Osservatore: Cari lettori, mi ritaglio questo spazio per condividere una cosa che mi ha fatto riflettere. Ieri sera ero uscito e stavo cercando una pizzeria dove andare a mangiare, quando improvvisamente vidi due uomini che si stavano litigando, non so per quale motivo, però da quello che ho visto erano abbastanza arrabbiati e dovevano anche tenerli. Davanti questa scena ho pensato che l'uomo è un animale ed esattamente come quest'ultimi è sempre pronto alla lite e a prevalere sugli altri.
Come gli animali la lite si fa con tutti: parenti, amici, estranei; l'importante per l'uomo è prevalere uno sull'altro. È in questi momenti che mi chiedo a cosa serve: la ragione, la razionalità, il pensiero, tutti gli studi sull'uomo, tutti gli studi che gli permettono di acculturarsi, a cosa serve avere la religione, la cultura, i riti, le tradizioni, se poi l'uomo davanti a un problema o una sfida risponde in modo violento, non si pensa più a ragionare e a trovare un accordo, si cerca solo di prevalere, perché ognuno di noi crede di avere sempre ragione. Forse un po' d'umiltà non guasta, forse basterebbe mettersi in discussione, perché come dice Aristotele all'uomo è stato dato il pensiero e la parte razionale, questo gli animali non lo possiedono ed è per questo motivo che l'uomo dovrebbe farne buono uso e farla fruttare al massimo, per stare bene con se stesso e con gli altri.Quella stessa mattina al corso di psicologia la professoressa si misi a fare alcune domande, tra cui chiamò Marta la migliore amica di Alessandra, ebbi modo di osservare ogni suo movimento. Quando finì di rispondere a tutte le domande la sentì lamentare del voto che le era stato dato, affermando che meritava di più, mentre, gli altri di meno perché non avevano fatto la sua stessa interrogazione. Anche in questo caso potete ben capire come l'essere umano tende a prevalere sugli altri, ma a livello culturale e di studi non riesco proprio a concepirlo. Per prima cosa non siamo noi a decidere i voti ma i professori che riescono a valutare molte più aspetti dell'interrogazione di noi; come seconda cosa credo che non si possa giudicare le opere altrui non sono nessuno io per decidere cosa meritano gli altri, perché l'intelligenza altrui non la posso calcolare.
Durante tutta l'interrogazione non faceva altro che compiacersi se gli altri sbagliavano, perché quando uno sbagliava lei: o scuoteva la testa o guardava la professoressa e rideva, quasi si prendeva beffa degli errori altrui. Era nervosa, perché non stava ferma con le mani, però quando doveva spiegare meglio una cosa gesticolava, quasi a volerla dire anche con le mani, questo secondo me era un punto a favore peccato che nei suoi occhi c'era troppo vanto.Osservatore: Non amo molto le persone vanitose, perché potrebbe essere tutto fumo e niente arrosto. Secondo me dovrebbero essere gli altri a valutarti per quello che sei.
Quando finì la lezione aspettai qualche secondo prima di uscire, dovevo parlare con il professor Serra riguardo al saggio che voleva fatto da me.
<< Professore le volevo chiedere un paio di cose per quanto riguarda il saggio di psicologia di cui mi aveva parlato>>.
<< Dimmi tutto, ci tengo alla tua collaborazione>>.
<< Quando dovrei presentare la stesura finale e cosa vuole che io tratti?>>.
<< Allora la stesura finale decidi tu quando darmela, io la leggerò e la pubblicherò, per quanto riguarda gli argomenti da trattare ti posso fare una lista>>.
<< Ok, ci sto, farò questo saggio, il prima possibile mi dia la lista di cosa trattare. Un'altra cosa, mentre scrivo le singole parti da trattare posso fargliele vedere e magari gli spiego cosa ho scritto?>>.
<< Sì, puoi venire quando vuoi da me a chiedere spiegazioni>>.
<< Ok, grazie a dopo>>.
Di pomeriggio avevo il rientro al corso di psicologia, quando uscì vidi appoggiata alla mia macchina Alessandra.
<< Hey, ciao, tutto apposto?>> mi chiese lei.
<< Sì, tutto bene, tu invece?>>.
<< Non potrebbe andare meglio?>>.
<< Come mai?>> chiese curiosa.
<< Sono uscito in ritardo perché il professor Serra mi ha proposto di scrivere un saggio di psicologia e se verrà bene lo pubblicherà, sono felice per questa cosa>>.
<< Wow, sono felice per te, te lo meriti sei molto bravo a studiare e riesci ad esprimerti benissimo da come potuto vedere>>.
<< Grazie. Hai da fare? Ti va di pranzare insieme?>>.
<< Sì, volentieri, pic-nic?>>.
<< Sì, ottima idea>> prendemmo la tovaglia in macchina e il cibo, arrivati allo stesso posto della scorsa volta ci sedemmo e iniziammo a mangiare. Dopo aver finito parlammo un po'.
<< Hai sentito di Dario?>> mi chiesa Alessandra di punto in bianco.
<< Sì, sono andato a trovarlo>> per evitare discorsi pericolosi misi il ferro dietro la porta e dissi che già l'avevo anche visto.
<< Cosa ne pensi?>>.
<< Io ho visto tutta la scena, da quando hanno chiamato i poliziotti a quando è stato portato via. Gli stessi poliziotti mi dissero che non potevo aiutarlo perché lo conoscevo poco, poi iniziò ad incolpare me e lo portarono via>>.
<< Perché sei andato da lui in manicomio?>>.
<< Per vedere come stava e cosa gli faceva dire queste cose>>.
<< Perché lo dice? Tu gli hai fatto qualcosa?>> chiese con una faccia leggermente preoccupata. << Io conosco a stento, non ho fatto niente, non so perché lo dice. Io sono andato perché volevo fargli compagnia e per capire meglio, ma poi stava diventando violento e allora sono andato via>>.
<< Capito>>.
<< Tu ci sei andata?>>.
<< No e non penso di andare, non mi va di entrare in manicomio, il posto non mi rassicura per niente>>.
<< Ti capisco. Come mai non sei con
Marta?>>.
<< Veniva Carla, quindi le ho lasciate sole e dopo non voglio fare il palo>>.
<< Capito>> ci scambiammo un sorriso complice ma volevo sapere molto di più sulla loro relazione allora inizia a fare domande e sperai che lei rispondesse.
<< Da quanto tempo stanno insieme?>>.
<< Più o meno 2 anni>>.
<< Secondo te stanno bene insieme?>>.
<< Sì, io li adoro, stanno così bene insieme, ma perché chiedi?>>.
<< Perché Carla mi sembra quasi sottostare a Marta, però mi piacciono insieme>> dissi con sincerità.
<< Effettivamente Marta comanda un po' la vita di Carla, ma secondo me è per il carattere d'entrambe così diverso>>.
<< Possibile. I suoi genitori hanno accettato questa cosa?>>.
<< Il padre di Marta non è mai in casa quindi non gli interessa molto e poi Marta non fa caso a suo padre; la madre invece non ha detto niente, all'inizio si doveva abituare ma ha accettato la cosa>>.
<< Capito>> come pensavo, Marta ha problemi con il padre, nella maggior parte dei casi si diventa omosessuali per via dei contrasti con il sesso opposto, la mia supposizione era giusta.La lezione pomeridiana fu anch'essa impegnata dalle domande che la prof rivolse alla classe, una volta finita andai a casa e mi riposai. Suonai un po', disegnai e poi andai a dormire.
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L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...