16-Il Dio denaro non aiuta

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Quella notte dormì poco, avevo paura che essendo all'aperto qualcuno lo poteva vedere e mi rovinava il gioco; anche se si fosse liberato non poteva comunque trovarmi perché in faccia non mi ha mai visto e quando lo toccavo ho sempre usato i guanti.
Mi svegliai presto, già alle 5:00 del mattino ero sveglio, feci colazione e iniziai ad andare verso la via dove si sarebbe svolto il gioco.
Una volta arrivato, avendo già con me la chiave, entrai nell'appartamento da me affittato.
Ed eccolo lì a terra, stava dormendo, le poche persone che gli passavano accanto non lo calcolavano di striscio.
Quando si svegliò, inizialmente cercò di nascondersi nei suoi stessi vestiti.
Decisi di intervenire:<< Ciao caro amico, io ti sto osservando, nascondendoti non risolverai niente, appena iniziano a passare più persone mostra il cartello che ti ho dato e cerca di dargli i soldi>>.
Fece esattamente quello che gli dissi, peccato che tutti scappavano da lui, più lui si avvicinava alle persone più loro scappavano, pur mostrandogli i soldi nessuno li prendeva.
<< Non dirmi che non accettano i tuoi soldi, vedi che adesso non ti servono a niente!>>.
Alcune persone lessero il cartello ma non si fermarono lo stesso.
<< Vedi che hai tutto il giorno, cerca di non stancarti altrimenti ti lascio lì, devi chiedere a tutte le persone>>.
Mentre aspettavo cercai un modo per non annoiarmi, mi portai un libro da casa e leggessi per un po'.
A un certo punto mi ricordai che dovevo comprare il libro a Paolo, guardai con il binocolo se lungo la strada c'era una libreria o una cartolibreria, effettivamente una c'era. Scesi e andai direttamente lì.
All'interno, era molto antica e mi persi a guardare i numerosi libri antiquati, quando una voce alle mie spalle mi chiese:<< Posso fare qualcosa per lei?>> mi girai e vidi un uomo anziano, sicuramente era il proprietario del negozio:<< Sì, grazie, cerco un libro intitolato il mondo di Sofia di Jostein Gaarder, è un romanzo di filosofia>> mi guardò un attimo e poi andò a guardare nell'area romanzi, poi si rivolse di nuovo verso di me:<< No, mi dispiace non l'ho, non è molto conosciuto ma se vuoi posso ordinarlo?>> non sarei tornato lì quindi preferì dire di no:<< No, sono di passaggio non posso ritirarlo, grazie lo stesso>> prima di uscire mi fermai a guardare i libri e lessi molti titoli da me conosciuti, feci bene a restare perché poco dopo entrò una persona che si mise a parlare di un certo pazzo incatenato a un palo della luce che offriva soldi, con la bocca cucita: era Dario, inoltre disse che nessuno voleva aiutarlo, dentro di me speravo che nessuno lo aiutasse.
Tornai nella casa affittata e mi misi di nuovo a parlare con lui.
<< Ciao, sai cosa dice la gente di te, che sei pazzo e che non ti aiuteranno, com'è sentirsi preso in giro e non considerato? Se ti stai chiedendo dove sono e come faccio a saperlo: semplice sono tra le persone che vedi passare, io adesso devo andare ma tu continua a chiedere aiuto, ci vediamo sta sera>>.

Non mi andava di restare tutto il giorno a guardarlo, così quella stessa mattina andai nella libreria di fiducia e cercai il libro che dovevo dare a Paolo. Quando entrai il proprietario mi riconobbe subito:<< Matteo, ciao, quale libro particolare vuoi oggi?>>.
Sorrisi per quello che disse, mi conosceva da tempo, sapeva il mio amore per i libri e sapeva i miei generi preferiti:<< Ciao, veramente sono qui per prendere un'altra copia del libro "il mondo di Sofia di Jostein Gaarder", devo regalarlo>> annuì e poi andò a cercare il libro, tornò subito dopo:<< Ecco a te, a chi devi regalarlo?>>, << Grazie, è per un mio amico, frequentiamo insieme il corso di filosofia all'università e questo libro è molto utile>> mi sorrise e poi disse:<< Capito, quindi sei all'università, come ti trovi?>>, << Molto bene, frequento sia il corso di filosofia che di psicologia, mi piacciono molto entrambi>> era quasi sorpreso nel sapere che frequentavo due corsi contemporaneamente:<< Non è
faticoso?>>, <<No, a me piace studiare e poi riesco a trovare il tempo per tutto>> sorrise un'altra volta e poi mi fece lo scontrino, pagai e andai via.

Dopo aver mangiato andai all'università.
Prima di entrare vidi Paolo seduto in giardino su una panchina, naturalmente con il telefono in mano, mi avvicinai a lui e lo salutai:<< Ciao Paolo>>.
<< Ciao Matteo>>.
<< Dov'è tua madre?>>.
<< Già dentro, perché?>> chiese stupito dalla domanda.
<< No così, per sapere. Tu ho portato una cosa>>.
Posò il telefono, bastava poco per catturare la su attenzione, se gli davi un po' di retta e se lui si sentiva calcolato lasciava stare il telefono.
<< Ecco a te, ti ho preso il libro che abbiamo letto ieri, ti ho già messo il segnalibro all'interno così puoi continuare da quel punto, io l'ho già letto e lo conosco. Ogni volta che studi ti consiglio di leggere la parte inerente in questo libro, aiuta molto, se hai bisogno di aiuto sono qui>>.
<< Grazie, non dovevi, quanto ti devo?>> disse imbarazzato.
<< È un regalo, non mi devi niente>>.
<< Ok, grazie di nuovo>>.
Parlammo un altro po' e poi entrammo all'università, anche questa volta si sedette accanto a me.
La lezione del giorno fu Anassimandro.
Mi rivolsi verso Paolo:<<La prossima volta faremo l'altro libro, a proposito hai finito Pitagora?>>.
<< Sì già fatto, tieni il tuo libro. Scusa il disturbo ti dispiace vedere la rubrica e gli appunti che ho preso su Pitagora?>>.
<< Certo , dammi, li guardo prima che inizia la lezione>>.
Gli appunti erano sistemati, c'era scritto tutto quello che gli dissi il giorno prima, però era scritto più completo unendo bene le parti e inserendo i particolari. Per quanto riguarda la rubrica era ottima, essendo una cosa soggettiva non c'è giusto o sbagliato.
Una volta finito tornai a parlare con lui:
<< Tutti gli appunti sono ottimi, la rubrica anche, avrei aggiunto qualche definizione ma essendo una cosa soggettiva devi gestirla tu mettendo le cose che ritieni giuste. Dimmi una cosa: hai già studiato tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora?>>.
<< Ho iniziato non la so benissimo, la so superficialmente>>.
<< Capito, inizia a farla bene, la prossima volta voglio vedere come ripeti>>.
<< Ok>>.
Iniziò la lezione e durante tutto il tempo non parlammo, io ero concentrato a sentire la lezione e a prendere appunti, stessa cosa Paolo, inizialmente non lo faceva ma da quando si è seduto accanto a me sì, molto meglio così una parte del lavoro si fa già in classe prendendo appunti.
Finita la lezione, ci salutammo.
<< Ciao, appena possibile ci incontriamo, va bene?>> dissi con un sorriso.
<< Sì, va bene a presto, ciao>>.

Quella stessa sera avevo lezione di musica alle 21:00, questo impegno mi aiuto a far passare il tempo. Quando finì la lezione andai in una bar a prendere un caffè:<< Buona sera, mi fa un caffè? Grazie>> la commessa mi rispose:
<< Arriva>>, mi sedetti ad un tavolino e aspettai che arrivasse il caffè, nel frattempo mi misi a leggere.
Una volta bevuto il caffè e finito il capitolo, pagai e andai via. Aspettai che si facesse mezzanotte a quell'ora non girava più nessuno nella via dove si trovava il mio caro amico.

Una volta arrivato lo vidi raggomitolato in un angolo nascosto, il cartellone non c'era più e lui sembrava abbastanza scosso. Lo sedai e lo portai di nuovo a casa mia, non persi tempo e lo riportai sotto operazione, gli aprì di nuovo la bocca, gli levai la catena e il cip; Poi aspettai che si svegliasse.
<< Ben tornato, come stai?>>.
Dario:<<....>>.
<< Non parli? Va tutto bene?>>.
<< Nessuno mi ha aiutato!!> urlò.
<< Allora il tuo Dio denaro non ti ha aiutato>>.
<< Per niente, se avessi potuto parlare sarebbe stato diverso>>.
<< Possibile, ma il gioco sarebbe stato troppo semplice, non pensi? Per questa volta farò uno strappo alla regola e deciderai tu la tua prossima prova, attento a quello che scegli perché la scelta più semplice non ti aiuterà>>.
<< Non ho finito?>>.
<< No devi liberarti dalle catene in un modo o nell'altro, o vivo o morto>>.
<< Lasciami stare, non ho fatto niente io!>> urlò, ancora una volta.
<< Urlare non ti aiuterà, posso abbassare il volume della tua voce. Allora preferisci che ti porti di nuovo in quella via però con la bocca aperta, oppure preferisci una prova nuova?>
<< Preferisco riprovare con la bocca aperta>>.
<< Bravo sei caduto nella trappola, mostri ancora attaccamento al denaro. La scelta facile ti costerà caro, addio ci sentiamo domani>>.
Spensi la luce e i microfoni e me ne andai.
Ero molto stanco, mi feci una doccia e andai a dormire.

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