52-Informazioni preziose

14 0 0
                                    

<< Giorno Matteo>> disse Alessandra dopo essersi seduta accanto a me sulla panchina che si trovava nel giardino della scuola.
<< Oh giorno Ale>> mi levai le cuffie dalle orecchie e mi girai verso di lei.
<< Che ascolti?>> mi prese la cuffia dalle mani e se la mise all'orecchio.
<< Mad World di Gary Jules, mai sentita?>>.
<< Oh sì, già sentita, come mai una canzone così depressa?>>.
<< Non saprei, era nelle recenti e dopo è molto
bella>>.
<< Già>>.
<< Sai che le canzoni tristi trasmettono positività?>>.
<< Non lo sapevo!>>.
<< Adesso sì>> entrambi sorridemmo.
La lezione, con le interrogazioni, passò veloce.

Tornato a casa andai direttamente nello studio dove trovai Paolo seduto per terra a leggere.
<< Passata bene la lezione?>>.
<< Sì, per adesso ci sono queste specie di interrogazioni>>.
<< Capito>> scesi di sotto e mi misi a preparare il pranzo, quando Paolo mi raggiunse si mise a parlare della serata precedente quando finì di raccontare le risposi:<< Sono felice che ti sia divertito e sopratutto che ti trovi bene con Sofia>>.
<< Già, oggi hai da fare?>>.
<< Sì, la cosa più importante è quella di parlare con Chiara e dopo ho lezione, perché?>>.
<< Pensavo di uscire>>.
<< Sta sera si potrebbe fare, chiedo ad Alessandra?>>
<< E io a Sofia>> dopo aver avvisato le ragazze, che ci dissero che ci sarebbero state, io e Paolo ci mettemmo a mangiare.
Una volta finito il pranzo scesi subito giù da Chiara, entrai nella stanza principale e dietro di me arrivo anche Paolo.
<< Posso stare qua ad ascoltare?>>.
<< Certo, io però devo entrare dentro la stanza>> mi misi la mia solita maschera ed andai da lei.

<< Non cercare di fare movimenti bruschi, hai un collare che manda scosse elettriche, ti ritroveresti per terra>>.
Con estrema tranquillità mi rispose:
<< Tranquillo anche volendo non potrei fare nulla, sono ancora molto debole>>.
<< Preferisci che parliamo uno di fronte all'altro o io mi siedo dietro di te come se fossi uno psicanalista?>>.
<< Preferisco faccia a faccia>> la feci accomodare nel divano e io mi sedetti accanto a lei su un altro divano.
<< Ferma un attimo, sto tornando>> presi una macchina della verità, che tenevo cara perché servono sempre e, la collegai a lei.
<< È una macchina della verità, così mi assicuro che non mi prendi in giro>>.
<< Non ti fai scappare nulla tu>>.
<< Già... cominciamo per prima cosa: siete amiche giusto?>>.
<< Sì, siamo amiche, la conosco da 3 anni>>.
<< Come vi siete conosciute?>>.
<< Frequentiamo la stessa scuola, siamo al terzo anno del liceo scienze umane>>.
<< Capito, piccolo consiglio prendete questa scuola con filosofia altrimenti crea mostri come me, anche se non sono un vero e proprio mostro ma una persona a cui interessa la vita>>.
<< Hai frequentato questo liceo? Così male può fare?>>.
<< Ah ah ah molto divertente, comunque si l'ho frequentato ma adesso sono all'università non aggiungo altro perché dobbiamo parlare di Jasmine e non di me.Che rapporto ha con i suoi?>>.
<< Pessimo, per prima cosa è stata adottata e non è grata ai suoi genitori, li tratta male soprattutto la madre>>.
<< Mmh...capito>> presi alcuni appunti che mi potevano tornare utili in futuro.
<< Dimmi una cosa: ha molti amici?>>.
<< Ne ha pochissimi, diciamo che non ha un bel carattere>>.
<< Lì volevo arrivare, che carattere ha? Come la descriveresti?>>.
<< È molto chiusa, aggressiva, risponde quasi sempre male, cerca di controllare le persone che ha accanto...>>.
<< Secondo te è dovuto al fatto che è stata abbandonata dai suoi genitori biologici?>>.
<< Per me sì, ho anche chiesto a lei ma lo nega, non accetta questa cosa>>.
<< Capito, questo mi interessa molto. È autolesionista? Qualcosa del genere?>>.
<< Beve molto, spesso la trovo mezza ubriaca>>.
<< Interessante...un' ultima cosa: lei riesce a condizionare la vita delle persone l'ho visto con te, questa cosa ti da fastidio? Ti ha vietato di fare cose che a te piacevano?>>.
<< Sì, mi da fastidio e sì spesso mi blocca la vita, decise con chi non devo parlare, cosa devo fare, chi frequentare, se fosse per lei starei sola perché non gli piace nessuno. Inoltre tende a considerare una persona di sua proprietà e quindi lei può decide sulla sua vita>>.
<< Questo è causato dall'abbandono dei genitori, tutto torna. Grazie mille mi sei stata d'aiuto, hai completato un quadro incompleto, presto sarai libera, potrai parlare di me con chi meglio credi ma prima...>> presi dalla tasca un orologio da taschino e dopo aggiunsi:<< Devo tranquillizzare la tua psiche su quello che è appena successo, nulla di grave lo ricorderai ma senza sognarlo negl'incubi>>.
Misi l'orologio davanti a lei ed iniziai a farlo dondolare avanti e indietro:<< Le palpebre sono stanche...inizi a sentire la stanchezza...segui bene l'orologio...adesso hai tanto sonno non è vero?>>.
<<...Sì...>>.
<< Al mio tre ti addormenterai...1...2...3>> era entrata in ipnosi, fu semplice regolarle la psiche.
<< Quello che hai vissuto non ti tormenterà...te lo ordino! Ricorderai tutto, sopratutto il tuo sangue e la sensazione di morire inoltre ricorderai la lezione. Tutto questo lo ricorderai da cosciente, al tuo inconscio ordino di non disturbarti poiché tu accetti la vicenda che ti è successa, non è così?>>.
<<...Sì...è così, ho accettato tutto, questa lezione mi servirà per non commettere più lo stesso errore>>.
<< Perfetto al mio tre ti sveglierai..1..2..3>>.
<< Che è successo?>> disse un po' spaventata.
<< L'ipnosi ha funzionato adesso starai bene, mi raccomando non sprecare la tua vita, sei giovane, vivi al meglio>>.
<< Grazie di tutto, posso guardarti in faccia? Dopo se vuoi mi cancelli la memoria>>.
Mi misi a ridere e dopo risposi:<< Non sono un mago, non posso giocare con la tua memoria, ti mostrerei volentieri il mio volto ma non posso, non lo mostro a nessuno, potrebbero scoprirmi e io devo andare avanti, addio>>.
<< Addio>> chiusi la porta alle mie spalle, dopo qualche minuto le portai da mangiare.
Tornai nella stanza principale, spensi tutte le luci, i cip e le telecamere e dopo mi misi a parlare con Paolo:<< Sta sera la portiamo fuori>>.
<< Come facciamo?>>.
<< La mettiamo in macchina e la portiamo da qualche parte dopo verrà ritrovata in qualche modo>>.
<< Capito, comunque sei un fottuto genio>>. << Grazie>>.

Quando fu l'ora andai a lezione.
<< Buona sera>> salutai il professore che mi rispose:<< Ciao Matteo, finisce Jasmine e suoni tu>>.
<< Ok>> montai lo strumento e lo posai sul tavolo, dopo mi voltai verso Jasmine che mi guardò veramente male, continuavo a non capire perché l'avesse tanto con me, ma dalla riposta che chiede al professore capì che l'aveva semplicemente con il mondo intero:<< Senta, io devo studiare e il minimo che penso è studiare bene musica, questo è quello che riesco a fare se non le va bene me ne vado>>.
<< Non c'è bisogno che fai così, hai finito per oggi, la prossima volta mi riporti lo stesso pezzo e vediamo come va>> si alzò dalla sedia senza degnarlo di uno sguardo, il professore mi fece cenno di preparami, una volta seduto accanto a lui lo sentì dire:<< Guarda Matteo, frequenta l'università e studia musica, c'è quando la fa bene e quando no, ma ci riprova, ho sbaglio?>>.
<< Giusto>>.
<< Sicuramente non si arrabbia così tanto, forse vorresti?>> domando rivolto verso di me e con tono ironico.
<< Proprio così no, ma alcune volte lei è snervante non è questa grande meraviglia diciamo che si sa rendere antipatico>>.
<< Ah sì, senti suona e basta>> per la prima vidi Jasmine ridere lievemente ad una mia battuta, anche se avevo il professore contro adesso. Jasmine se ne andò e io presi a suonare.
Quando finì, mi disse cosa dovevo aggiustare:<< Aspetta che devo darti una fotocopia per la prossima volta>> mentre le stampava io smontai lo strumento e lo riposi nell'apposita scatola.
<< Ecco a te>> presi il foglio ed andai via.

La serata con Alessandra e Sofia passò tranquilla e fu molto piacevole. Soprattutto rimasi stupito dalla complicità che si era creata tra Paolo e Sofia.
Quando finì la serata, Alessandra e Sofia andarono via e io e Paolo andammo a scaricare un pacco.
Io e Paolo ci mettemmo la tuta ed entrammo nella sua stanza.
La sedai, la caricammo e la riponemmo nel bagagliaio.
La lasciai in periferia, dove finiva la città ed iniziava il bosco, il mio lavoro era finito adesso toccava a lei difendere la sua vita.

L'OsservatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora