con lui>>.
<< Le è garantita però verrà comunque osservato>>.
<< Ok, grazie per l'informazione>> tornai dentro la stanza e chiusero di nuovo da fuori la porta a chiave.
<< Nessuno ci ascolta però siamo osservati, se fai qualcosa di negativo ne pagherai ancora le conseguenze>> dissi rivolgendomi a Dario.
<< Cosa vuoi che faccia e poi peggio di così non si può andare>>.
<< Allora ci tengo a precisare che hai finito il gioco....>>.
<< Tu sei malato, di che gioco parli, veramente ti piace fare queste cose?>> aveva un viso sconvolto e disperato.
Per prenderlo ulteriormente in giro risposi con un sorrisino beffardo:<< Sì, io mi diverto molto e poi lo faccio per far capire dove sbagliano le persone>>.
<< Ma io non ho fatto niente>>.
<< Ah no, più di una volta hai disprezzato i miei studi e da quanto ho capito anche i tuoi, mi hai detto che nella vita bisogna solo divertirsi, quella sera sei andato in un discoteca e hai bevuto come non mai, hai rischiato la vita, cretino! Inoltre la tua bella faccia e i tuoi soldi ti danno molte donne da quello che ho visto, ma la cosa più sbagliata in te è il tuo attaccamento morboso al denaro, che come puoi ben vedere non ti può aiutare sempre, anzi il denaro fa schifo. Visto che sei ricco prova a liberarti adesso, paga la cauzione>>.
<< Secondo i medici sono pazzo, non accettano che io paghi, per loro devo restare qua dentro e guarire>>.
<< Capito, allora buon divertimento>>.
<< Ma tu sei pazzo, fammi uscire da qui, parla, dì che sono una persona sana di mente!!>> urlò
<< Le tue urla le odio. Secondo te, io che ti ho fatto il gioco con lo scopo di farti finire qua dentro, adesso ti faccio uscire?!>>.
<< Ma tu chi cavolo sei? Ti conosco appena, sei una persona cattiva e malvagia, fai questo con tutti?>>.
<< Lo faccio con chi se lo merita, non sei né il primo né l'ultimo, chi sono lo sai già e poi a che ti serve, se adesso ti dispiace andrei via, per me hai finito, ringrazia che mi sono fatto vedere, di solito nessuno mi vede in faccia ma visto che vieni preso per pazzo allora posso, tanto non puoi incolparmi. Addio!>> feci un sorriso soddisfatto e mi girai. Mentre mi dirigevo verso la porta, lui iniziò ad innervosirsi si alzò in piedi e provò ad avvicinarsi verso di me, ma con scarsi risultati per via delle catene. La guardia aprì la porta mi fece passare e io andai verso l'uscita, nel frattempo Dario venne preso da sottobraccio e riportato nella sua cella, si stava alterando e la guardia avendolo capito lo rispedì al fresco.
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...